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Coltivazioni sotto l'assedio della cimice asiatica e Fantinati si rivolge al Ministero

"Questa cimice non trova antagonisti naturali in Italia e per motivi sanitari non è possibile importare insetti antagonisti dalla Cina. Un problema che rende molto difficile la lotta all’insetto", ha detto l'onorevole veronese del M5S

Temperature autunnali superiori alla media stagionale hanno favorito nelle regioni del Nord est, una enorme proliferazione della cosiddetta cimice marmorata asiatica, una specie molto dannosa per le coltivazioni. Questa cimice non trova antagonisti naturali in Italia e per motivi sanitari non è possibile importare insetti antagonisti dalla Cina. Un problema che rende molto difficile la lotta all’insetto che da adulto è in grado di volare per lunghe distanze alla ricerca del cibo e sverna, come adulto, in edifici o anfratti riparati per poi raggiungere in primavera le piante per alimentarsi, accoppiarsi e deporre le uova. Per ora, azioni di contrasto possono avvenire solo attraverso le reti anti-insetti a protezione delle colture. Troppo poco purtroppo. Per questo motivo chiedo con una interrogazione a risposta scritta al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gian Luca Galletti ed al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, Maurizio Martina, quali iniziative intendano adottare per sostenere gli agricoltori italiani che stanno subendo gravi danni a causa della diffusione incontrollata delle cimici asiatiche e quali misure urgenti s’intendano porre in essere per sostenere le regioni del Nord nell'attuazione di misure di contrasto alla proliferazione di questo insetto, particolarmente nocivo per l’agricoltura italiana.

Lo ha annunciato l'onorevole veronese del Movimento 5 Stelle Mattia Fantinati, che poi fornisce maggiori informazioni guardando la situazione da un punto di vista più generale. 

L’invasione di questo insetto denominato cimice marmorata (nome scientifico Halyomorpha halys), originario dell'Asia orientale - in particolare da Taiwan, Cina e Giappone – ha destato l'allarme di Coldiretti che prevede ingenti danni all'agricoltura.
Le coltivazioni più a rischio sono quelle di pere, mele, kiwi, uva, soia e mais. La prima segnalazione si è avuta in Emilia Romagna nel 2012, ma quest’anno la situazione è drammatica soprattutto nelle zone comprese tra Friuli e Veneto, anche se non mancano riscontri in altre regioni, dalla Lombardia al Piemonte.
Secondo le stime di Coldiretti, in Italia i danni all’agricoltura sarebbero superiori al miliardo di euro.

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