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Politica Borgo Trento / Piazzale Aristide Stefani

Citrobacter a Borgo Trento. «Le prime tre sospensioni non bastano»

Gli avversari politici del presidente regionale Luca Zaia continuano ad attribuirgli responsabilità sul caso del batterio killer. E costantemente nel mirino c'è il diretto generale dell'Aoui Francesco Cobello

«Un primo passo importante». Questo è in estrema sintesi il commento dei familiari coinvolti nel caso citrobacter, dopo le tre sospensioni decise dall'Azienda ospedaliera universitaria integrata (Aoui) di Verona. All'ospedale della donna e del bambino di Borgo Trento, un batterio killer ha infettato circa 100 neonati, ne ha lesionati 9 e ne ha uccisi 4. Per questo sono stati sospesi due dirigenti (la direttrice sanitaria dell'Aoui Chiara Bovo e la direttrice medico-ospedaliera Giovanna Ghirlanda) ed il primario di pediatria Paolo Biban. Una prima soddisfazione per le vittime di questo tragico episodio avvenuto nel più importante ospedale della provincia di Verona.

E ad un primo passo potrebbe seguirne un secondo. Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, infatti, non ha escluso nuovi provvedimenti e ci sono altri dirigenti ospedalieri che potrebbero essere sospesi. Il più importante è Francesco Cobello, il direttore generale dell'Aoui di Verona. Francesca Frezza, la madre di una neonata (Nina) morta per il citrobacter, ha chiesto le sue dimissioni. E non è la sola ad avanzare questa richiesta.
Sonia Todesco, segretaria generale del sindacato Fp-Cgil di Verona, ha dichiarato che: «Di fronte a fatti così gravi l'intero vertice aziendale va rimosso. A quanto successo vanno date risposte serie, senza giustizialismi ma anche senza reticenze. Il presidente Zaia nomini un commissario con l'obiettivo di avviare le istruttorie disciplinari interne per individuare le responsabilità e dare garanzia a tutti che i problemi sono sotto controllo. E ci auguriamo che la magistratura concluda nel più breve tempo possibile le indagine e accerti fatti e responsabilità».

Mentre il mondo politico avversario di Luca Zaia cerca di attribuire responsabilità anche all'attuale presidente regionale, il quale vuole ottenere un nuovo mandato alle imminenti elezioni. «Zaia conosce bene Cobello perché agli albori della sua carriera politica, quand'era presidente della Provincia di Treviso, l'attuale direttore generale dell'Aoui era il suo responsabile del bilancio, ed era annoverato tra i cosiddetti "Zaia boys" e fu sempre Luca Zaia insieme a Domenico Mantoan, il potente direttore della sanità veneta, a volerlo a capo dell'Aoui - ha dichiarato Michele Bertucco, candidato consigliere per Il Veneto che Vogliamo - Non bastano tre sospensioni per poter continuare a nascondere le proprie responsabilità. Zaia, in qualità di presidente della Regione Veneto, è il responsabile della sanità veneta e deve assumersi le proprie responsabilità anche quando avvengono casi di malasanità come questo».
«Non possiamo accettare questo indecente scaricabarile sul personale, comodo capro espiatorio per coprire le mancanze, e sono tante, della politica veneta», ha aggiunto Anna Maria Bigon consigliera al consiglio regionale con il Partito Democratico. Ed un'altra candidata veronese del PD, Elisa La Paglia, ha detto: «È il sistema che è ammalato. Quando è richiesta la fedeltà più del merito, quando una parte politica esercita un potere assoluto senza controllo, quando si confonde la democrazia con un regno: in pericolo non c’è solo la salute ma il diritto stesso alla salute».
Anche i candidati veronesi che sostengono la candidata alla presidenza Daniela Sbrollini hanno messo Cobello nel mirino, per colpire anche Zaia: «Alcune delle responsabilità tuttora oggetto di investigazione vanno condivise con il direttore generale Francesco Cobello, nominato dallo stesso Zaia, che non è stato in alcun modo toccato, pur essendo stato egli l'artefice delle scelte di tipo organizzativo ed economico dell'Aoui, di cui quindi non poteva non sapere cosa stava accadendo all'interno. Il fatto che lui non sia stato sospeso dal suo incarico come gli altri pone seri dubbi anche sull’operato della Regione».
Anche il Movimento 5 Stelle parla di «scaricabarile» del presidente Zaia, che durante l'emergenza Covid definiva i lavoratori ospedalieri «I nostri eroi, orgoglio del Veneto» ed ora sarebbe pronto a sacrificarli. «Zaia non provi a scaricare tutto sui camici bianchi e pensi ai colletti bianchi che ha nominato lui», ha commentato Manuel Brusco, candidato consigliere 5 Stelle. Ed il candidato alla presidenza Enrico Cappelletti ha incalzato: «È inaccettabile che il governatore Luca Zaia parli della vicenda come di qualcosa che non lo riguardi e su cui non poteva avere alcuna possibilità di intervento. Non bastano le sospensioni. Zaia, in qualità di presidente della Regione Veneto, è necessariamente responsabile della sanità veneta».
Infine, Giorgio Pasetto, candidato veronese per +Veneto in Europa ha commentato: «Se Zaia davvero ha saputo della strage di bambini all'ospedale veronese di Borgo Trento soltanto dalla stampa, i casi sono due: o chi amministra la sanità regionale lo ha tenuto all'oscuro di tutto e in questo caso ci sono dirigenti che devono essere rimossi subito, o ci racconta l'ennesima bugia diventando automaticamente lui responsabile di quanto accaduto».

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