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Politica Centro storico / Via Sant'Angela Merici

Centro di accoglienza nel quartiere Filippini, Ceni: «Apertura non è certa»

L'assessora ha risposto alla consigliera Bertaia che vorrebbe lo spostamento del cas altrove. «La sensazione è che sindaco e giunta non abbiano in mano la vicenda», ha replicato la tosiana

La consigliera comunale della Lista Tosi Anna Bertaia ha incalzato ancora una volta la giunta del sindaco Damiano Tommasi sul possibile centro di accoglienza straordinaria (cas) in cui potrebbero essere ospitati dei profughi nel quartiere Filippini. Lo ha fatto durante il consiglio comunale di mercoledì scorso, 12 aprile, presentando una domanda d'attualità all'assessora Luisa Ceni e ribadendo la propria contrarietà ad un cas «nel cuore di un quartiere che per fisionomia e conformazione non si presta, perlopiù in un edificio chiuso da vent'anni e non a norma».

Il centro di accoglienza dovrebbe sorgere in un edificio di Via Sant’Angela Merici, nel quartiere Filippini, di proprietà della Diocesi. E se ne stanno occupando Prefettura e Caritas di Verona. Due enti con cui il Comune di Verona è in costante comunicazione, come confermato nella sua risposta dall'assessora Ceni. «È prevista l'accoglienza al massimo di 25 persone, ma non è stato ancora deciso nulla - ha spiegato Ceni - C'è una trattativa in corso e io sono sempre in contatto con Prefettura e Caritas. E ho avuto rassicurazione dal prefetto che non si attivano cas in edifici senza agibilità. Nel momento in cui ci sarà la certezza dell'apertura, faremo tutti i controlli, ma non abbiamo ancora notizia certa dell'apertura. C'è ancora una trattativa».

Una risposta che non ha convinto la consigliera Bertaia, la quale aveva chiesto al Comune un'opera di convincimento per ottenere lo spostamento del cas dal quartiere Filippini. La consigliera tosiana ha inoltre fatto presente che, di fronte alle proteste dei cittadini, sembra chiara e ferma la decisione di Caritas di voler realizzare il centro di accoglienza in Via Sant'Angela Merici. «Sindaco e giunta continuano a non dare risposte - ha dichiarato Bertaia - L'edificio in questione è molto grande e nessuno ha spiegato quanti profughi potenzialmente potrebbero arrivare in fasi successive. La sensazione è che sindaco e giunta non abbiano in mano la vicenda».

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