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Politica San Giovanni Lupatoto / Vicolo Ospedale

Caro bollette e carenza di infermieri, la morsa che soffoca le case di riposo

L'aumento dei costi energetici e la mancanza di personale rischiano di affossare molte rsa. La Fondazione Pia Opera Ciccarelli rilancia l'appello ad un intervento del Governo e Lorenzin e Rotta chiedono la stabilizzazione del personale

L'aumento dei costi, in particolare quelli energetici da una parte, e la mancanza di personale dall'altra. È questa la tenaglia che sta stritolando le strutture socio assistenziali e le rsa (residenze sanitarie assistenziali). Ad esempio, all'Istituto Assistenza Anziani di Verona, i costi delle bollette sono aumentati del 45% e i dipendenti della maggior parte delle case di riposo, dopo due anni difficili a causa del coronavirus, devono sostenere turni di lavoro estenuanti a causa della carenza di infermieri e operatori specializzati.

Le difficoltà delle rsa sono state ascoltate dalle candidate del Partito Democratico Beatrice Lorenzin e Alessia Rotta, che in questi giorni stanno incontrando gli operatori del settore sanitario e socio-sanitario. Recentemente, le due parlamentari hanno visitato la Fondazione Pia Opera Ciccarelli di San Giovanni Lupatoto, accompagnate dalla direttrice generale Elisabetta Elio. Lorenzin e Rotta hanno inoltre avuto anche un colloquio informale con don Cristiano Falchetto, presidente della onlus che rappresenta un punto di riferimento nel territorio veronese e veneto per l'assistenza agli ad anziani, emarginati e socialmente soli.
Oltre al caro energia, in questi giorni a preoccupare le rsa e le altre strutture di assistenza è la carenza di personale. Mancano soprattutto infermieri e operatori specializzati. Il problema è annoso, di non facile soluzione, aggravato da due anni e mezzo di pandemia e dalla poca attrattività del lavoro, che propone stipendi bassi e poco concorrenziali in relazione alla responsabilità e allo stress dell’impiego. Un problema che durante l’emergenza Covid è stato arginato anche grazie a personale proveniente dall’estero, che ha trovato posto nelle strutture italiane, e anche nella Fondazione Pia Opera Ciccarelli. Adesso, però, c’è il problema della stabilizzazione, dell’inserimento e della riqualificazione del personale straniero, un processo lungo che non è assolutamente in linea con le necessità delle strutture. Senza questa forza lavoro le strutture rischiano di svuotarsi, non garantendo nemmeno i servizi minimi e arrivando, nei casi più gravi, alla chiusura.
«Le chiacchiere stanno a zero e su questo tema non accetto demagogia - ha affermato l'onorevole Lorenzin - I problemi li conosciamo e uno di questi è proprio la mancanza degli infermieri. Per questo noi in questi anni abbiamo assunto, attivato nuovi concorsi e incentivato le scuole per infermieri. Però ci vuole tempo prima che i nuovi professionisti siano pronti e dobbiamo affrontare questa transizione mettendo in campo rapidamente tutte le strategie necessarie per colmare i vuoti delle strutture. All’estero ci sono migliaia di infermieri che possono essere introdotti nel mondo lavorativo italiano risolvendo non poche criticità. Facciamolo senza vincoli ideologici. Nel frattempo bisogna rilanciare la professione infermieristica, rendendola attrattiva. È un dato di fatto che i giovani italiani non vogliono fare più gli infermieri. Questo perché è una professione che a valle di una formazione di altissima qualità non viene remunerata a sufficienza. La mancanza di personale non si risolverà se non qualifichiamo, valorizziamo e paghiamo adeguatamente i nostri infermieri». E la candidata del PD Alessia Rotta ha aggiunto: «In Veneto ci sono 500 infermieri stranieri, fondamentali per l’erogazione dei servizi. Senza di loro le nostre case di riposo chiuderebbero, lasciando senza assistenza tantissime famiglie e anziani. La mancanza di personale infermieristico è un problema che ricade sui cittadini e mette a rischio l'erogazione puntuale delle prestazioni. Alla Pia Opera Ciccarelli ci sono sessanta posti disponibili, ma la struttura non può accogliere nuovi ospiti perché non c'è il personale necessario, mentre le domande in attesa sono 200. Si tratta di un problema che riguarda tutta Italia, dobbiamo affrontare in maniera strutturale il tema dell'equipollenza dei titoli stranieri per consentire agli operatori socio-sanitari che abbiano conseguito il proprio titolo di studio all’estero di esercitare anche presso le strutture residenziali e nei servizi di assistenza domiciliare».

E durante l'incontro, la direttrice Elisabetta Elio ha rilanciato l'appello di Uneba, l'associazione che dà voce di centinaia di rsa e strutture socio-sanitarie. Un appello rivolto al Governo, a cui si chiedere un intervento urgente per sostenere le case di riposo. Queste strutture, infatti, senza aiuti saranno costrette ad aumentare le rette per non chiudere e questo si tradurrà in maggiori difficoltà per le famiglie.

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