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Venerdì, 9 Giugno 2023
Politica Università / Via San Francesco

Caro affitti e università, Udu Verona dopo l'incontro con la ministra Bernini: «Via le tende, ma le sue risposte non ci soddisfano»

«Spostiamo ora la mobilitazione ad un livello più istituzionale, - spiega la coordinatrice di Udu Verona, Laura Bergamin - ma siamo pronti ad accamparci di nuovo se dovessero mancare le risposte»

Dopo l’incontro con la ministra dell'università Anna Maria Bernini, in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico avvenuto ieri, venerdì 19 maggio, gli studenti e le studentesse di Udu Verona hanno fatto sapere in una nota che «toglieranno le tende in cui per più di una settimana hanno vissuto». In merito è intervenuta Laura Bergamin, coordinatrice di Udu Verona, la quale ha dichiarato: «Non ci stiamo fermando. Le posizioni che anche ieri la ministra ci ha esposto non ci soddisfano del tutto. Per noi non ci sono compromessi sul privato: creare un posto letto nel privato ex novo viene in media 151mila euro, mentre nel pubblico 43mila euro, due volte in meno, dato presente anche nel nostro report nazionale».

Al contempo, tuttavia, la stessa coordinatrice di Udu Verona, Laura Bergamin, ha aggiunto: «Siamo speranzosi però si possa aprire in città un tavolo permanente di lavoro sulla residenzialità e che la comunione di intenti che si è trovata su Verona possa essere un modello propulsore anche per altre città universitarie. A Verona spostiamo ora la mobilitazione ad un livello più istituzionale, ma siamo pronti a riaccamparci se dovessero mancare le risposte». Da parte di Udu Verona, durante questa settimana movimentata, viene rivendicata la promozione «tra le tende nell'ateneo scaligero» di diverse «iniziative aggregative, sportive, culturali». E, tuttavia, il gruppo studentesco evidenzia che, come ribadito anche al sindaco Damiano Tommasi, il quale ieri mattina si è fermato a portare solidarietà fuori dal Polo Zanotto, universitari ed universitarie non vogliono essere semplicemente «ospiti a Verona», bensì «vogliamo essere cittadini attivi di Verona, poterci costruire un presente e un futuro in città», sintetizza ancora Laura Bergamin che poi ha aggiunto: «Non vogliamo semplici dormitori: serve che la progettualità edilizia futura pensi all’università come soggetto interconnesso e dialogante con la città stessa».

Un messaggio consonante con quanto si è sentito anche nell’aula magna dell’università di Verona attraverso le parole della presidente del Consiglio Studentesco, Francesca Flori: «Noi vogliamo studiare e vivere qui. - ha detto Flori - Non è solo uno slogan: è la richiesta della nostra generazione». All'inizio del suo discorso la presidente Flori ha riportato la storia di una studentessa in difficoltà con i propri studi:

«Ho 22 anni, vengo da Frosinone. Ho scelto di trasferirmi a Verona per continuare il mio percorso di studi. Speravo di trovare qui delle opportunità migliori. Dopo due mesi a cercare casa, ho finalmente trovato una stanza: 400 euro, utenze escluse. Per pagarla, ho cercato lavoro. Barista serale: sette euro l’ora, senza contratto. Non era abbastanza. Ho cercato un full time, e rinunciato a seguire le lezioni. I ritmi sono diventati insostenibili, studiare: impossibile. Penso di abbandonare gli studi».

In merito a tale testimonianza, la presidente del Consiglio Studentesco Francesca Flori ha quindi spiegato: «È stata riportata da me, in rappresentanza della comunità studentesca tutta, una singola storia anonima di una ragazza come voce di tutti gli studenti. È solo uno dei tanti esempi, delle tante segnalazioni che ci arrivano. Quella ragazza non sono io, ma tante e tanti di noi».

Inaugurazione anno accademico Univr 2023 e protesta studenti : foto ufficio stampa Udu Verona

La storia raccontata ieri a Verona dalla presidente del Consiglio Studentesco Flori ha suscitato sufficiente interesse tanto da essere ripresa anche a livello nazionale, in particolare da parte dell'on. Elisabetta Piccolotti, esponente di Alleanza Verdi Sinistra, la quale in una nota ha commentato così quanto emerso durante l'inaugurazione dell'anno accademico: «Hanno detto che sono "divanisti", figli e figlie di papà, sfaticati solo perché non possono permettersi di pagare affitti da ricchi. E addirittura che se non possono pagarsi gli affitti dovrebbero fare i pendolari. Per loro è tutto semplice, perché non hanno idea di quale sia la condizione dei pendolari in Italia. Sotto sotto la verità è una sola: per molti a destra i figli dei ricchi devono studiare nelle migliori università del mondo, nella comodità e nell’agio. Invece i figli dei poveri e della classe media devono studiare affogati nelle privazioni e lavorando ogni giorno, oppure scegliere l’università a pochi metri dalla casa di famiglia o non studiare proprio». E, ancora, ha poi concluso l’esponente rossoverde della commissione cultura di Montecitorio Elisabetta Piccolotti: «La destra è sempre la destra, per loro prima di tutto viene la tutela dei privilegi acquisiti alla nascita».

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