Scontro tra Lega e Non Una di Meno su aborto e pillola del giorno dopo
L'associazione femminista ha distribuito in centro e in stazione a Verona alcune bustine contenenti caramelle di zucchero e materiale informativo. Anna Grassi: «La pillola non è una caramella»
L'associazione femminista Non Una di Meno ha recentemente distribuito in centro e in stazione a Verona alcune bustine contenenti caramelle di zucchero e materiale informativo sui contraccettivi e sulla legge 194, la legge che in Italia regola l'interruzione di gravidanza e che in città è stata al centro di uno scontro dopo l'approvazione in consiglio comunale della mozione pro-vita del consigliere comunale Alberto Zelger.
«La pillola non è una caramella», ha commentato la consigliera leghista Anna Grassi che contesta a Non Una di Meno il fatto di aver «strumentalizzato un messaggio che associa un farmaco ad una caramella. La pillola del giorno è un farmaco a tutti gli effetti, che ha controindicazioni e effetti sul fisico di una ragazza. Non è così che si fa prevenzione».
E il collega di partito di Anna Grassi, Vito Comencini, ha aggiunto: «La somministrazione della pillola abortiva o di altri tipi di farmaci non è uno scherzo. I giovani hanno bisogno di esempi ed insegnamenti positivi. Inoltre credo che le informazioni mediche le debbano dare i medici».
Non Una di Meno ha replicato spiegando che il materiale informativo distribuito rimandava ad un sito internet in cui chi avesse voluto avrebbe trovato informazioni più estese. E sul proprio profilo Facebook ha riportato le parole della ginecologa Maria Geneth sulla differenza tra contraccezione di emergenza e interruzione di gravidanza. «La cosiddetta pillola del giorno dopo - spiega Geneth - agisce ritardando l'ovulazione. È a base di levonorgestrel e non va confusa con la RU486 che è una pillola abortiva di solo uso ospedaliero. Se c'è una gravidanza in corso, anche iniziale di pochi giorni, si potrebbero prendere dieci pillole del giorno dopo, la gravidanza resterebbe intatta».