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No green pass e idee per la città: Verona per la Libertà candida Zelger per Palazzo Barbieri

Attualmente consigliere comunale con la Giunta Sboarina, è il candidato sindaco della lista civica nata dal Comitato che in questi mesi si è speso per organizzare manifestazioni di dissenso contro la certificazione verde

C'è un nuovo concorrente nella corsa a Palazzo Barbieri. Alle prossime elezioni amministrative parteciperà anche la lista civica del comitato Verona per la Libertà, che propone come candidato Alberto Zelger, attualmente consigliere comunale in orbita Lega nel capoluogo scaligero, il quale avrebbe garantito all'attuale primo cittadino il sostegno fino alla fine del mandato. 
La presentazione della lista si è tenuta nella tarda mattiata di giovedì 10 marzo sul Liston e, oltre al nuovo aspirante al ruolo di sindaco, ha visto la presenza della portavoce e presidente del comitato, Francesca Menin, e di uno dei fondatori, Maurizio Cutolo.

La scelta del candidato è caduta sul Zelger in quanto «fin dall’inizio ci ha appoggiato e sostenuto anche pubblicamente, mettendoci la faccia nell’inerzia di tutti i suoi colleghi: un candidato che conosce la macchina amministrativa perché vi ha lavorato per tre mandati consecutivi, dopo un’esperienza precedente come consigliere provinciale», spiegano da Verona per la Libertà, che dalla metà di luglio organizzano manifestazioni nel capoluogo contro il green pass: «Presto annunceremo la lista dei candidati al consiglio comunale, alcuni dei quali sono qui presenti: persone nuove, ma anche professionisti e imprenditori, estranee comunque ai partiti, che non hanno alzato un dito per cambiare la situazione».

Collaborazione con le associazioni dunque, ma nessun riferimento ai partiti, ritenuti tutti "complici" del Governo che ha imposto il green pass. Il rifiuto della certificazione verde è uno dei punti principali del programma, ritenuto «destinato ad esser strumento di controllo sociale», come ci ha riferito Francesca Menin, la quale ha inoltre specificato che il comitato ha anche altri «programmi per Verona», con al centro sempre il tema della "libertà". 

Questo il comunicato di presentazione letto nel corso della conferenza stampa da Alberto Zelger, che fornisce i tratti generici del programma della lista civica: 

«Da più di due anni è stato proclamato lo stato di emergenza - recita il comunicato -, che ha permesso al governo di scavalcare le leggi ordinarie; a questo si è aggiunta l’emanazione di dpcm e decreti legge sempre più restrittivi, che hanno gradualmente cancellato i diritti costituzionali, colpendo una categoria dopo l’altra (sanitari, personale della scuola, esercito e forze dell’ordine, over50) con la richiesta di un passaporto sanitario per esercitare i diritti più elementari: proibiti lavoro, spostamenti, alberghi, ristoranti, bar, spettacoli, sport, negozi, eccetera.
Tutto ciò è stato favorito da una propaganda martellante su tutti i media nazionali, finanziata dal governo, che ha demonizzato le posizioni contrarie di autorevoli scienziati, manipolando i dati e nascondendo i numerosi effetti avversi da vaccino. A questo si aggiunge il mancato aggiornamento del Piano pandemico nazionale, il divieto di autopsie e visite mediche a domicilio, la strenua difesa di un protocollo di cura inefficace e dannoso (tachipirina e vigile attesa), il boicottaggio delle cure domiciliari precoci e l’emarginazione di tanti medici fedeli soltanto al giuramento di Ippocrate. Tutto ciò ha causato folli divisioni e discriminazioni tra i cittadini, persino tra i nostri ragazzi a scuola
.

Anche Verona ha subito le conseguenze di questa folle politica: aziende ed esercizi commerciali che chiudono, lavoratori sospesi dallo stipendio, sorgere di nuove povertà, riduzione dei servizi sanitari per altre patologie, aumento dei disturbi psichiatrici anche tra i giovani, discriminazioni e minacce (togliere le cure gratuite ai non vaccinati, lockdown per i non vaccinati), allarme sociale provocato da affermazioni false o irrazionali (chi non si vaccina muore e fa morire gli altri, il green pass non è un arbitrio, ma una condizione per tenere aperte le attività economiche, i vaccinati non contagiano, il greenpass dà la garanzia di ritrovarsi fra persone non contagiose), rivelatesi veri e propri ricatti: o ti vaccini o ti tolgo lo stipendio e non puoi viaggiare sui mezzi pubblici; senza greenpass non puoi ritirare la pensione o pagare un bollettino postale; senza vaccino tuo figlio non può fare sport e viene discriminato a scuola, eccetera. Una libera scelta mascherata dalla presa in giro del consenso informato.

I partiti sembrano tutti allineati o fanno finta di opporsi per raccogliere voti tra gli scontenti. Anche a livello locale i nostri rappresentanti politici non alzano un dito e fanno finta di ignorare il problema. Ma è giunto il momento di portare la nostra voce anche dentro il palazzo. Abbiamo manifestato ogni settimana dal 24 luglio scorso in poi, nel silenzio della stampa e delle istituzioni; ora abbiamo deciso di “metterci la faccia”, scendendo in campo con una lista civica alle prossime elezioni amministrative, con lo slogan: "Scelte, non ricatti", come riportato sul nostro logo. Il greenpass non deve diventare una schedatura che divide gli italiani in buoni e cattivi, come fanno in Cina con il “credito sociale”.

È chiaro che si tratta di un problema nazionale, ma anche a livello locale si possono fare molte cose. Ne elenchiamo solo alcune, cui diamo la priorità, riservandoci di precisare il resto nel nostro programma elettorale:

  1. contrastare tutte le forme di discriminazione e di emarginazione sociale, da attuare con la resistenza passiva, con prese di posizione coraggiose e con opportuni stimoli rivolti agli organi istituzionali regionali e nazionali;
  2. promuovere l’approfondimento giuridico e scientifico su tutto ciò che riguarda i vaccini e gli effetti avversi, in un’ottica di trasparenza priva di conflitti d’interesse;
  3. aiutare l’economia di prossimità e di quartiere, per favorire le produzioni e il commercio locali, scoraggiando gli acquisti online presso le catene multinazionali;
  4. monitoraggio dei nuclei familiari in difficoltà e conseguenti azioni di sostegno; aiuti alle nuove coppie con particolare riferimento allo sviluppo della natalità; iniziative per sostenere la famiglia nel suo ruolo educativo, in collaborazione con gli istituti scolastici, le scuole per l’infanzia e gli asili nido;
  5. iniziative finalizzate a rimuovere i vincoli, che ostacolano le visite ai familiari in ospedale o nelle RSA, la fruizione dei servizi scolastici in presenza, l’accesso ai mezzi di trasporto e allo sport, il ricovero dei senzatetto nei dormitori; promozione della ventilazione meccanica controllata (VMC) nelle scuole;
  6. sinergie col mondo universitario per favorire un confronto di idee, libero dalle ideologie, democratico e aperto alle diverse opinioni;
  7. tutela dell’ambiente e della vivibilità dei quartieri; tutela della salute per quanto riguarda l’inquinamento elettromagnetico, favorendo l’informazione e la ricerca sugli effetti biologici da elettromagnetismo (Piano delle antenne), libera da conflitti d’interesse».

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