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Cà del Bue, via libera del Comune ai lavori. Bertucco: «Saranno riattivati i forni?»

Agsm Aim ha ottenuto il permesso a costruire ed entro un anno comincerà il riammodernamento dell'impianto per il trattamento dei rifiuti. Ma il PD in settima circoscrizione lamenta un scarsa comunicazione ai cittadini sul progetto

Entro un anno partiranno i lavori di ammodernamento e ampliamento dell'impianto di trattamento dei rifiuti di Cà del Bue. Il progetto presentato da Agsm Aim, dopo l'approvazione in Regione Veneto, ha avuto il via libera anche dal Comune di Verona, che ha rilasciato il permesso a costruire.
Agsm Aim intende trasformare la struttura di Via Matozze in un impianto in grado di trasformare rifiuti in biometano e di migliorare la differenziazione dei rifiuti con una migliore selezione del cosiddetto secco.

Politicamente, però, la questione è aperta, viste le critiche sorte dalle opposizioni. Per il consigliere di Verona e Sinistra in Comune Michele Bertucco: «Come in tutte le altre proposte di riqualificazione di Cà del Bue presentate da Agsm, anche stavolta manca all'appello la parte più interessante, ovvero il destino delle vecchie linee di forni per l'incenerimento che sono in totale disuso. Tutti i progetti e le proposte finora presentati sono andati a toccare singole parti dell'impianto, senza mai offrire una visione d'insieme di quello che dovrà essere in futuro Cà del Bue e soprattutto senza mai escludere esplicitamente la possibilità o l'opportunità di riattivare i forni quindi di far ripartire l’impianto di incenerimento».
Mentre i consiglieri del Partito Democratico in settima circoscrizione ha sottolineato «l'esistenza di un grave problema informazione nei confronti dei cittadini e di una mancanza di volontà di confronto con il territorio. Avevamo chiesto ad Agsm di venire in circoscrizione per fornire tutte le informazioni necessarie a capire quale sarà il futuro dell’impianto e del territorio e fugare i tanti dubbi e i tanti timori ancora irrisolti in particolare sul presunto definitivo abbandono della politica dell’incenerimento e ragionare dunque insieme sulle ricadute al territorio. Nulla di tutto questo è stato finora fatto. E silenzio anche sul fronte dell'informazione ai cittadini. Alla concertazione e al dialogo, Comune e Agsm hanno preferito calare dall'alto un progetto privo della necessaria informazione».

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