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Dopo Brexit il M5S rilancia il referendum sull’Euro e intanto il Regno Unito si spacca

Si vivono momenti concitati in Gran Bretagna dove nelle ultime ore sono state raccolte ben due milioni di firme per indire un nuovo referendum che riconsideri la scelta di abbandonare l'Ue. In casa nostra intanto gli euroscettici del M5S plaudono alla "democrazia diretta"

“Il Regno Unito è fuori dall'Unione Europea, Cameron si è dimesso. È l’effetto della decisione dei cittadini britannici con il referendum - così afferma l’On. Mattia Fantinati - È la strada più cara al Movimento 5 Stelle, quella di chiedere ai cittadini un parere sugli argomenti decisivi per i popoli, per questo motivo abbiamo raccolto le firme per il referendum sull’Euro, per far decidere agli italiani la sovranità monetaria".

La posizione dei 5 Stelle quando si parla di referendum e democrazia diretta è ben nota e certo non cambia all'indomani della Brexit, ma quello che sta accadendo in queste ore, così come ciò che è accaduto giovedì 23 giugno in Gran Bretagna, quel Regno Unito che ora sembra sempre più diviso, lascia spazio ad abbondanti dubbi circa ragionamenti forse un filino troppo semplicistici in merito alla cosiddetta "democrazia diretta".

Google Trends ha fatto sapere che dopo il voto al referenudm i cittadini britannici hanno inziaito a cercare sul più famoso motore di ricerca del Mondo "che cosa fosse l'Ue". Un sintomo evidente di come talvolta chi si reca alle urne non abbia necessariamente ben chiaro in merito a che cosa stia esprimendo il proprio parere. E sta di fatto che su temi come l'Unione Europea o simili, un conto è ragionare nei dettagli su come sia possibile migliorare le Istituzioni, ben altra cosa è indire un referendum popolare, voluto peraltro dallo stesso Cameron, consentendo a chi lo volesse di fare leva su argomenti di "pancia" (immigrazione, tasse, sanità e chi più ne ha ne metta) per sollecitare pulsioni isolazioniste e ideali revanscisti, così come in parte è avvenuto proprio nella terra di sua Maestà la Regina.

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È forse un caso la spaccatura generazionale tra giovani pro Ue e over 65 nostalgici della decantata grandezza di quell'Impero Coloniale che fu il Regno Unito? Ovviamente no, si tratta infatti di una frattura tra chi l'Europa Unita l'ha vissuta come "home" sin dalla propria nascita, e chi se l'è trovata fatta e finita a metà della propria vita, senza magari aver mai l'occasione di viverla davvero in prima persona. Una cosa è partecipare a progetti di studio internazionali quando si è diciotttenni, un'altra è sentirsi cittadini d'Europa soltanto quando ci sono gli Europei di calcio. Eppure in questo caso la democrazia diretta darà come frutto una serie di conseguenze che ricadranno verosimilmente non su chi ha fortemente voluto l'uscita dall'Ue, fascia anziana di popolazione, molto ampia e proprio per questo risultata vincente, ma destinata a scomparire mediamente in un paio di decadi, bensì proprio su chi continua ad essere esterrefatto dinanzi a una scelta simile, nonché sui figli stessi di queste nuove genrazioni.

Dal canto suo un esponente autorevole dei 5 Stelle come l'On. Fantinati, all'interno di una nota stampa, prosegue nel suo argomentare celebrativo della "democrazia diretta" ribadendo che (così come peraltro fatto anche nelle scorse ore da Matteo Salvini) "il LEAVE del Regno Unito sancisce il fallimento delle politiche comunitarie volte all’austerità e all’egoismo degli Stati membri, incapaci di essere una comunità", aggiungendo inoltre che "c'è però un'altra Europa, quella fatta dai cittadini che credono nella democrazia diretta. Vogliamo un'Europa che sia una "comunità" e non un'unione di banche e lobby. Ora la parola ai cittadini. Sicuramente con una nostra moneta, che potrebbe subire un'importante svalutazione, si potrebbe però accelerare il nostro export fatto di grandissime eccellenze realizzate soprattutto da piccole e medie imprese, senza subire limiti, dettami o pressioni dagli altri Paesi europei”.

Il problema non è certamente semplice, ma trasformare la Brexit in uno strumento utile ad incentivare l'uscita dall'Ue anche da parte dell'Italia, non tiene forse debitamente conto del fatto che il Regno Unito ha sì scelto di abbandonare il mercato unico europeo, senza però aver mai adottato la moneta unica, cosa che invece l'Italia ha fatto. Le due situazioni appaiono dunque difficilmente comparabili, ciò nonostante è significativo come in un clima, in parte anche giustificato, di generale euroscetticismo i movimenti di mezza Europa che osteggiano l'Ue si siano affrettati a cavalcare Brexit alla ricerca di nuovo consenso elettorale. Chiamare in causa i cittadini in casi simili non aiuto molto, purtroppo, a scongiurare il rischio di facili derive demagogiche che nessun appello alla "democrazia diretta" è di per se stesso in grado di scongiurare.

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