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Nuove misure e multe fino a 3mila euro ai trasgressori: bozza nuovo dl contro epidemia

Il nuovo dl prevede sanzioni pecuniarie più severe. La data del 31 luglio, nelle parole del premier, è «la data astratta dell'emergenza, decretata sin dal 31 gennaio», ma come specificato da Conte «siamo fiduciosi che ben prima si possa tornare alle nostre abitudini»

Nuove misure e nuove competenze decisionali per le regioni nel fronteggiare l'emergenza. È questo, anzitutto, il sentore che trapela durante queste concitate ore che la politca e tutti i cittadini stanno vivendo nella giornata di oggi, dinanzi all'epidemia di coronavirus "Sars-CoV-2" e la necessità di arginare la diffusione del contagio. Si è svolto a Palazzo Chigi dalle 14 il Consiglio dei Ministri che recava come ordine del giorno anche il seguente capitolo: "Decreto Legge - Misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19".

In merito, sin dal mattino stava circolando una bozza, o forse più d'una, che rivelerebbe alcune delle possibili nuove misure e che, in parte, già in serata sono poi state confermate in via ufficiale. Tra queste nuove direttive vi era l'indicazione che «il mancato rispetto delle misure di contenimento» comporti la punizione «con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 500 a euro 4.000». Il premier Conte ha poi specificato in conferenza stampa che il decreto legge ufficiale prevede «la multa da 400 euro fino a 3.000 euro».

Nella bozza del nuovo decreto emergeva poi la possibilità di estendere «una o più misure tra quelle di cui al comma 2, per periodi predeterminati, ciascuno di durata non superiore a trenta giorni, reiterabili e modificabili anche più volte fino al 31 luglio 2020». Quella del 31 luglio è, secondo le parole stesse del premier, «la data astratta dell'emergenza, decretata sin dal 31 gennaio di quest'anno quando all'inizio abbiamo dichiarato l'emergenza nazionale». Per quel che concerne le misure vi sarebbe quindi la «possibilità di modularne l’applicazione in aumento ovvero in diminuzione secondo l’andamento epidemiologico del predetto virus». Lo stesso Conte, nel corso della successiva conferenza stampa, ha poi specificato a titolo di ulteriore chiarimento che «siamo fiduciosi che ben prima di quella scadenza che avevamo ipoteticamente fissato all'inizio si possa tornare alle nostre abitudini di vita».

In attesa di poter visionare il dl ufficialie, facendo sempre riferimento alla bozza del nuovo decreto circolata, questa illustrava inoltre la possibilità concessa alle singole regioni di «introdurre ovvero sospendere l’applicazione di una o più delle misure», ma dovendo poi comunicare il proprio operato al Consiglio dei Ministri che dovrebbe convalidare o meno entro sette giorni le ordinanze regionali. Una possibilità che lo stesso premier Conte, pur senza dettagliarne le modalità, ha comunque confermato nel corso della conferenza stampa delle ore 18.20 di oggi. Una simile autonomia decisionale, tramite un analogo meccanismo, sarebbe quindi riservata anche ai sindaci, i quali potrebbero a loro volta, sempre stando alla bozza del dl, «introdurre ovvero sospendere nel territorio comunale, con propria ordinanza, l’applicazione di una o più delle misure», dovendo poi «entro ventiquattro ore dalla sua adozione» comunicare il contenuto dell'ordinanza alla Regione. L'ordinanza, anche in questo caso, avrebbe una validità di sette giorni, durante i quali la Regione potrebbe «confermarne l’efficacia per trenta giorni, rinnovabili nei casi e con i limiti di cui all’articolo 1, comma 1». 

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