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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Il biotestamento è legge, Salemi: "Nuova pagina dei diritti civili". PdF: "È contro la vita"

L'approvazione della nuova legge in materia di "fine vita" che introduce le Dat (Disposizioni anticipate di trattamento) ha scatenato un vivace dibattito anche a livello della politica locale

La legge che introduce in Italia il biotestamento è stata approvata ieri con 180 voti favorevoli, 71 contrari e 6 astenuti. Commentando la votazione, il premier Paolo Gentiloni ha dichiarato: «Dal Senato via libera a una scelta di civiltà. Un passo avanti per la dignità della persona». Ma che cosa prevede esattamente questa nuova legge? Di fatto viene introdotta, entro certi limiti, la possibilità per chiunque di interrompere le terapie alle quali si è sottoposti, interruzione che prima sarebbe dovuta passare per le aule dei Tribunali. In particolare è fornita a tutti i maggiorenni la possibilità di dare delle disposizioni anticipate in merito, vale a dire un soggetto sano può preventivamente certificare le proprie volontà in materia, nel caso in cui in un futuro prossimo o lontano si trovasse sottoposto a terapie che lo mantengono in vita, ma in condizioni da non potersi esprimere circa la volontà o meno di continuare a ricevere tali cure. 

Secondo la nuova legge anche l'idratazione e la nutrizione artificiale sono state equiparate agli altri trattamenti sanitari e pertanto diviene possibile per chiunque rifiutarle, oppure chiedere a un certo punto che cessi la loro somministrazione. Anche in questo caso dunque vale il "dispositivo" delle Dat (Disposizioni anticipate di trattamento), attraverso le quali sarà possibile esprimere in anticipo le proprie volontà redigendo un documento per atto pubblico o tramite scrittura privata autenticata o consegnata presso l'ufficio dello stato civile del Comune di residenza. Le Dat potranno essere modificate dall'interessato in ogni momento e saranno revocabili, in casi d'urgenza, anche semplicemente a voce. 

Per quanto riguarda i medici, la nuova legge lascia comunque margini per rifiutare le disposizioni anticipate rilasciate dal paziente, ad esempio nel caso in cui siano state scoperte terapie delle quali il paziente non era a conoscenza e che ne potrebbero migliorare la condizione. Secondo alcuni, inoltre, la legge prevede sì il diritto del paziente di rifiutare le cure, ma descrive anche in modo piuttosto generico le condizioni nelle quali un medico può rifiutarsi di seguire le volontà del malato, lasciando in un certo senso margine per un'obiezione di coscienza del medico e di fatto non vincolandolo ad alcun "obbligo professionale" in merito. Ad ogni modo, il paziente potrà sempre, dinanzi a un eventuale rifiuto del medico circa l'interruzione delle terapie, rivolgersi ad un altro medico della stessa struttura ospedaliera. 

La soddisfazione di Orietta Salemi

Sull'argomento si è ben presto scatenato un vivace dibattito anche per quanto riguarda la politica locale veronese. Soddisfatta l'esponente del Partito democratico e consigliera regionale Orietta Salemi: «Oggi si scrive una nuova pagina dei diritti civili dei cittadini. Una pagina importante che, come hanno drammaticamente dimostrato alcuni casi anche di cittadini veneti, dà risposte concrete a bisogni e richieste che venivano a gran voce. Sono consapevole che di fronte a queste situazioni occorre procedere in punta di piedi e con estremo rispetto nei confronti di ogni singolo sentire, perché  si tratta di un tema delicato e complesso. Ma dare la possibilità di scelta significa offrire un’opportunità importante legata alla dignità della persona».

Biotestamento, il "no" del Popolo della Famiglia

Nettamente contrario all’approvazione del biotestamento, invece, si è detto il Popolo della Famiglia: «La legge è stata approvata, il governo ha fatto veramente qualcosa  di sinistro - sottolinea Filippo Grigolini, coordinatore provinciale e regionale del Popolo della famiglia - È una legge contro la vita, la persona e la famiglia. La risposta al dolore è la cura, non l’eliminazione fisica di chi soffre e non si può difendere. Esprimiamo - conclude Grigolini - la nostra solidarietà ai medici che con questa nuova legge vedono svilito il proprio ruolo unico di professionisti competenti in un rapporto di fiducia orientato alla vita e alla cura della persona».

Esulta Giorgio Pasetto di Area Liberal

Sulla questione è intervenuto anche Giorgio Pasetto, ex Consigliere comunale della Lista Tosi e Presidente di Area Liberal, Associazione politica veronese iscritta ai Radicali Italiani e che per anni ha portato avanti il tema del Testamento Biologico nella nostra città: «Ora che il Biotestamento è legge voglio ricordare questa battaglia di civiltà che anche a Verona ha visto scontri e resistenze durissime e in particolare nei confronti delle mie proposte per l’istituzione del registro dei testamenti biologici. Nonostante le politiche conservatrici, oggi il fine vita è più dignitoso per tutti».

«Voglio ricordare come molti Consiglieri comunali abbiano qui a Verona osteggiato in tutti i modi il Testamento Biologico. - prosegue quindi Pasetto - Così come per le unioni civili anche per il testamento biologico non è passato neppure un anno dalle nostre proposte alla approvazione della legge a livello nazionale. Quando per ben tre volte in sede di Consiglio comunale la mia mozione era stata “sabotata” facendo cadere ad arte il numero legale; alla quarta volta, invece, lo scorso marzo, avevano prevalso i "no" con 16 contrari, 13 favorevoli e 1 astenuto. La resistenza del mondo politico conservatore ha dimostrato qui a Verona scarsa lungimiranza rispetto a tantissime altre città italiane che nel frattempo avevano già provveduto ad introdurre il Registro per i Testamenti Biologioci creando un terreno fertile per la discussione a livello nazionale». 

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