Bilancio di Verona «a misura di famiglie» ma bocciato dalle circoscrizioni
Il sindaco Sboarina difende il documento economico proposto per il 2022: «La coperta è corta, ma i servizi essenziali restano invariati e aumentiamo la spesa sociale per le persone in difficoltà». Ma il PD attacca: «Un bilancio che delude tutti»
Il bilancio di previsione 2022 del Comune di Verona è tagliato a misura di famiglie e sociale, con il mantenimento di tutti i servizi erogati senza aumenti di tariffe a carico dei cittadini e con l'aumento delle risorse per le categorie fragili. Ma è anche un bilancio bocciato dalle circoscrizioni e questo mantiene acceso il confronto tra chi ha scritto il documento economico più importante dell'ente locale e chi lo vorrebbe cambiare.
L'amministrazione guidata dal sindaco Federico Sboarina ha scritto l'ultimo bilancio del suo mandato mettendo in evidenza lo sforzo di intervenire a sostegno del nucleo portante della comunità veronese. Infatti, se nel 2021 buona parte degli investimenti erano andati a sostegno della ripresa per le attività economiche, quest'anno la necessità è quella di non gravare sui bilanci familiari.
Dal punto di vista contabile, mancano nel 2022 i ristori dello Stato collegati alla situazione pandemica, ci sono minori entrate e aumentano i costi. Quindi, per mantenere invariato l'importo a carico del cittadino, i maggiori costi dei servizi utilizzati dalle famiglie sono coperti dal Comune. E in più viene aumentata la spesa in favore delle fasce più deboli.
«Abbiamo fatto un bilancio a misura di famiglie e categorie fragili - ha sottolineato il sindaco Federico Sboarina - Anche per il Comune la coperta è corta e abbiamo deciso di non gravare sui bilanci familiari continuando a fornire i servizi allo stesso prezzo. Nel 2021 abbiamo investito risorse per la ripresa economica, quest'anno il bilancio è a misura di famiglie e sociale. Tutto questo nonostante il 2022 sia il più difficile dal punto di vista da inizio pandemia. Lo dico dal 2020 che tutti gli effetti delle mancate entrate per il Comune si sarebbero riversate quest'anno, in cui non sono previsti nemmeno i ristori dello Stato. Sono per questo orgoglioso di mantenere invariati i servizi essenziali e, in alcuni casi, di aumentare la spesa sociale per le persone in difficoltà. Inoltre, il bilancio 2022 è gravato di spese impreviste di forte impatto. Quasi 6 milioni di euro, per i rincari energetici e 2 milioni 400 mila per il rinnovo del contratto del personale. Orgoglioso anche di non aver mai chiesto un euro in più ai veronesi».
Alle polemiche delle minoranze ha invece replicato l'assessore al bilancio Francesca Toffali: «Dicono che abbiamo aumentato le tasse locali, ma non le abbiamo mai toccate. Ed i cittadini se ne accorgono. Ad esempio, i genitori pagano sempre le stesse rette per la refezione scolastica. Dal 2018, nonostante il costante calo degli investimenti statati, abbiamo introdotto un'importante inversione di tendenza, garantendo una gestione più attenta dei servizi e soprattutto la riduzione delle spese inutili e gravose per il Comune. Un percorso che ha consentito di recuperare fondi importanti per sostenere le quattro macro aree di maggior interesse: famiglia e sociale, cultura e turismo, ordine e sicurezza, strade e giardini. È chiaro che chi critica il bilancio non è in grado di darne una precisa lettura, altrimenti non direbbe sciocchezze. Mi riferisco al presunto aumento delle esternalizzazioni dei servizi, che non riguardano consulenze ma, ad esempio, la gestione dell’illuminazione pubblica e della refezione scolastica. Ancora, sui soldi persi per l’Arsenale rassicuro che arriveranno. Infine, per quanto riguarda la bocciatura del bilancio nelle circoscrizioni, rispondo che la vera novità sarebbe stato il contrario, visto che il documento finanziario non è mai stato approvato e che nei parlamentini non abbiamo la maggioranza».
Eppure, la bocciatura del bilancio da parte delle circoscrizioni continua ad essere usata come strumento di critica da parte del Partito Democratico. «La proposta di bilancio ha deluso tutti i quartieri, da San Massimo a San Michele, da Cadidavid a Montorio - ha dichiarato il consigliere comunale Federico Benini, insieme ad altri consiglieri PD - Le circoscrizioni vengono lasciate con risorse ridotte al lumicino, invariate dal 2017. Vengono tagliate le spese per la manutenzione del territorio e sono rimandate, per il quinto anno consecutivo, le opere e gli interventi che i quartieri attendono anche da più di un decennio. Non ci sono i soldi per sistemare piazze, edifici pubblici e palestre. Gli sportelli polifunzionali decentrati rimangono chiusi. Ed il piano di eliminazione delle barriere architettoniche, finanziato con appena 100mila euro, resta confinato ai quartieri del centro storico. Mentre il piano triennale delle opere è una scatola vuota. Istruzione, diritto allo studio e politiche giovanili hanno subito un taglio di circa 6 milioni di euro. E da anni mancano le risorse necessarie a garantire anche soltanto il rinnovo della segnaletica stradale. Ristagnano perfino gli interventi finanziati dallo Stato: specie nel campo dell’edilizia scolastica progettazioni e gare vanno avanti al rallentatore. Infine, rimangono ancora ingenti somme dal 2019 da liquidare per i lavori affidati e non ancora terminati».