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Berlusconi, s a Galan Lega sempre pi sola

Dopo linvestitura del premier al governatore, i leghisti sono al bivio

Alla fine Silvio Berlusconi ha deciso. Lo ha fatto da solo, senza interpellare Umberto Bossi, nemmeno un colpo di telefono, alla faccia di chi diceva “decideranno loro”. No, ha deciso lui, la sera del suo 73esimo compleanno: è bastata una mano sulla spalla di Giancarlo Galan, appostato da ore a palazzo Grazioli in attesa del premier, per lanciare il governatore verso l’ennesima riconferma. Una mossa che ha lasciato di sasso la Lega, che da settimane andava minacciando la corsa in solitaria in caso di ricandidatura di Galan.

E adesso? Ora le carte sono scoperte. Del resto, il Doge di Venezia aveva già rinunciato a qualsiasi soluzione alternativa, dicendo no a tutti i “premi di consolazione” che gli erano stati proposti in cambio di un suo passo indietro. Il Veneto a tutti i costi, in altre parole. Esattamente quello che ha sempre detto anche la Lega. Tutti convinti di potercela fare, i leghisti, a cominciare da Flavio Tosi e Luca Zaia, i due principali candidati alla successione di Galan: “Se ci costringeranno andremo da soli, ma non so quanto convenga a quelli del Pdl, i sondaggi li hanno anche loro”.

Tutti sicuri di spuntarla, da una parte e dall’altra. Bocciata strada facendo anche l’ipotesi “primarie del centrodestra”: troppo difficile fare le regole, mettere d’accordo due anime che ormai sono già salite sulle barricate pronte allo scontro. Ora la palla passa alla Lega. Che a questo punto dovrà decidere, una volta per tutte, che cosa fare. Il Pdl sta con Galan, dopo Cortina e dopo la pacca sulla spalla del premier non ci sono più dubbi. Dunque, che fa la Lega? Insiste nel muro contro muro e candida uno tra Tosi e Zaia, andando allo scontro frontale senza elmetto e senza nessuna certezza di vincere, visto che Galan può tirare dalla sua parte anche l’Udc e pezzi di centristi in libera uscita dal Pd? Oppure provare con il piano C? Perchè ambienti leghisti pare abbiano fatto sapere che un piano C si potrebbe trovare. Magari convergendo su un altro nome, il terzo oltre ai due litiganti.

Uno che ad Arcore è di casa, e nella cui villa in riva al lago, tra le altre cose, si sono decisi i destini di palazzo Barbieri con la famosa rinuncia di Meocci e il lancio di Tosi. Sì, e se fosse Aldo Brancher l’uomo che mette d’accordo, di nuovo, Lega e Pdl? Certo, se così fosse servirebbe un volontario in grado di spiegarlo a Galan....

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