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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Berlusconi, il presidenzialismo e le dimissioni di Mattarella. Zardini: «Attacco alle istituzioni». Il cavaliere nega

«Per modificare la Carta serve un’assemblea eletta col proporzionale», afferma il deputato veronese del Pd Diego Zardini. Silvio Berlusconi replica: «Non ho mai attaccato il presidente Mattarella, né mai ne ho chiesto le dimissioni»

«Al centrodestra faccio un appello. Non si scherzi col fuoco o ci si scotta. Cambiare la Costituzione non è uno scherzo e un cambio radicale e stravolgente come quello nel programma di centrodestra, trasformare la nostra Repubblica in presidenziale, mai tentato dalla nascita della Repubblica non può essere fatto da una maggioranza parlamentare ma necessita almeno di una Assemblea Costituente eletta con metodo proporzionale». Ad affermarlo in una nota è il deputato veronese del Partito Democratico Diego Zardini. 

Lo stesso esponente dem quindi puntualizza: «Sarebbe intollerabile che una parte politica imponesse al paese un simile cambiamento senza spiegare agli elettori tutte le conseguenze politiche, istituzionali. L’attacco di Berlusconi a Mattarella svela forse il più rilevante, quello sui tempi di transizione tra un sistema e quello futuro. Presidente della Repubblica e parlamento hanno durate degli incarichi diversi proprio per aumentare le garanzie costituzionali e democratiche, - ricorda il parlamentare dem Diego Zardini - per cui immaginare di chiedere le dimissioni una volta approvata la riforma costituzionale è di una gravità assoluta».

Onorevole Pd Verona Diego Zardini - foto profilo Facebook

On. Diego Zardini (Pd Verona) - foto profilo Facebook

Il riferimento dell'on. Diego Zardini è alle recenti parole pronunciate dal cavaliere Silvio Berlusconi che in precedenza aveva già annunciato la propria candidatura al Senato per le prossime elezioni del 25 settembre (escludendo però quella alla presidenza del Senato «nella maniera più assoluta»). Il leader di Forza Italia, parlando a Radio Capital, ha detto: «È dal 1995 che io ho proposto un sistema presidenziale. È un sistema perfettamente democratico, che anzi esalta la democrazia, consentendo al popolo sovrano di scegliere direttamente da chi vuole essere governato. In America e in Francia, - ha aggiunto Silvio Berlusconi - non sarebbe possibille quello che è accaduto in Italia, dove da 14 anni, dall'ultimo mio governo, non vi è più stato un governo che fosse espressione diretta della volontà degli elettori».

Idea quest'ultima che, evidentemente, non può essere fino in fondo ritenuta accettabile, poiché in Italia qualunque governo si venga a formare in parlamento a seguito di libere e democratiche elezioni è, per sua stessa natura, «espressione diretta della volontà degli elettori». Questi ultimi infatti, nella logica delle cose che costituiscono una democrazia parlamentare come quella italiana, fondata sul principio della "rappresentanza" politica, votano scegliendo appunto i propri rappresentanti in parlamento (e non il governo). Una volta eletti, è a loro che il presidente della Repubblica nella prassi si rivolge attraverso delle formali "consultazioni" per individuare una figura che possa ottenere un mandato al fine di formare un governo. In Italia non si è mai votato per eleggere un governo, si vota infatti per eleggere un nuovo parlamento, dal quale poi potrà nascere un governo qualora le forze parlamentari elette trovino il modo di dargli forma e sostanza. Spetta infatti al Capo dello Stato nominare ufficialmente il presidente del Consiglio e, su proposta di questi, anche i ministri. Il presidente del Consiglio, anche qualora non risulti eletto "dal popolo" poiché eventualmente non candidatosi alle precedenti consultazioni (come è stato ad esempio per Mario Draghi), per poter governare deve comunque ottenere la fiducia del parlamento stesso che, pertanto, legittima la formazione del governo attraverso una duplice votazione, alla Camera ed al Senato, da parte dei parlamentari eletti, loro sì, direttamente "dal popolo": «Il governo - recita l'art. 94 della Costituzione - deve avere la fiducia delle due Camere. Ciascuna Camera accorda o revoca la fiducia mediante mozione motivata e votata per appello nominale».

Ad ogni modo, Silvio Berlusconi con riferimento sempre al presidenzialismo ha aggiunto: «Penso sia una cosa molto positiva per l'Italia e per gli italiani». A questo punto l'intervistatore di Radio Capital ha chiesto esplicitamente se, nel caso venisse adottato il sistema presidenzialista in Italia con apposita riforma, allora il presidente Mattarella si dovrebbe dimettere o meno. Questa la risposta di Silvio Berlusconi: «Se entrasse in vigore questa riforma penso che sarebbero necessarie le dimissioni del presidente Mattarella per andare ad elezione diretta di un nuovo presidente che, guarda caso, potrebbe essere ancora lui». In merito invece alla possibilità che a candidarsi al ruolo di Capo dello Stato possa essere un giorno lo stesso Silvio Berlusconi, il cavaliere ha chiosato: «Parliamo delle cose di adesso, il futuro è ancora nelle braci degli dei...».

Parole che, come già visto, non sono affatto piaciute all'on. Diego Zardini, il quale ha commentato ulteriormente con toni accesi: «Questo non è solo un attacco a Mattarella ma alle istituzioni e alle libertà democratiche garantite dalla figura del Capo dello Stato. Dico agli apprendisti stregoni, non stravolgete la Costituzione senza una Assemblea Costituente o meglio, smettetela con una propaganda pericolosa e irresponsabile, o almeno tenete al riparo le istituzioni».

Tuttavia, lo stesso presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, ha respinto ogni accusa replicando a quanti in queste ore stanno criticando le sue parole pronunciate a Radio Capital. Il cavaliere, infatti, in una nota pubblicata sui social ha spiegato: «Non ho mai attaccato il presidente Mattarella, né mai ne ho chiesto le dimissioni. Ho solo detto una cosa ovvia e scontata, - ha precisato Silvio Berlusconi - e cioè che, una volta approvata la riforma costituzionale sul presidenzialismo, prima di procedere all’elezione diretta del nuovo Capo dello Stato, sarebbero necessarie le dimissioni di Mattarella "che potrebbe peraltro essere eletto di nuovo". Tutto qui: una semplice spiegazione di come potrebbe funzionare la riforma sul presidenzialismo proposta nel programma del centro-destra. Come si possa scambiare tutto questo per un "attacco a Mattarella" rimane un mistero. O forse si può spiegare con la malafede di chi mi attribuisce un’intenzione che non è mai stata la mia», ha concluso lo stesso Silvio Berlusconi.

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