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Verona nega spazi a Paolo Berizzi? «No. Se vuole una sala, faccia richiesta»

Il giornalista ha dichiarato di non riuscire a trovare luoghi nel capoluogo scaligero per presentare il suo ultimo libro, in cui Verona viene descritta come città laboratorio dell'estrema destra. Secca la smentita del Comune

Dal 26 ottobre scorso è disponibile nelle librerie l'ultima opera del giornalista e scrittore Paolo Berizzi, un libro-inchiesta dal titolo È gradita la camicia nera: Verona laboratorio dell'estrema destra tra l'Italia e l'Europa, edito da Rizzoli. E non c'è molto da aggiungere al titolo per farsi un'idea dei contenuti di un libro che parla del presente, del passato e forse anche del futuro di Verona e dell'Italia.

Un'opera che l'autore sta presentando dove gli viene data la possibilità di farlo. Un possibilità che sembra essergli negata proprio nella città raccontata nel libro. Stando a quanto dichiarato in più occasioni dallo stesso Berizzi, né lui né la sua casa editrice sarebbero in grado di trovare a Verona uno spazio per la presentazione.
Una sorta di «boicottaggio silenzioso» per usare le parole di Osca Tosi e Gabriele Scaramuzza, esponenti di Articolo Uno. «Sarebbe davvero preoccupante se fosse in atto un tentativo di silenziare una delle più importanti firme del giornalismo d'inchiesta italiano. Tanto più se questo silenziamento fosse dovuto al fatto che lo scritto di Berizzi obbliga a fare i conti con una realtà, quella dell’estrema destra veronese, che va riconosciuta e denunciata per quello che è», hanno aggiunto Tosi e Scaramuzza, chiedendo al Comune di Verona di offrire uno spazio per la presentazione del libro di Berizzi.

La risposta del Comune è stata affidata Marco Padovani, assessore al decentramento ovvero agli uffici che gestiscono le sale pubbliche. Padovani parla di «chiasso» creato per far promozione al libro. Un'«operazione commerciale» a cui anche il partito Articolo Uno si sarebbe prestato. «Se l'autore vuole una sala pubblica non deve fare altro che fare domanda agli uffici comunali, come fanno tutti i normali cittadini, cosa che al momento non è stata fatta. A nessuno è mai stata negata la sala, nemmeno a Paolo Berizzi».
Nessun boicottaggio, dunque. Nessuno spazio negato al giornalista che in passato ha potuto parlare dei suoi libri anche a Verona. E anche se nel 2019 qualcuno cercò di togliergli la Sala Lucchi per la presentazione di NazItalia, alla fine l'evento ci fu senza problemi di ordine pubblico. «Esattamente come stavolta, anche allora fu fatta girare la notizia che chissà cosa gli sarebbe successo a Verona - ha aggiunto Padovani, riferendosi sempre a Berizzi - Non mi risulta che nessuno gli abbia fatto nulla, ma il copione di far precedere la sua venuta dalle polemiche è oramai sempre lo stesso. Un giochino montato ad arte forse perché teme che i veronesi non siano interessati al suo libro o perché spera di utilizzare la nostra città per avere una ribalta nazionale. Una cosa sicuramente i veronesi si ricordano di lui, ed è il tweet per il tragico nubifragio del 26 agosto 2020».
In quel messaggio condiviso su Twitter, Berizzi diceva di essere vicino alla città e ai cittadini messi in ginocchio dal maltempo, ma aveva anche aggiunto: «I loro concittadini nazifascisti e razzisti che da anni fomentano odio contro i più deboli e augurano disgrazie a stranieri, negri, gay, ebrei, terroni, riflettano sul significato del karma». Parole che avevano scatenato una grande polemica seguita dalle scuse del giornalista.

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