In Piazza Bra gazebo con bandiere delle repubbliche del Donbass, +Europa attacca
Il banchetto era stato allestito per far conoscere l'organizzazione di volontariato Aiutateci A Salvare I Bambini, che si occupa di bimbi russofoni. Sorina e Dalai chiedono una verifica: «Si è trattato di svista, mancata sorveglianza o colpevole compiacenza?»
Ha sicuramente destato curiosità il gazebo allestito sabato scorso, 16 aprile, in Piazza Bra per conto dell'organizzazione di volontariato Aiutateci A Salvare I Bambini (Aasib). Alla copertura del banchetto, infatti, sono state esposte le due bandiere delle auto-proclamate repubbliche di Donetsk e di Lugansk. Due simboli ad alto potenziale polemico che hanno fatto scattare le critiche di Più Europa Verona.
«Chi salva un bambino, salva il mondo intero», è il motto dell'Aasib, associazione che dal 2001 aiuta bambini ad ottenere cure che altrimenti non riuscirebbero ad avere. L'organizzazione si occupa di bambini in Russia o in Paesi dove sono presenti comunità russofone. Una scelta, quella di operare a sostegno dell’infanzia russa, così motivata: «Nonostante l'immagine fuorviante narrata, in Russia e nei Paesi ove vivono popolazioni russofone persistono ampie fasce di popolazione estremamente bisognose di aiuto. Dietro l'immagine di una Russia in costante crescita economica e ricca di risorse naturali si nasconde un mondo di bambini ammalati, invalidi, vittime di violenze, di atti terroristici e di guerre. È la Russia che non si vede in tv, la Russia taciuta, la Russia che soffre».
Una missione lodevole quella dell'Aasib, ma il gazebo allestito in Piazza Bra per far conoscere l'associazione è stato notato per altro. Su di esso erano state attaccate due bandiere, quella della Repubblica di Donetsk e quella della Repubblica di Lugansk. Sono le due regioni del Donbass contese tra Ucraina e Russia. Le due repubbliche si sono auto-proclamente e sono state riconosciute dalla Russia. Un riconoscimento cui ha fatto seguito l'invasione dell'Ucraina.
Le bandiere delle due repubbliche non sono quindi due simboli neutri e metterli in mostra implica una certa vicinanza a posizioni filorusse nel contesto bellico. Per questo Più Europa Verona è intervenuta con una nota firmata da Marina Sorina e Lorenzo Dalai, i quali hanno attaccato anche l'amministrazione per aver autorizzato la presenza del gazebo dell'Aasib in piazza. «L'aspetto più inquietante è che l'organizzazione di volontariato, che supponiamo sia stata autorizzata ad occupare lo spazio pubblico, vorrebbe tutelare i bambini russofoni del Donbass. Questo proprio quando ogni giorno si apprende che decine e decine di bambini ucraini, proprio in quelle terre, sono stati strappati alle loro famiglie e deportati in strutture russe con non ben precisati scopi, oggetto di indagini di organizzazioni internazionali, dall’Onu alla Corte Internazionale dell’Aja. Si tratta di interventi da parte dell’esercito russo al di fuori dal contesto degli aiuti umanitari e che si aggiungono alle brutali violenze, torture ed uccisioni della popolazione civile, oltre alla devastante distruzione del territorio. Si ravvisano, quindi, estremi per configurare crimini di guerra, e da più parti si è anche iniziato a parlare di genocidio nei confronti del popolo ucraino. Chiediamo pertanto che l’amministrazione verifichi attentamente cosa è successo: se si è trattato di semplice svista, di mancata sorveglianza o di colpevole compiacenza. Nel contempo ci siamo attivati perché alcuni parlamentari sollevino il problema nelle sedi opportune».
Da parte sua, l'Aasib ha precisato che sabato 16 aprile non era in Piazza Bra. «In questo periodo - ha spiegato - moltissimi gruppi informali, singoli cittadini, associazioni stanno facendo conoscere la nostra opera in favore di tutti i bambini coinvolti nel conflitto. Dal 2014 aiutiamo bambini ucraini e bambini del Donbass senza alcuna bandiera di parte. Bambini vittime della guerra come i bambini russi dal 2001 vittime del terrorismo e gravemente ammalati. Chi decide di aiutarci facendoci conoscere decide in autonomia le forme ed i modi per farlo. Da parte nostra li ringraziamo per il sostegno, non sindacando il loro modus operandi».