Ambasciata ucraina: «A Mosca 5 bimbi arrestati». Consiglio Veneto condanna l'«invasione da parte della Russia»
I cinque piccoli sarebbero stati arrestati per aver posto dei fiori davanti all'ambasciata d'Ucraina a Mosca e per aver portato dei cartelli con la scritta "No alla guerra". Dal Consiglio del Veneto intanto è stata approvata una risoluzione condivisa di condanna dell'«invasione dell’Ucraina da parte della Russia»
«Putin è in guerra anche contro i bambini. In Ucraina, dove i suoi missili hanno colpito asili e orfanotrofi. Adesso soffrono anche i bambini russi. David e Sofia (7 anni), Matvey (9 anni), Gosha e Liza (11 anni) sono stati arrestati questa notte a Mosca per i loro poster "No to war" ("No alla guerra", ndr). Ecco cos’è la paura». La denuncia arriva direttamente dall'Ambasciata d'Ucraina in Italia che ha anche diffuso le fotografie dei bambini arrestati. Secondo quanto riportato dal quotidiano russo novayagazeta.ru, uno dei pochi giornali indipendenti ancora attivo in Russia, nonché da un membro dell'opposizione russa a Vladimir Putin che ha divulgato le foto, i bambini sarebbero stati arrestati per aver deposto dei fiori all'ambasciata dell'Ucraina insieme con i genitori. In seguito gli stessi bimbi sarebbero stati rilasciati. La madre di un paio di questi bambini, una donna russa che si dice "pacifista" e su Facebook ha aggiunto alla propria immagine profilo la bandiera dell'Ucraina, ha poi raccontato in un lungo post l'intera vicenda (di seguito disponibile nella traduzione automatica di Facebook).
È questa solo l'ultima delle notizie che lasciano certamente margini a diverse riflessioni circa la politica interna del governo di Putin durante lo svolgimento della guerra in Ucraina. Sempre novayagazeta.ru denunciava nelle scorse ore la decisione governativa di «rimuovere il sito web del canale televisivo Dozhd e l'Echo of Moscow», in entrambi i casi poiché ritenuti responsabili di «false informazioni sulle azioni dell'esercito russo nell'ambito di una "operazione militare speciale" in Ucraina». Il governo russo così come i media russi maggiormente allineati, infatti, continuano a definire l'invasione dell'Ucraina da parte dell'esercito di Mosca un'«operazione militare speciale», evitando categoricamente di menzionare parole come «aggressione», «invasione», o persino «guerra». La soppressione dei due citati canali d'informazione "scomodi", è stata definita in un comunicato di redazione da novayagazeta.ru «una grossolana interferenza nelle attività dei mass media», specificando inoltre che «questo è un fatto non mascherato di censura per accompagnare le operazioni militari» e dicendosi pronti come giornale ad ospitare le storie dei colleghi giornalisti di Echo of Moscow e Dozhd.
Post Facebook Novayagazeta
Decisamente diversa è invece la narrazione che è emersa in Consiglio regionale del Veneto, dove quest'oggi è stata approvata in modo condiviso una risoluzione di condanna dell'«invasione dell’Ucraina da parte della Russia». Il testo approvato fa la sintesi di sei risoluzioni presentate in aula dai primi firmatari, Giacomo Possamai (Pd), Tomas Piccinini (Veneta Autonomia), Alberto Villanova (Lega/LV), Gabriele Michieletto (Lega/LV), Raffaele Speranzon (Fratelli d’Italia) ed Elisa Venturini (Forza Italia). Nelle premesse della risoluzione condivisa si ricorda che «la situazione di crisi tra Russia e Ucraina si è fortemente aggravata quando nel 2014, dopo la rivoluzione di Euromaidan e la fine della Presidenza Janukovy?, la Russia ha annesso la penisola di Crimea, a seguito di un referendum non riconosciuto dagli organismi internazionali, e fornito supporto ai movimenti separatisti dei russi in Ucraina orientale, nella regione del Donbass». Viene poi rammentato come «il conflitto armato nella regione del Donbass abbia provocato oltre 14 mila morti, e migliaia di persone hanno dovuto abbandonare le proprie case e le proprie famiglie». Nel documento appare poi chiara la distinzione tra aggressore ed aggrediti: «Nella mattina di giovedì 24 febbraio 2022 la Russia ha iniziato ad invadere altre regioni dell’Ucraina. Dal 24 febbraio ad oggi non si sono mai fermati i bombardamenti e le azioni militari da terra delle forze armate russe che, anzi, si sono intensificati giorno dopo giorno, colpendo obiettivi militari e civili».
Giacomo Possamai e Vanessa Camani
Tra le affermazioni della risoluzione approvata oggi dal Consiglio del Veneto quella che definisce la guerra «un’avventura senza ritorno», sottolineando che «non ci sono giustificazioni alla follia criminale: è inconcepibile e inaccettabile che nel terzo millennio si debba assistere al bombardamento di città europee». Alla luce di ciò, «l'obiettivo deve essere quindi un immediato cessate il fuoco, che porti al ritiro delle truppe russe e alla ripresa di un dialogo favorito dall'Unione Europea, che ripristini la piena sovranità ed indipendenza dell’Ucraina».
Al termine dei lavori del Consiglio regionale, il gruppo del Partito Democratico Veneto con il capogruppo Giacomo Possamai e i colleghi Anna Maria Bigon, Vanessa Camani, Jonatan Montanariello, Andrea Zanoni e Francesca Zottis, oggi in aula con coccarde gialloblu in segno di vicinanza alla popolazione ucraina aggredita, spiegano: «La risoluzione approvata oggi in Consiglio regionale speriamo archivi definitivamente la stagione dell’ambiguità nei confronti di Putin. Bene che sia arrivata una condanna totale di chi ha ordinato questa invasione, frutto di un’escalation che parte da lontano. Abbiamo ritirato la nostra risoluzione, convergendo su un testo unico dove è netta la distinzione tra aggressori e aggrediti. L’attacco al governo legittimo di Kiev è solo l’ultimo tentativo di Mosca di destabilizzare l’area in totale spregio al diritto internazionale: nel 2008 era toccato alla Georgia e nel 2014 ancora all’Ucraina con occupazione e annessione della Crimea».
Anche il capogruppo di Fratelli d'Italia in Veneto, Raffaele Speranzon, ha ribadito la necessità della risoluzione di condanna appena approvata in Consiglio regionale: «Non possiamo che condannare con fermezza l’aggressione militare russa nei confronti dell’Ucraina, ed esprimere la nostra solidarieta? al popolo ucraino assicurando accoglienza alle tante donne e ai bambini in fuga dalla guerra. Il governo in questa delicatissima situazione deve intervenire con decisione e accortezza in due diversi campi. - ha poi aggiunto Raffaele Speranzon - Da un lato, quello politico-economico per preservare gli interessi nazionali dagli inevitabili riflessi economici che la guerra comportera?, dall'altro, quello umanitario, preparandosi ad accogliere i profughi civili dell'Ucraina».