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Bagarre in Giunta. Tosi: "Non tollero critiche"

Presa di posizione contro gli assessori aennini. Giorgetti: "Il sindaco ha esagerato"

La Finanziaria rischia ora di creare più problemi politici che economici. E se i tagli agli enti locali previsti dalla manovra non dovessero bastare, ora anche gli assessori rischiano il “taglio”: quello delle deleghe. A questo si potrebbe pensare dopo la querelle scoppiata ieri a palazzo Barbieri durante la movimentata seduta di Giunta. Per il sindaco Tosi “i panni sporchi si lavano in famiglia”.

E lo ha chiarito in aula ai suoi tre assessori pidiellini Bertacco, Padovani e Sboarina che giorni fa avevano sollevato le presunte contraddizioni sull’operato della Lega riguardo i provvedimenti di Tremonti. “I problemi della Giunta si risolvono all’interno- dichiara Tosi- I programmi sottoscritti devono essere rispettati da tutti. Non ha senso che piovano critiche dai miei stessi assessori. Anche perché nei vari incontri istituzionali non ho mai mancato di difendere i vari assessorati facendo il mio lavoro di sindaco. Capisco che i tre colleghi abbiano timore sugli effetti che i tagli avranno sulle rispettive competenze, ma ciò non li autorizza a prendere posizioni così estreme e rivolgersi ai giornali per diffondere il loro malcontento. In Giunta ho voluto sollevare il problema per richiamare tutti quanti alle buone usanze del Comune: eventuali repliche e critiche possono provenire da onorevoli, politici esterni ed opinionisti. Non da assessori che ho nominato direttamente”.

Ora la situazione si è capovolta, con gli ex-An esposti al fuoco alleato. Quello stesso Carroccio, che dalle loro dichiarazioni, sembrava volesse espandersi a macchia d’olio a Verona, tagliando fuori i colleghi del Pdl e che, come riportavano gli assessori, “in città critica predica contro la manovra e a Roma la firma plaudendo a Tremonti”. Sulla vicenda i tre politici non parlano, e non rispondono. Il cellulare che squilla a vuoto potrebbe già da solo ipotizzare che la faccenda si sia già smontata e che tutto sia rientrato. A promuovere il silenzio stampa d'ordinanza, con accento indispettito, è Stefano Bertacco: "Di questa cosa non parlo più. Non ho nulla da dichiarare. Se dovessi decidere preparerò un comunicato". Non mancano, tuttavia, i commenti dai colleghi di Giunta.

“Ho visto una netta presa di posizione del sindaco- commenta l’assessore Vittorio Di Dio- Che a quanto pare non aveva gradito le dichiarazioni dei colleghi. E’ stato molto esplicito ammonendo qualsiasi intervento che critichi la linea di Giunta. Non tollera che gli ‘sparino addosso’, i suoi uomini, quegli stessi assessori che lui ha scelto per sedere a palazzo Barbieri”. Ma se nessuno può contestare potrebbe sorgere il dubbio che si tenti di instaurare un clima di “terrore”. “Un’ipotesi assurda- continua Di Dio- Tosi ha solo cercato di chiarire con i colleghi la posizione compatta che deve essere mantenuta. Ognuno ha il diritto di criticare, purchè lo faccia assumendosi le proprie responsabilità e non estremizzando la situazione. Le misure introdotte dalla Finanziaria e su cui sono intervenuti i tre assessori sono fumose e ancora in stallo. Attualmente c’è il rischio di ‘fasciarsi la testa prima di rompersela’: le previsioni non chiariscono ancora chi, dove e cosa dovrà essere tagliato. E, va da sé, ogni atteggiamento e comportamento deve essere formale e ponderato rispetto alla situazione. Ne va dell’armonia della Giunta stessa”.

Non lesina un intervento anche l'assessore regionale Massimo Giorgetti, uomo di punta del Pdl veronese: "Ogni componente di Giunta, è di nomina politica indicata dai partiti e quindi mantiene il diritto e il dovere di fare le proprie osservazioni. I toni, finora, sono sempre stati positivi e molte sono state le critiche costruttive che hanno portato alla miglioria di alcune misure. I tre assessori hanno posto il problema dei tagli eventuali che devono obbligatoriamente essere concordati da tutti. Nello specifico ritengo che la minaccia sulle deleghe da parte del sindaco sia stata eccessiva e dettata dall'emotività del momento. Detto questo ritengo che non ci siano ulteriori spazi per lo strasico della vicenda. Non c'è nessuna volontà di mettere in difficoltà nè una parte nè l'altra".

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