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Baby gang a Verona, Più Europa: «Per Sboarina c'è solo la repressione». La replica: «Viene fatta prevenzione»

Botta e risposta sul disagio giovanile nel capoluogo scaligero, con Lorenzo Dalai e Anna Lisa Nalin che mettono nel mirino la politica dell'Amministrazione, giudicata poco orientata all'educazione e all'assistenza

Il disagio giovanile e la sicurezza in città continuano a tenere banco nella discussione politica a Verona. La scorsa settimana, al termine dell'incontro del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, il sindaco Federico Sboarina aveva annunciato un giro di vite sul tema, partendo da controlli più stringenti. Parole che i partiti di minoranza a Palazzo Barbieri avevano definito come "semplicistiche", invocando interventi in ambito educativo. 
Linea sposata anche dai rappresentanti Più Europa Lorenzo Dalai, coordinatore del gruppo di Verona, e Anna Lisa Nalin, membro della segreteria nazionale, che contestano il modus operandi dell'amministrazione. 
«Le cronache cittadine - dicono gli esponenti di Più Europa - riportano frequenti episodi di intolleranza, bullismo, vandalismi, segni evidenti di un disagio sociale e psicologico che colpisce soprattutto i più giovani, in una fase delicata della loro vita, quando, anziché avviarsi a diventare cittadini consapevoli e maturi, vengono travolti da situazioni che fanno prevalere aspetti istintivi e negativi.
Di fronte a queste problematiche il sindaco Sboarina “balbetta" un’unica proposta concreta ed antiproibizionista: i cani antidroga nelle scuole, rivelando la sua incapacità a capire le problematiche giovanili specialmente in un periodo reso estremamente difficile per loro dalla pandemia, tra limitazioni individuali e scuola ad intermittenza.
Noi di Più Europa sosteniamo, invece, che alle situazioni complesse non si può rispondere in modo semplicistico. Viene incendiata la biblioteca di una scuola, episodio da brividi, innanzitutto dovranno essere individuati e puniti i responsabili. La repressione, tuttavia, non può essere un'unica e parzialissima risposta.
Secondo noi servono più spazi dove socializzare, una maggiore e più approfondita conoscenza delle attività sportive e di volontariato, una migliore assistenza alle famiglie in difficoltà! E dove necessario un adeguato supporto psicologico costante ed approfondito a partire propio, e non solo, dalle scuole. Altro che cani antidroga!
La volontà di questo sindaco, certamente illiberale, associata alla voglia di farsi notare, soprattutto dopo i disastri del mancato accesso ai fondi del PNRR (con recupero tardivo e marginale avvenuto grazie al deciso intervento dell’Anci), lo ha portato a formulare una proposta assolutamente fuori tema e fuori dai tempi moderni. Ormai buona parte dei veronesi, anche tra quelli che lo hanno votato, lo ha capito.
I ragazzi sono sicuramente migliori di come li pensa Sboarina e ci auguriamo che, con la prossima amministrazione, si dia più spazio alle associazioni sportive e di volontariato, che sono sicuramente in grado, assieme agli insegnanti e alle famiglie, di assicurare una miglior prevenzione dei problemi che la pandemia che stiamo attraversando ha ancor più acuito.
Nota finale: tutto questo accade alla vigilia della possibili prossime campagne referendarie, dove i cittadini saranno chiamati ad esprimersi su materie quali Eutanasia, Legalizzazione della Cannabis e Giustizia giusta. Anche a fronte di questi appuntamenti referendari il sindaco di Verona, manifesta ancora una volta la sua inadeguatezza».

A Dalai e Nalin ha replicato il sindaco di Verona Federico Sboarina, il quale ha sottolineato come Palazzo Barbieri sia impegnato non solo sul fronte della repressione, ma anche su quello della prevenzione: «Prima sono convinti che il divieto di raccolta itinerante di firme, quella che ha portato in città molte persone dedite a truffe, fosse anche il divieto per i loro referendum. Adesso che i cani antidroga contro il microspaccio nelle scuole sia l'unica cosa che le istituzioni stanno facendo contro il disagio giovanile. Consiglio ai rappresentanti di Più Europa meno dilettantismo e qualche lettura in più. Di semplicistico ci sono solo le loro dichiarazioni. Ma come fanno a pensare che i Servizi sociali del Comune di Verona, da anni riconosciuti come i migliori, non abbiano una rete territoriale con supporti psicologici, spazi di aggregazione e attività di volontariato? Sono decine i centri, molti di più gli educatori per non parlare delle collaborazioni con il Terzo settore. Prevenzione e formazione ne viene fatta in quantità industriale, infatti la maggioranza dei ragazzi veronesi sono persone per bene. Ma come dappertutto c'è qualche mela marcia per la quale serve appunto la repressione, fatta con ogni mezzo compresi i cani antidroga quando servono. Ma questo è solo un aspetto di tutto ciò che si sta facendo. Ai signori Dalai e Nalin, che non hanno il buon senso di informarsi prima di parlare, consiglio di prendere appuntamento con i nostri Servizi sociali. Certo ci separa una grande differenza, per me la liberalizzazione della cannabis equivale a un insulto». 

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