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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica Centro storico / Piazza Bra

Rottura del patto elettorale Azione-Pd, Zardini: «Sarà l'ultima volta che parleremo di alleanze e di Calenda»

Il deputato veronese del Pd guarda avanti: «Ora parleremo di quello che vogliamo dal futuro: ambiente, questione sociale e giovani». Martedì 9 agosto a Verona in piazza Bra si terrà «un momento informativo sulla rottura della Federazione che vedeva +Europa unita ad Azione»

«Se un politico, che ha servito il suo paese come uomo di Stato, non rispetta la parola data, non è più politica. L'abbandono di Azione rappresenta un modo di fare che agli italiani non piace». A dirlo è il deputato veronese del Partito Democratico Diego Zardini, commentando il colpo di scena politico delle scorse ore che ha visto Carlo Calenda rinnegare il patto coi dem e +Europa, siglato meno di una settimana fa, in vista delle elezioni del 25 settembre. Lo stesso Diego Zardini ha aggiunto: «Ci dispiace ma questa sarà l'ultima volta che parleremo di alleanze e di Calenda. Parleremo di quello che vogliamo dal futuro: ambiente, questione sociale e giovani».

Onorevole Pd Verona Diego Zardini - foto profilo Facebook

Onorevole Pd Verona Diego Zardini - foto profilo Facebook

Di parere diametralmente opposto è invece un altro politico veronese, ovvero Massimiliano Urbano, membro del direttivo di Azione per la sezione scaligera: «Non è stato Calenda - afferma in una nota Massimiliano Urbano - bensì Enrico Letta a gettare all'aria l'accordo sottoscritto. Il segretario del Pd pur di mantenere dentro tutto e il contrario di tutto ha giocato sull'ambiguità, ha incentrato la campagna elettorale sullo spauracchio fascista e non sui veri temi, ha aperto non solo alla sinistra radicale e populista, ma anche al M5S». Che la linea del segretario dem fosse effettivamente questa, a onor del vero, non è poi forse così autoevidente, ma tant'è, Massimiliano Urbano insiste nella sua nota e aggiunge: «Prima di oggi, in 49 anni, non avevo mai sentito un leader politico chiedere scusa con umiltà, ma allo stesso tempo con fermezza e dignità. Questo gesto ha un valore altissimo, ci regala una speranza e conferma che la politica non è tutta uguale. Carlo Calenda ha dimostrato con i fatti di non essere interessato alle poltrone, ai collegi ed alle percentuali se alla base non ci sono idee e programmi coraggiosi».

Massimiliano Urbano Azione - Buona Destra-2

Massimiliano Urbano Azione - Buona Destra

Carlo Calenda medesimo è al momento un fiume (social) in piena, con tanto di post e video messaggi a raffica che stanno inondando le sue pagine ufficiali. In un filmato, tra le varie cose, il leader di Azione se la prende con la "politica dei bonus" criticando la proposta dem della dote ai diciottenni, mentre in un precedente post lo stesso Calenda scrive: «Cari amici del Partito Democratico se la nostra presenza era così essenziale perché Enrico Letta ha sottoscritto un patto con due antitutto, sapendo cosa sarebbe accaduto? Ponetevi questa domanda. Perché vi metto per iscritto che vi ritroverete anche con 5S un minuto dopo le elezioni. La risposta è che Più Europa ha assicurato che comunque non avremmo strappato per il problema delle firme. Questa è l’amara verità che è giusto che anche gli elettori di Più Europa conoscano. Ed è stato un ragionamento miope».

In merito alla criticata "politica dei bonus" i più fastiosi potrebbero voler ricordare a Carlo Calenda che uno degli argomenti più in uso nell'ultima fase del governo Draghi, da cui la famosa "agenda", altro non è che per l'appunto un bonus, da 200 euro. Così come, sempre i suddetti "più fastidiosi", potrebbero voler ricordare che il più celebre bonus della storia repubblicana italiana è forse quello dei celeberrimi "80 euro", proposto dal governo di Matteo Renzi, quello stesso Renzi col quale, eventualmente, Carlo Calenda in persona, oggi, non esclude di convergere nel cosiddetto "Terzo Polo" (che il leader di Italia Viva definisce «una opportunità straordinaria»).

Quanto a +Europa, invece, Benedetto Della Vedova ha fatto sapere che «noi cinque giorni fa abbiamo sottoscritto un patto elettorale e di governo con Enrico Letta per proseguire le politiche del governo Draghi. Letta sta rispettando quel patto, lo dobbiamo rispettare anche noi», ha evidenziato il segretario di Più Europa, poco dopo la rottura tra Pd e Azione di Carlo Calenda. La sezione veronese di +Europa sulla propria pagina Facebook ha a sua volta condiviso una lunga nota siglata da Riccardo Magi, nella quale viene ripercorsa la Calenda story, questa volta vista dall'ottica di chi non ha gradito le decisioni del leader di Azione: «Chiediamo a Calenda un incontro e ci dice che è inutile. Gli chiediamo di fare una riunione congiunta delle segreterie di +Europa/Azione per decidere tutti assieme. Ci dice di no. Calenda - scrive ancora Riccardo Magi - dice di lasciare il patto con il Pd in diretta tv su Raitre. Mentre noi convochiamo una direzione di +Europa per prendere una decisione lui avvisa i suoi che il patto di Federazione con +Europa è saltato (peccato scoprirlo cosi)». 

Nella giornata di domani, martedì 9 agosto, sarebbe stato previsto a Verona un incontro nel quale gli esponenti di +Europa e quelli di Azione avrebbero dovuto presentare il loro "Patto repubblicano". Tuttavia, dato il terremoto politico in atto, i programmi sono inevitabilmente mutati: «Con riferimento all’evoluzione politica delle ultime ore, - si legge in una nota di +Europa Verona - abbiamo deciso di trasformare l'appuntamento previsto per domani, martedì 9 agosto, alle ore 19 presso il Liston 12 di piazza Bra, in un momento informativo sulla rottura della Federazione che vedeva +Europa unita ad Azione. I punti salienti di quanto accaduto sono stati oggi ben elencati dal nostro presidente Riccardo Magi e, durante l’incontro di domani, verranno meglio approfonditi da Anna Lisa Nalin. Per noi i patti sono patti, - si conclude la nota siglata da Lorenzo Dalai e Giorgio Pasetto di +Europa Verona - per dirla alla latina: pacta sunt servanda». 

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