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Calderoli in Veneto parla di autonomia: «Passaggi di competenze dal 2024»

Il ministro per gli affari regionali e le autonomie: «Il prossimo sarà un anno di lavoro in cui getteremo le basi per poter poi attuare l'autonomia»

Questa mattina, 2 dicembre, il ministro per gli affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli è venuto in visita in Veneto portando in dote non l'autonomia tanto agognata dalla Regione ma i presupposti per poterla attuare. Nella Legge di Bilancio presentata dal Governo Meloni che il Parlamento dovrà vagliare è stata prevista una cabina di regia che nel giro di un anno dovrà stabilire i Livelli essenziali di prestazione (Lep). Un elemento che il presidente del Veneto Luca Zaia ha già sottolineato con favore e che il ministro Calderoli ha voluto spiegare oggi a Palazzo Balbi.

L'intervento di Calderoli è stato anticipato da un'introduzione di Zaia che ha sintetizzato la storia della maggiore autonomia richiesta dal Veneto con il referendum. «L'autonomia non è la richiesta di un'amministrazione ma di un popolo, su basi democratiche - ha detto il presidente della Regione - il Veneto se la aspetta fino in fondo. Ringrazio il ministro Calderoli perché, dopo aver avuto a che fare con cinque esecutivi, finalmente ci troviamo di fronte ad un governo che, in 43 giorni, è al lavoro con concretezza su una bozza di legge di attuazione, frutto anche del dialogo con i territori. Ma soprattutto perché in una manovra ora c’è un articolo specifico che mette ordine e stabilisce che i Lep si devono definire entro 12 mesi, terminati i quali dovrà intervenire un commissario. Sarà anche un segnale primordiale, ma almeno c'è».

Sui Lep, Calderoli ha spiegato: «Con i Lep non realizziamo l'autonomia ma il presupposto per poter arrivare all'autonomia. Con i Lep si stabiliscono i livelli essenziali delle prestazioni e cioè si stabiliscono i livelli essenziali di garanzia dei diritti sociali e civili. E quindi se una regione avrà la competenza in una materia dovrà essere consapevole che per quella materia devono essere garantiti determinati livelli essenziali».
Ma il ministro ha descritto anche la bozza sulla legge di attuazione dell'autonomia differenziata. «È una legge che definisce tutto il percorso prima del passaggio parlamentare. Nei passaggi di competenze dallo Stato alle Regioni ci deve essere un'intesa anche di natura finanziaria, perché il passaggio implica anche lo spostamento di beni economici, strumentali e umani. Questa proposta di legge avrà un cammino parallelo alla cabina di regia che deve stabilire i Lep nel giro di un anno. Quindi alla fine del 2023 si potrebbe approvare questa legge di attuazione dell'autonomia e nel 2024 si potrà cominciare a sottoporre al voto del Parlamento le intese sulle competenze».

«Con l’autonomia non vogliamo togliere niente a nessuno - ha infine precisato il presidente Zaia - Siamo convinti di essere legati a doppio filo con le altre Regioni e rifiutiamo ancora una volta l'accusa di volere la secessione dei ricchi. Abbiamo ben chiaro che il Paese se cresce lo fa tutto assieme, se sprofonda lo fa tutto assieme. Chiediamo solo che la competenza che ci verrà riconosciuta in ognuna delle materie, venga trasferita insieme alle risorse che lo Stato dedica già a quella materia per il Veneto. Questo significa non togliere nulla a nessuno. Se poi per qualcuno l'obiettivo è l'equa divisione del malessere, allora noi non ci stiamo. Per noi l’autonomia rimane vera assunzione di responsabilità, un nuovo corso per questo Paese. Questo governo ha davanti una pagina intonsa di storia da poter scrivere. Dopo il varo della Costituzione nel 1948, la più grande riforma per questo Paese può essere solo quella in chiave federalista con l’autonomia. La disponibilità del governo è acclarata, spero che in ugual misura sia quella del Parlamento e che anche chi non condivide questa nostra visione abbia la lucidità per accettare di ragionare insieme su un progetto che fa bene a tutti».

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