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Autonomia, Calderoli assicura: «Legge approvata entro il 2023». Zaia: «La più grande riforma dopo la Costituzione del 1948»

Secondo il ministro Roberto Calderoli «i primi trasferimenti di funzioni avverranno dal primo gennaio 2024». Il governatore del Veneto Luca Zaia soddisfatto: «Oggi, il centralismo, abbinato all’assistenzialismo, ha creato un’Italia a due velocità, ed è ormai certificato che si tratta di un modello fallimentare»

La legge sull'autonomia arriverà in Consiglio dei ministri «entro il 2022», mentre «entro il 2023 arriverà l'approvazione della legge», di qui in poi «i tempi spettano al parlamento». Lo ha annunciato quest'oggi, lunedì 19 dicembre, il ministro per le Autonomie e Affari regionali Roberto Calderoli, il quale ha poi aggiunto: «La legge di stabilità dovrà essere approvata entro la fine dell'anno, sempre entro la fine dell'anno presenterò la proposta legge di attuazione e, ragionevolmente, nel giro di 10-12 mesi dovrebbe venire approvata. I primi trasferimenti di funzioni - ha chiarito il ministro Calderoli - avverranno dal primo gennaio 2024».

«Arrivano buone notizie. Stiamo parlando della più grande riforma della storia dopo la Costituzione repubblicana del 1948 e del compimento dei dettami dei padri costituenti, che significa dare al paese un’ossatura federalista». Lo sottolinea il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, in relazione alla tempistica indicata oggi dal ministro Calderoli che, come appena ricordato, per la riforma autonomista ha previsto i primi trasferimenti di funzioni nel 2024, con l’approdo in Consiglio dei ministri entro il 2022 e l’approvazione della legge nel 2023.

«Abbiamo tutti la volontà di fare le cose per bene e di rispettare ogni forma possibile e immaginabile di perequazione, - afferma ancora il governatore del Veneto Luca Zaia - affinché nessuno venga penalizzato da una riforma importante come questa, che costituisce comunque l’unica via per dare a questo paese una gestione e una visione di modernità. Oggi, il centralismo, abbinato all’assistenzialismo, ha creato un’Italia a due velocità, ed è ormai certificato che si tratta di un modello fallimentare».

Ad ogni modo, secondo il presidente della Regione Veneto, «con il federalismo non sono messe in discussione né la coesione, né tanto meno l’unità d’Italia». In particolare, lo stesso Luca Zaia evidenzia: «Non dimentichiamo mai che il federalismo è centripeto, cioè unisce, mentre il centralismo è centrifugo, quindi disgrega. Del resto basta prendere ad esempio una nazione come la Germania, che ha un’impostazione federalista e che ha scritto la sua Costituzione nello stesso periodo dell’Italia. Oggi la Germania, con la sua organizzazione istituzionale, ha in tutto il mondo un’immagine forte, autorevole e unitaria, la prova provata che il federalismo unisce e non disgrega», chiosa il governatore del Veneto Zaia.

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