Autonomia, Salemi: «L'orologio veneto è fermo al 22 ottobre del 2017»
La vice-capogruppo del PD in Consiglio regionale commenta la nuova scadenza fissata dal Consiglio dei Ministri: «Come si fa a festeggiare quando a distanza di un anno dal referendum veneto sull'Autonomia siamo ancora allo start»
Visto il periodo si può dire che anche in Consiglio dei Ministri l'autonomia va in slitta. La decisione finale sul tema dell'autonomia è stata ancora una volta 'slittata' a data futura. Lega e 5 stelle, nuovamente divise su questo tema, hanno rinviato a metà febbraio un tema che da oltre un anno viene continuamente annunciato e rimandato. Non so se provare tenerezza o rabbia nei confronti del Presidente Zaia: perché o devo crederlo ingenuo come un bimbo che si autoconvince che Babbo Natale esiste, oppure devo pensare che stia tenendo in piedi un palco consapevole che di farsa si tratta. Come si fa a festeggiare quando a distanza di un anno dal referendum veneto sull'Autonomia siamo ancora allo start: niente certezze, niente contenuti dell'intesa, niente dati, solo indirizzi generici e ancora rinvii, questa volta a San Valentino.
Con queste parole la vice-capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale, Orietta Salemi, ha commentato la nuova scadenza fissata dal Consiglio dei Ministri sull'autonomia.
L'autonomia, legittimata non solo dalla Costituzione, ma anche dal referendum del 22 ottobre 2017, è diventata solo terreno di reciproci capricci e dispetti tra 5 stelle e Lega, col risultato di un tira e molla che produce risposte vaghe e promesse da marinaio - aggiunge Salemi -. Altro che anno zero o pagina storica, come dice Zaia: l'orologio veneto è fermo al 22 ottobre del 2017 e il Presidente lo sa. Dunque lo ammetta: il suo sodale, l'onnipotente e onnipresente Salvini, ha dimostrato, anche in questo giro, di dimenticare il Nord, così come ha già fatto nella bandiera simbolo del suo partito.