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Concerto per Jan Palach, Assemblea 17 dicembre: «Nessuna bufala, è nazi-rock»

La voce antifascista veronese: «È un preciso dovere civico segnalare un pericolo latente a cittadini e cittadine ignari»

Meno di una settimana al concerto «Terra e libertà», organizzato a Verona dall'associazione Nomos per ricordare il 50esimo anniversario della morte di Jan Palach, lo studente ceco che nel 1969 si diede fuoco a Praga contro la dittatura sovietica. Concerto che ha lo scopo benefico di raccogliere fondi per le famiglie veronesi danneggiate dagli allagamenti dello scorso settembre e che ha avuto il sostegno di Serit e il patrocinio della Provincia di Verona.

Il concerto delle polemiche, partite con gli antifascisti veronesi che lo hanno definito un concerto nazi-rock perché suoneranno gruppi come la Compagnia dell'Anello, gli Hobbit e i Topi Neri, chiaramente identificabili come band di destra. Politici cechi hanno chiesto spiegazioni e alcuni studenti dell'università Carlo IV di Praga hanno anche lanciato una petizione per bloccare l'evento. E gli organizzatori hanno risposto ribadendo che il concerto non è nazi-rock. E anche il presidente di Serit Massimo Mariotti ha difeso l'iniziativa, ricordando come la figura di Jan Palach sia stata valorizzata in Italia solo grazie alla destra. Altri politici veronesi hanno espresso la loro solidarietà, come l'assessore regionale Elena Donazzan che ha anticipato la volontà di voler partecipare al concerto, mentre il presidente della Provincia Manuel Scalzotto ha descritto come una bufala l'affermazione che «Terra e libertà» è un concerto nazi-rock.

Assemblea 17 dicembre, voce antifascista veronese, ha replicato a Scalzotto, rivendicando la loro azione di protesta, che si è concretizzata anche con la modifica della locandina dell'evento, a cui hanno aggiunto la dicitura "concerto nazi-rock". Assemblea 17 dicembre ritiene questa contestazione «un preciso dovere civico segnalare un pericolo latente a cittadini e cittadine ignari».

Scalzotto e Nomos glissano in modo maldestro sulla presenza di band inserite a pieno titolo nel circuito nazi-rock, non potendolo negare in modo convincente - prosegue la nota di Assemblea 17 dicembre - Il presidente della Provincia arriva addirittura ad affermare che non sta a lui giudicare la qualità musicale dei gruppi musicali, facendo finta di non capire, evidentemente, che il problema non sta nella forma, ma nella sostanza, e cioè nei messaggi violenti e fascisteggianti veicolati attraverso il microfono e patrocinati dall'ente da lui presieduto. La linea condivisa da Nomos e Provincia sembra essere quella di rivendicare la libertà di opinione per tutti. Non intendiamo stare a questo gioco, che è quello di sdoganare anche le idee più pericolose rendendole equivalenti alle altre. Invece di filosofeggiare, Scalzotto dovrebbe rispondere ai senatori cechi e agli studenti praghesi, che chiedono di annullare il concerto, e magari chiarire come sia possibile, tra l'altro, concedere un patrocinio ad un evento pubblico permettendo che il luogo presso il quale si terrà resti segreto fino all’ultimo.

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