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Martedì, 23 Aprile 2024
Politica Centro storico / Piazza Bra

Verona si mobilita per l'Arena: dagli ingegneri al decalogo su capienza e coprifuoco

Dieci buoni motivi per posticipare il coprifuoco a mezzanotte e consentire l'ingresso in Arena fino a seimila spettatori. Anche l'Ordine degli ingegneri acquista una "colonna" dell'anfiteatro

Un appello a tutti gli iscritti, per invitarli a partecipare al progetto di fundraising lanciato dalla Fondazione Arena al fine di ridare linfa al monumento simbolo di Verona. Anche l'Ordine degli Ingegneri di Verona si è subito mobilitato, per dare seguito all'iniziativa di raccolta fondi denominata "67 colonne per l’Arena di Verona". La suggestione, come noto, si basa sull’idea di ricostruire idealmente la cinta più esterna di arcate, distrutta nell'anno 1117 da un terribile terremoto, con un abbraccio di imprenditori, professionisti e persone comuni uniti dall’amore per l’Arena e per l’Italia. Il progetto consiste in una sorta di "chiamata alle armi" rivolta a privati e aziende per il sostegno della Fondazione Arena di Verona, in virtù del suo ruolo centrale nella storia e nella cultura e nell’economia del territorio.

«Il festival lirico occupa un ruolo centrale nell’economia di Verona e provincia, sia per l’effetto in termini di occupazione e produzione di ricchezza sul territorio, sia per l’importante volano di attrazione turistica che rappresenta», evidenzia il presidente Andrea Falsirollo nella comunicazione inviata ai circa 2.800 iscritti, riprendendo l'appello della sovrintendente Cecilia Gasdia. «Anche in un momento di fragilità per alcune professioni, - prosegue il presidente Andrea Falsirollo - dobbiamo tutti sentirci coinvolti. Un territorio più ricco attrae investimenti, relazioni internazionali favorite dal festival, sicurezza e benessere dei cittadini. La responsabilità di sostenere l'economia del festival, il patrimonio culturale che rappresenta, lo spettacolo che tutto il mondo ci invidia, è una responsabilità collettiva». L'Ordine ha quindi deciso, senza alcun vincolo di risultato o di rinnovo, di adottare una colonna speciale per l'anno 2021. La Colonna sarà riempita dai contributi liberi di tutti gli iscritti che vorranno diventare "pietre" ideali nella costruzione di questo progetto.

Proprio a conferma della centralità della stagione di spettacoli in Arena anche sotto il profilo economico per la città di Verona, nelle scorse ore è stato lanciato in via ufficiale l'appello al governo, da parte del sindaco scaligero Federico Sboarina e dell'Ad della società Arena di Verona S.r.l. Gianmarco Mazzi, affinché i limiti ad oggi vigenti per gli spettacoli previsti dalla normativa anti Covid vengano modificati. In particolare sono due i versanti sui quali appare inevitabile dover intervenire quanto prima: da un lato la capienza per gli spettacoli all'aperto che le norme fissano oggi a soli 1.000 spettatori senza tenere conto della capienza nominale e delle caratteristiche del luogo dove si tiene lo spettacolo (ad esempio, un conto è un concerto al Teatro Romano, un altro appunto in Arena); altro punto fondamentale è però il limite del coprifuoco ad oggi fissato alle ore 22 e che nelle richieste di Sboarina e Mazzi dovrebbe essere almeno posticipato alla mezzanotte per gli spettacoli in Arena.

Su quest'ultimo tema non è tanto questione di essere con Matteo Salvini, invece che con Alessia Rotta, ma semplicemente di riconoscere l'assurdità della disposizione applicata alla zona gialla per come oggi viene disegnata dalla normativa anti Covid. Iniziamo col ricordare che a maggio 2020, ad esempio, il coprifuoco in Italia non esisteva, eppure da giugno in poi si è ugualmente tornati ad aprire pressoché tutto. Oggi in Italia già si disputano partite di calcio in orario serale che si concludono ben oltre le 22 perché i professionisti del pallone sono dei "lavoratori" che come tali possono derogare al coprifuoco. Bene, il coro dell'Arena non è forse fatto di altrettanti professionisti e lavoratori? Chi apre e chiude un teatro o un cinema, dà avvio alla proiezione e vende pop corn, non è forse anche lui un lavoratore? Dunque un concerto o uno spettacolo che finisca alle ore 23 o persino all'una di notte sarebbe già oggi in se stesso perfettamente legittimo, tanto però quanto inutile perché il pubblico, un po' come i clienti dei ristoranti aperti fino alle 22, dovrebbe invece sempre rincasare prima dello scoccare delle ore 22. Immaginate l'Aida che va in scena in Arena dalle 21 fino all'una e mezza di notte e i mille spettatori ad oggi ammessi che però, dovendo loro rispettare il coprifuoco, alle 21.45 si alzano dai gradoni per abbandonare l'anfiteatro e tornarsene a casa, lasciando così gli artisti proseguire nel loro lavoro in solitudine sul palco senza pubblico. «Non fossilizzarsi sul coprifuoco» (cit. Fedriga) è una bella formula, ma dovrebbe valere per tutti, anche per quelli che senza spiegarne la ratio essendi continuano oggi a ritenerla una misura necessaria al contenimento della pandemia in Italia.

Dal canto loro, l'Ad Mazzi ed il sindaco Sboarina hanno invece persino stilato un decalogo per ribadire le «buone ragioni» affinché il coprifuoco venga spostato almeno fino a mezzanotte e la capienza massima consentita in Arena arrivi fino alle 6.000 presenze. Le riportiamo di seguito:

«ALL’ARENA IN 6MILA FINO ALLE 24

DIECI BUONE RAGIONI

  1. L’Arena di Verona è un monumento simbolo internazionale di rinascita per la cultura in Italia.
  2. Da più di cento anni è organizzata per accogliere spettacoli.
  3. È il più capiente anfiteatro a cielo aperto del mondo. In epoca romana conteneva 30 mila spettatori, oggi ne può ospitare oltre 15 mila, tutti seduti, e può arrivare a sfiorare i 18 mila, come accadde con lo spettacolo di Claudio Baglioni nel 2018. Alla sommità delle sedute del pubblico misura 152 metri per 123.
  4. Non esistono luoghi di spettacolo più aperti dell’Arena di Verona. Nemmeno gli stadi lo sono, poiché hanno gli spalti coperti.
  5. Nel 2020, in piena pandemia, l’Arena di Verona ha saputo organizzare eventi con capienza fino a 4.000 persone e non si è verificato alcun caso di contagio. Nemmeno uno.
  6. L’Arena di Verona ha presentato alle Autorità un protocollo di sicurezza dove, in 55 pagine, vengono minuziosamente descritte tutte le regole e le procedure a tutela dello spettatore.
  7. La massima sicurezza è garantita sin dall’arrivo nella grande Piazza Bra, antistante l’Arena e, poi, in tutte le varie fasi: quella di ingresso all’Anfiteatro attraverso venti varchi, durante la permanenza allo spettacolo con il rispetto del metro di distanziamento, nell’accesso ai servizi e al momento del deflusso regolato. Tutto avviene sempre in spazi aperti.
  8. Autorizzare gli spettacoli all’aperto, mantenendo il cosiddetto coprifuoco alle 22, è un paradosso; è del tutto evidente che questi spettacoli, nei mesi caldi da giugno a settembre, nascono per la partecipazione del pubblico dopo il tramonto del sole, anche per ragioni di benessere; il cinema all’aperto necessita addirittura di un’oscurità pressoché totale.
  9. Per il 2021, proponiamo di fissare la conclusione degli spettacoli alle ore 24, inderogabilmente.
  10. Proponiamo, poi, che gli spettatori possano tornare in sicurezza e tranquillità alle loro case, utilizzando come autocertificazione il biglietto d’ingresso dove sono riportati il nome del titolare e tutti i dati che servono alle forze dell’ordine per le necessarie attività di controllo».

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