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Approvato il ddl sull'autonomia, esulta Zaia: «Stiamo scrivendo una pagina di storia». Dure critiche dalle opposizioni

Le rassicurazioni di Zaia: «Dimostreremo con i fatti che autonomia non è la secessione dei ricchi, non è una trovata per affossare o lasciare indietro qualcuno, tantomeno il sud»

«È una bellissima notizia che fa di oggi una giornata storica, diamo corso alla volontà dei padri costituenti che scrissero la Carta costituzionale in vigore dal ‘48 e ai dettami della modifica del titolo quinto. Ma non è il traguardo di un percorso, è l’inizio. Si apre una grande sfida per questo paese perché stiamo scrivendo una vera e propria pagina di storia». Così si è espresso il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, nel suo primo commento ufficiale al "via libera" in Consiglio dei ministri, arrivato giovedì 2 febbraio, alla prima bozza del disegno di legge sull'autonomia differenziata, presentato dal ministro per gli affari regionali Roberto Calderoli. 

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Il governatore Zaia ha poi aggiunto: «Va riconosciuto a questo governo che con molta coerenza e rispetto per gli elettori ha mantenuto gli impegni, avviando il percorso dell’autonomia. Un vero nuovo cammino che viene avviato dopo solo un centinaio di giorni dall’insediamento. Ringrazio il presidente Meloni e tutto il Consiglio dei ministri, in particolare il ministro Calderoli che ha seguito in prima persona questa partita, svolgendo un grande lavoro con tanto buon senso e capacità d’ascolto, a cominciare dal dialogo con le Regioni fin dalla stesura della prima bozza». 

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Secondo il governatore del Veneto, con l'autonomia l'Italia «sceglie l’assunzione di responsabilità, l’efficienza e la modernità». Quindi ha aggiunto il presidente Zaia: «Ora ci è richiesto, soprattutto, di lavorare in modo che questa pagina di storia prosegua nel modo migliore. Non è il momento di polemiche, dimostreremo con i fatti che autonomia non è la secessione dei ricchi, che non è una trovata per affossare o lasciare indietro qualcuno, tantomeno il sud. Autonomia differenziata - ha puntualizzato il presidente Zaia - non significa minare l’unità nazionale perché come ho detto in molte occasioni, i paesi che hanno da decenni o da anche da secoli un’organizzazione basata su l’autonomia come la Germania o gli Stati Uniti non sarebbero così solidi e visti come nazioni compatte ma fondate sul federalismo più vero. L’autonomia sarà una grande opportunità anche per il sud del paese; non sarà una nemica ma un’opportunità di crescita insieme e l’occasione di valutare fino in fondo gli amministratori. Come dico sempre, - ha concluso Zaia - nord e sud sono legati a doppio filo come gemelli siamesi: la vita o la morte di uno lo sono anche per l’altro». 

Di parere diametralmente opposto si è invece detto l'ex ministro Francesco Boccia, esponente del Pd, il quale in una nota commenta così il passaggio in Cdm del testo: «Un ddl che condanna il mezzogiorno a rimanere sempre un passo indietro, - afferma il senatore dem Francesco Boccia - che non mette sul tavolo le risorse per finanziare i Lep, che apre le porte alla regionalizzazione della scuola, alla privatizzazione di scuola e sanità e ad un caos fiscale senza precedenti. La destra sta svendendo alle peggiori pulsioni secessioniste della Lega l’intero mezzogiorno e tutte le aree interne al sud e nello stesso nord. Calderoli, come ha chiesto oggi Elly Schlein, rispetti la Conferenza Stato - Regioni, - ha quindi esortato lo stesso Francesco Boccia - finora calpestata e faccia votare la proposta di autonomia alle stesse Regioni, si accorgerà che non avrà l’unanimità e che è l’ennesima forzatura che si fa beffa del mezzogiorno, dei più deboli e del parlamento».

Parole cui hanno fatto eco quelle del presidente della Regione Emilia-Romagna, nonché candidato alla segreteria dem, Stefano Bonaccini, riportate così dall'agenzia Ansa: «La bozza Calderoli è proprio sbagliata e quindi non se ne farà nulla. Se vogliono andare avanti faremo una mobilitazione con tanta gente nel Paese». Il presidente Bonaccini si sarebbe comunque detto «fiducioso» del fatto che, alla fine, «non se ne farà nulla». Una convinzione che si baserebbe sulla presunta «freddezza nel governo. Fratelli d'Italia - avrebbe detto Bonaccini - è un partito molto centralista, quindi non credo veda di buon occhio questa proposta».

Dichiarazioni del senatore De Carlo (FdI) sull'autonomia differenziata

Tutt'altro che "freddo" è però apparso al riguardo il senatore di Fratelli d'Italia e coordinatore veneto del partito, Luca De Carlo, il quale sulla discussione nel corso del Consiglio dei ministri del disegno di legge sull'autonomia differenziata ha detto: «È senza ombra di dubbio un passo importante all’interno di un percorso in cui abbiamo sempre creduto, anche quando altri ci accusavano del contrario. È inconfutabilmente un risultato targato Giorgia Meloni: i cittadini alle ultime elezioni hanno scelto la concretezza e la coerenza di Fratelli d'Italia, premiandoci con la loro fiducia. In Veneto un cittadino su tre ha creduto in noi e questo ci onora, e la loro fiducia va ripagata: lo facciamo oggi, - ha sottolineato De Carlo - con atti concreti e non con slogan, promesse o chiacchiere che hanno caratterizzato i passati governi».

Lo stesso governatore del Veneto Luca Zaia, in conclusione, ha quindi evidenziato: «Ora dobbiamo mantenere ancora più vivo l’impegno con i cittadini visto e considerato che la grande aspettativa, ora che c’è il ddl, dovrà concretizzarsi con tutti provvedimenti che ne conseguono. Ben venga la definizione dei Lep che sono un elemento di civiltà in un paese in cui su questo tema non si è mai voluto fare chiarezza fino ad oggi. Se esiste un paese a due velocità non è colpa dell’autonomia, ma del centralismo tanto decantato anche in queste ore da alcuni che si ostinano a contrapporlo al percorso dell’autonomia. Spiace, infatti, vedere commenti negativi, anche poco informati e offensivi, che definiscono un’azione quasi sovversiva il percorso legale per l'autonomia. Vorrei ricordare che l’autonomia è prevista dalla Costituzione - ha concluso Zaia - quindi è chi è contro l’autonomia a essere contro la Costituzione».

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