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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Amia in house arriva in commissione, prime critiche sul business plan

Il passaggio dell'azienda da Agsm-Aim al diretto controllo del Comune non tranquillizza Bertucco. PD: «Rischi e oneri ricadranno sulle future amministrazioni». Traguardi: «Possibile aumento della Tari»

Domani, 8 aprile, alle 12 si riunirà la seconda commissione del consiglio comunale di Verona per discutere dell'acquisizione di Amia da parte del Comune.
L'azienda che si occupa di igiene urbana e manutenzione del verde in città attualmente è controllata da Agsm-Aim e durante tutta la sua amministrazione il sindaco Federico Sboarina ne ha promesso lo scorporo con relativo passaggio nel gruppo di aziende direttamente controllate dal Comune. Una promessa che, proprio al termine del suo mandato, il primo cittadino intende mantenere attraverso la costituzione di una nuova società in house a cui Amia passerà tutte le sue funzioni.

Il passaggio in commissione della nuova Amia in house sarà seguito dal dibattito e dalla votazione in consiglio comunale. Una discussione che si preannuncia aspra. Le opposizioni hanno infatti già cominciato a criticare il piano economico e finanziario dell'operazione.
«Quello che emerge dal business plan e dal parere tecnico è tutto abbastanza tranquillizzante - ha commentato il consigliere comunale Michele Bertucco - Il Comune acquisisce l'azienda senza sborsare un solo euro ad eccezione del milione stanziato per la costituzione della newco e Amia metterà in campo per tutta la durata del piano (2023-2036) più di 60 milioni di investimenti che le consentiranno di riportarsi in pari con gli obiettivi di legge riguardanti la raccolta differenziata (65%) e che la trasformeranno in una azienda che macinerà, a differenza del passato, risultati economici straordinariamente positivi. Ma se è tutto così semplice, perché hanno sprecato altri cinque anni portando la proposta di delibera un mese prima dello scioglimento del consiglio comunale? Questo piano è tranquillizzante soltanto per Sboarina, che spendendo soltanto un milione di euro si leva dai piedi una seccatura storica, ma nella realtà non fa altro che spostare in avanti i nodi. Se andiamo a vedere il piano dei pagamenti, infatti, constatiamo che il grosso del debito si trascina in avanti fino al 2032. E non è prevista alcuna contromisura rispetto ad eventuali imprevisti che si potrebbero verificare sulla strada del percorso di acquisizione».
Altri dettagli sul business plan della nuova Amia, sono stati evidenziati e contestati dai consiglieri comunali del Partito Democratico Federico Benini, Elisa La Paglia e Stefano Vallani: «Il piano prevede lo scorporo della manodopera, degli automezzi e dei cassonetti ma non degli impianti. Cà del Bue e l’isola ecologica restano in capo ad Agsm-Aim, la quale continuerà dunque a fungere da "testa" del settore. Non solo: si prevede che nove non meglio specificate "risorse" ora in carico di Agsm-Aim finiscano sul libro paga della nuova Amia, senza specificare il motivo di tali trasferimenti e il ruolo che andrebbero a giocare in azienda. Il piano non tiene poi conto delle turbolenze del mercato che nell'attuale situazione, soprattutto in termini di inflazione, non sono affatto trascurabili. Soprattutto, l’amministrazione imposta un lavoro che toccherà alle amministrazioni successive implementare. Sboarina, che finora non ha ottenuto nemmeno un punto percentuale di aumento della frazione di raccolta differenziata, prevede che Verona possa raggiungere il 65% in soli tre anni con l’estensione dei cassonetti intelligenti (15 milioni di investimenti) e del porta a porta di carta e plastica. Proprio lui che non è stato in grado nemmeno di distribuire tutte le tessere con chip nelle vie della sesta e settima circoscrizione dove è stata avviata la sperimentazione dei cassonetti intelligenti. Oltretutto il piano è impostato sull'ipotesi di una Tari costante, il che contrasta con l'ingente mole di investimenti prevista. I rischi e gli oneri di questa operazione ricadranno dunque sulle amministrazioni successive e sui cittadini».
Ed il rischio che la tassa sui rifiuti, ipotizzata costante nel piano, possa invece aumentare nei prossimi anni per sostenere gli investimenti previsti è stato segnalato anche da Tommaso Ferrari, consigliere comunale di Traguardi. «Per un'azienda di queste dimensioni, le operazioni pianificate sono sostenibili soltanto chiedendo un prestito alle banche oppure aumentando la Tari, a meno che non sia il Comune a tamponare - sostiene Ferrari - Siamo dell'idea che questa situazione esponga il Comune a un rischio economico-finanziario elevato, dal momento che in nessun documento si parla della capacità di resilienza della nuova Amia. Riuscirà a reggere il confronto con un mercato in costante cambiamento? Traguardi fin da subito ha manifestato perplessità nei confronti dell'operazione di in house, ritenendola un rischio per la sostenibilità finanziare dell'azienda, e i nostri dubbi sembrano trovare conferma».

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