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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Nomine Agsm: Casali verso la presidenza, Quaglino consigliere delegato

Ancora non sono ufficiali, ma già fanno discutere la politica locale. Bertucco: «C'è da scommettere che la Lega, messa da partea, stia già meditando la sua vendetta»

Dopo due mesi abbondanti dall'approvazione da parte delle assemblee dei soci alla fusione di Agsm e Aim, è terminata la presentazione delle candidature per la più importante azienda controllata dal Comune di Verona. Agsm, infatti, è decapitata dall'estate scorsa, quando il presidente Daniele Finocchiaro si è dimesso. Ora, le candidature per cda e per il collegio sindacale sono state formalizzate e sarà il sindaco di Verona Federico Sboarina a procedere con le nomine.

Le previsioni che sembrano essere più plausibili sono quelle che indicano il manager Stefano Quaglino per il ruolo di consigliere delegato. Dovrebbe essere lui il nuovo amministratore di Agsm, forte delle sue passate esperienze in Dolomiti Energia ed Hera. Sulla poltrona di presidente di Agsm, invece, dovrebbe andare a sedersi l'ex consigliere regionale Stefano Casali, membro di spicco del movimento politico Verona Domani. Scelte ancora non ufficiali, ma che già fanno discutere la politica locale ed in particolare le opposizioni.

«La soluzione di Quaglino e Casali è tutta politica, anzi partitica - ha commentato il consigliere comunale di Verona e Sinistra in Comune Michele Bertucco - Forse sistema le poltrone, ma non apre nuove vie alla risoluzione delle vertenze pendenti, in primo luogo quella di Amia che per indicazione del consiglio comunale deve tornare in house. Sboarina, ancora una volta, sceglie un manager per raddrizzare la situazione della nuova società Muven che nasce dalle ceneri di Agsm e Aim. Il nuovo consigliere delegato Quaglino ha un ruolo certamente importante, dotato di ampi poteri di veto e di nomina ma privo del necessario supporto politico come fu per il povero Finocchiaro portato alle dimissioni perché sfiancato dalla maggioranza litigiosa. C'è infatti da scommettere che la Lega, messa da parte per la seconda volta dopo il rimpastino di giunta, stia già meditando la sua vendetta. Si conferma, ancora una volta, il sistema spartitorio di gestione delle aziende partecipate del Comune di Verona, da Tosi a Sboarina nulla è cambiato».

Ed il timore che Quaglino possa fare la fine di Finocchiaro è stato espresso anche dal consigliere del Partito Democratico Federico Benini: «La presenza di un manager professionista di alto livello alla guida delle aziende pubbliche locali è condizione necessaria ma non sufficiente se alla base non c'è anche un forte sostegno politico e un chiaro indirizzo da parte dell'amministrazione. Tutte le divisioni che hanno attraversato e attraversano entrambe le maggioranze di centrodestra nei consigli comunali di Verona e Vicenza dovrebbero essere fonte di preoccupazione per Stefano Quaglino. Certamente lo sono per noi, che attendiamo le decisioni della nuova società sul tema dirimente: Muven vuole andare oltre la mera unione tra Verona e Vicenza e quindi unirsi ad un partner industriale forte, selezionato secondo criteri chiari, trasparenti e condivisi nell'ambito di una gara europea, oppure si accontenterà di restare una società di medie dimensioni in un mercato dominato dai colossi dell’energia?».

Mentre il movimento Traguardi ha augurato un buon lavoro a Quaglino. «Non ci si distragga però dal resto delle nomine - ha aggiunto il consigliere Tommaso Ferrari - altrettanto fondamentali per il futuro dell'azienda. Si applichi il principio della competenza anche per le nuove caselle, dal cda al collegio sindacale».

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