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Continua il braccio di ferro tra Tommasi e Casali per il cda di Agsm-Aim

Il sindaco ha chiesto di non convocare il consiglio di amministrazione prima della revoca dell'incarico al presidente e alla consigliera Vanzo. Casali però tira dritta, spalleggiato da Verona Domani e criticato da Tosi

Nessuno dei due intende fare un passo indietro e così continua lo scontro tra il sindaco di Verona Damiano Tommasi ed il presidente di Agsm-Aim Stefano Casali.

Il primo cittadino rappresenta il Comune di Verona e quindi il socio di maggioranza dell'azienda controllata dall'amministrazione scaligera e da quella vicentina. Il presidente di Agsm-Aim ed i membri del cda nominati dal Comune di Verona dovrebbero quindi godere della fiducia del sindaco. Fiducia che Tommasi ha dichiarato di non avere più né per Casali né per la consigliera Francesca Vanzo.
Il sindaco è rimasto perplesso per come il cda si è comportato in seguito all'operazione di acquisto del 35% della holding milanese Compago, affare che sembrava fatto per Agsm-Aim Energia e che è stato successivamente sospeso. Agsm-Aim ha chiesto a delle compagnie di consulenza di valutare l'intera operazione, ma il rapporto di fiducia tra Tommasi, Casali e Vanzo sembra essere irrimediabilmente rotto, indipendentemente dall'analisi di merito dell'operazione Compago.
Il sindaco ha quindi chiesto le dimissioni dei due membri del cda, richiesta che è stata respinta. Tommasi ha dunque convocato per dicembre l'assemblea dei soci per procedere alla revoca dei mandati di Casali e Vanzo. E intanto, sempre Tommasi ha chiesto di sospendere le riunioni del consiglio di amministrazione di Agsm-Aim. Ma pare che anche questa richiesta non sarà accettata, essendo per il momento ancora confermato per lunedì prossimo il cda di Agsm-Aim, con Casali e Vanzo sempre al loro posto.

E a dar manforte a Casali ci pensa il movimento Verona Domani di cui lui è presidente. «Bene ha fatto il presidente Casali a confermare la data del cda - hanno scritto i consiglieri comunali di Verona Domani - Quello di Tommasi è un atto arrogante e inaccettabile. Un'indebita ed inopportuna ingerenza da parte del sindaco, che denota ancora una volta un mix tra inesperienza ed ignoranza amministrativa delle basi che regolano statuti, adempimenti e rapporti tra il Comune e le sue partecipate. Qualche assessore o dirigente spieghi a Tommasi che non compete infatti a lui la convocazione dei consigli di amministrazione, bensì ai membri stessi dei cda».

Le minoranze veronesi non sono però tutte concordi e il consigliere comunale Flavio Tosi continua a criticare l'atteggiamento di Casali e di Verona Domani. Per il presidente di Agsm-Aim, la reazione del sindaco sarebbe ingiusta perché Casali avrebbe fatto gli interessi dell'azienda sospendendo un'operazione poco chiara come quella dell'acquisto parziale di Compago. Secondo la narrazione di Verona Domani, Casali è stato il difensore di Agsm-Aim, mentre la paternità dell'operazione Compago sarebbe solo del consigliere delegato Stefano Quaglino, le cui principali deleghe sono state poi sospese dal cda. Per Tosi però, la gestione di Quaglino e quella di Casali non possono essere scisse ed è quindi «surreale» lo scaricabarile attuato da Verona Domani nei confronti di Quaglino.
Ma per il consigliere comunale di Verona Domani Paolo Rossi è Tosi a sbagliarsi. «Quaglino fu selezionato in una rosa di nomi tecnici che una società apposita aveva indicato - ha detto Rossi - Non si poteva ovviamente essere a conoscenza perfettamente del profilo dello stesso, se non visionando il curriculum e leggendone il profilo. Quindi è falso quanto affermato da Tosi: Quaglino non fu scelto da Casali. E dovrebbe essere meritorio che una parte politica, nonostante abbia indicato il nome del manager, sia critica sul suo operato e chieda chiarimenti. Molto più grave è l’atteggiamento da parte di chi questi chiarimenti vuole impedirli, ovvero il sindaco Tommasi che con una irrituale ed intempestiva lettera intima ai consiglieri di amministrazione di soprassedere alla fase conclusiva e più importante di questi due mesi: l’esito delle risultanze dei tecnici esterni che dovranno valutare la bontà dell’operazione Compago. Perché il Sindaco continua a difendere Quaglino, senza aspettare di conoscere nemmeno l'esito delle verifiche? Attendiamo risposta».

Infine, per difendere Casali e Vanzo da Tommasi, è intervenuto anche l'ex sindaco di Verona Federico Sboarina, l'uomo che di fatto li mise nel cda di Agsm-Aim. «Due sono gli aspetti da tenere in considerazione nella vicenda Agsm Aim - ha scritto Sboarina - Entrambi bellamente trascurati dal sindaco Tommasi. Il primo riguarda la solidità aziendale che, per Agsm Aim così come per tutti i i gruppi che devono stare sul mercato, significa credibilità. Con questa tempesta dilettantesca, oggi il gruppo sta vivendo un crollo di fiducia e il rischio bancario, nel senso che gli istituti di credito stanno guardando con preoccupazione alle turbolenze in corso. Questo arriva a impoverire le casse e a riversare sui veronesi i mancati utili, le mancate strategie, il ritardo nella crescita. Se si fa fatica ad accedere al credito, l’azienda arranca e rischia di entrare in sofferenza. Siamo sicuri che il gioco valga la candela? Anche perché l’interpretazione meno buonista è che tutto questo caos sia un banale assalto alle poltrone, la voglia di accaparrarsi posti da distribuire. Certo non era questo che aveva promesso Tommasi ai veronesi. In campagna elettorale aveva preso la distanza dalle logiche politiche, condannato la spartizione e promesso dialogo e ascolto. Passati pochi mesi sta dimostrando esattamente il contrario. Il secondo aspetto è strettamente legato al primo e riguarda la competenza amministrativa. Anche su questo fronte c’è il disastro sulle procedure. Revoche, convocazioni di assemblee, apertura dei termini prima ancora di aver risolto i problemi. Purtroppo un dilettantismo amministrativo e un disprezzo delle regole che fa solo male all’azienda e che aumenta l’impressione di instabilità e incertezza generale, quella appunto che preoccupa le banche e i cittadini ma che soprattutto compromette la crescita, unica leva per riversare i benefici sui veronesi. Se l’azienda funziona, si possono abbassare le tariffe e aumentare i servizi. Credo che il sindaco Tommasi sia male informato e che sia spinto ad un braccio di ferro da qualcuno che ha in mente le poltrone mentre lui non si accorge di impoverire la principale azienda comunale. Il presidente Casali e la consigliera Vanzo hanno una storia amministrativa personale di serietà e lealtà al bene di Agsm e sono stati buttati in un tritacarne insensato. Gli addebiti che vengono mossi non giustificano la guerra sanguinaria e strumentale. La ricerca di careghe nel disprezzo degli utili è da dilettanti e incoscienti. Senza contare che, sventare in tutti i modi un dannoso avvio di ricorsi legali dovrebbe essere il primo obiettivo del socio, altrimenti è la vittoria di Pirro quando si conquistano le poltrone creando il deserto».

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