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Tari, Tosi: «Famiglie beffate da errore del Comune». Toffali: «Parla a vanvera»

L'ex sindaco di Verona accusa l'amministrazione di aver interpretato male una disposizione di Arera (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente), facendo pagare una tassa dei rifiuti più alta a 5mila famiglie

«Cinquemila famiglie veronesi beffate per un errore dell'amministrazione Sboarina, a cui chiediamo di rimediare». La denuncia è del consigliere comunale ed ex sindaco Flavio Tosi e riguarda le novità sulla tassa dei rifiuti introdotte da Arera (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) e recepite dal Comune di Verona tramite l'approvazione del nuovo regolamento sulla Tari.

Per Tosi, ci sarebbe stato un errore di interpretazione di una delibera di Arera, la quale «ha prescritto agli enti locali una serie di sconti a favore dei cittadini in difficoltà per l'emergenza Covid, dando tuttavia mano libera agli stessi enti per sconti o agevolazioni maggiori», ha spiegato l'ex sindaco di Verona. L'amministrazione comunale, invece, si sarebbe limitata «ad applicare la scontistica standard - ha proseguito Tosi - E il risultato è che il Comune avrebbe potuto esentare dalla Tari tutte le famiglie con un Isee inferiore ai 15mila euro annui, che invece si ritrovano a doverla pagare. Sotto gli 8.265 euro di Isee c'è solo uno sconto, dagli 8.265 euro ai 15mila euro di Isee nemmeno quello, si paga la Tari intera. Oltre il danno la beffa. A settembre ai cittadini è arrivata una lettera di Solori che esentava dalla Tari chi è sotto i 15mila euro Isee; a dicembre invece il dietrofront, ne è arrivata un'altra in cui agli stessi cittadini di diceva di pagare per intero, o con lo sconticino se sotto gli 8.265 euro».

«Gli errori li fa chi parla a vanvera, noi invece siamo abituati a risolvere i problemi sul serio, senza demagogia», è la replica dell'assessore al bilancio e ai tributi Francesca Toffali, la quale aveva presentato le agevolazioni previste per il pagamento della Tari ed ora risponde così al consigliere Tosi: «La regolamentazione di Arera prevede una nuova metodologia per il calcolo delle tariffe relative alla Tari per tutto il territorio nazionale. Con la sua entrata in vigore sono decadute, quindi, tutte le tariffazioni applicate in precedenza dai singoli comuni con deroghe e esenzioni differenziate. L’unica discrezionalità che il nuovo metodo consente ai Comuni, e legata al periodo emergenziale, è l'applicazione di agevolazioni sociali a vantaggio delle famiglie disagiate, coloro cioè che già possiedono i requisiti per l'accesso al bonus sociale per il servizio elettrico, gas e idrico. Così è stato fatto a Verona per i redditi fino a 8.265 euro l'anno (che diventano 20.000 euro con quattro figli a carico), oltre che per i beneficiari del reddito e della pensione di cittadinanza e per i titolari di carta acquisto sono state applicate le agevolazioni standard stabilite da Arera. Sia per questi utenti, sia per quelli fino a 15mila euro l'anno di Isee e per tutte le altre utenze disagiate, la giunta ha deciso di non distribuire sulla platea degli altri contribuenti l'importo delle agevolazioni. Dato che vige l'obbligo di piena copertura dei costi del servizio con le entrate tariffarie, la giunta ha stabilito di mettere a bilancio per i servizi sociali l'importo necessario a finanziarie le agevolazioni per le categorie a basso reddito. Infatti, abbiamo applicato la discrezionalità che Arera ha concesso ai Comuni per i redditi fino a 8.265 euro e per le altre categorie previste dalla normativa sul bonus energia, e poi abbiamo tutelato le famiglie fino a 15mila euro e allo stesso tempo anche gli altri 120mila contribuenti veronesi. In che modo? Stanziando a bilancio per i servizi sociali gli importi necessari a aiutare queste famiglie a basso reddito, invece di spalmare la cifra su tutti gli altri contribuenti come invece prevede il meccanismo della tariffa. Quindi, non solo le agevolazioni sociali ci sono, ma sono anche completamente a carico del bilancio comunale, per un meccanismo più equo: basta contributi a pioggia. Non più, quindi, esenzioni indistinte ma mirate a chi ne ha effettivo bisogno che, oltre agli sgravi, sarà seguito per tutta una serie di altre necessità dai servizi sociali comunali».

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