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Agec, la Corte dei Conti proscioglie Michele Croce: "Ora Tosi si dimetta"

"Il sindaco di Verona, che quel sistema difese, che quei amministratori tutelò, che inventò l'alibi dei mobili e mi revocò ingiustamente solo per impedirmi di fare pulizia, come le tre sentenze sanciscono, dovrebbe vergognarsi, ammettere e dimettersi"

Esulta Michele Croce dopo la definitiva sentenza della Corte dei Conti, che lo proscioglie da ogni reato relaitvo alla vicenda dello sperpero di denaro per il suo ufficio quando era presidente dell'Agec. Da lì prese il via una dura battaglia mediatica tra il fondatore del movimento Verona Pulita e il primo cittadino di Verona, Flavio Tosi, che dura ancora oggi. Ecco le parole dell'avvocato veronese e il file della sentenza. 

La terza sentenza è arrivata: ora il sindaco vergognoso, ammetta e si dimetta
La prima sentenza del TAR Veneto dichiarò la revoca del Presidente Croce dall'Agec illegittima.
La seconda sentenza del Tribunale penale di Verona condannò direttore e dirigenti per l'appaltopoli in Agec da me denunciata.
La terza sentenza di oggi della Corte dei Conti mi ha prosciolto da ogni accusa sulle inventate spese per l'ufficio. Ricordo che mi autodenunciai alla Corte, non avendo nulla da nascondere, caso unico in Italia.
Il sindaco di Verona, che quel sistema difese, che quei amministratori tutelò, che inventò l'alibi dei mobili e mi revocò ingiustamente solo per impedirmi di fare pulizia, come le tre sentenze sanciscono, dovrebbe vergognarsi, ammettere e dimettersi.
Sappiamo già che non lo farà: il soggetto, come tutti stanno constatando, vende caro il sistema di poltrone che gestisce per sé ed i suoi residui amici.
Ci penseranno i veronesi, alle prossime elezioni, per amore di una Verona finalmente Pulita.

Michele Croce

SENT._14-2016-2

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