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Catullo, giorni contati per Aerogest. Bertucco: «Siamo in ritardo di tre anni»

Il consigliere comunale aveva proposto nel 2018 lo scioglimento della società di gestione dell'aeroporto previsto per giovedì prossimo. E il Movimento 5 Stelle attacca: «Un investimento da 30 milioni sullo scalo è poco»

Ancora pochi giorni e poi qualcosa nella gestione dell'aeroporto di Verona cambierà. Giovedì prossimo, 15 aprile, si riuniranno i soci di Aerogest ed insieme scioglieranno la società che detiene il 47% delle quote del Catullo. I soci sono Comune di Verona, Provincia di Verona, Provincia di Trento e Camera di Commercio di Verona. Tutti e quattro hanno annunciato che per rispettare la Legge Madia liquideranno Aerogest, ma manterranno le proprie quote del Catullo, partecipando così all'aumento di capitale da 35 milioni di euro. Inoltre, i soci pubblici dell'aeroporto hanno intenzione di sottoscrivere una convenzione con il socio privato Save per tenere inalterate le modalità operative che hanno funzionato finora.

Una decisione che ha riscosso l'appoggio politico della Lega di Verona, ma anche il consigliere regionale veronese Stefano Valdegamberi è soddisfatto. «L'importante - ha detto Valdegamberi - è che ora venga blindato un piano di investimenti con un cronoprogramma certo. È necessario dare delle regole certe per la gestione e per gli investimenti, permettendo l'ingresso di nuovi soci, o partner finanziari e di sviluppo veri. Credo che i soci pubblici, in quanto maggioranza, se tale rimarranno, dovrebbero rivendicare la nomina dell’amministratore delegato e del direttore commerciale quali condizioni necessarie per garantire l'effettivo governo della società».

Meno entusiasmanti i commenti che provengono dalle forze politiche di minoranza a Verona. «Vedremo se questa sarà la volta buona che partiranno i lavori per il potenziamento dello scalo, di certo c'è soltanto che il parafulmine di Aerogest verrà meno perché la società verrà finalmente posta in liquidazione e ciascun socio pubblico dovrà prendersi le proprie responsabilità - ha dichiarato il consigliere comunale di Verona e Sinistra in Comune Michele Bertucco - Siamo in ritardo di almeno tre anni: risale al 2018 infatti un mio ordine del giorno votato all'unanimità dal consiglio comunale di Verona che invitava il Comune a sciogliere Aerogest e a promuovere tra i soci pubblici un patto di sindacato. Siamo nel 2021, Aerogest è ancora formalmente attiva e ancora non sappiamo quali saranno i contenuti di tale patto».
La deputata veronese del Movimento 5 Stelle Francesca Businarolo ha aggiunto: «Gli annunci roboanti non risolveranno i problemi del Catullo. Ci vogliono i soldi e 30 milioni non bastano. Abbiamo un aeroporto come il Marconi di Bologna che riesce a investire 350 milioni, possibile che a Verona non si riesca a trovare un decimo delle risorse. È lunga, ormai, la sequenza di errori commessi da quando c'è la gestione Save, che ha penalizzato il Catullo depotenziandolo da quel ruolo di leadership che avrebbe potuto esercitare nella zona chiave tra Lombardia, Trentino e Veneto, che vede ogni anno l'afflusso di milioni di turisti. Ancora una volta sono ignorate le esigenze e le potenzialità del territorio, a cominciare dal livello di investimenti necessari».
Il movimento civico Traguardi, invece, evidenzia che «da troppi anni la gestione eccessivamente politica dei nostri asset è servita solo a inseguire interessi di partito. Un rilancio dell'aeroporto che abbia a cuore la tutela del territorio passa necessariamente attraverso l'adozione di una strategia condivisa tra i soci pubblici, o quantomeno tra i soci veronesi (Comune di Verona, Provincia di Verona e Camera di Commercio), che definisca finalmente con chiarezza l'identità e gli obiettivi del nostro scalo per servire al meglio i territori che attorno ad esso gravitano, rendendolo competitivo».

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