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Ampliamento terminal Catullo. Valdegamberi: «Così non si va da nessuna parte»

Aggiudicato l'appalto dei lavori che riqualificheranno e aumenteranno la superficie dello scalo veronese. Ma il consigliere regionale critica: «Investimento che non renderà competitivo l'aeroporto»

In questo mese di giugno è stato aggiudicato l'appalto per la realizzazione del cosiddetto Progetto Romeo dell'aeroporto Catullo. Un appalto da 68 milioni di euro per riqualificare e ampliare il terminal passeggeri dello scalo veronese. La superficie del terminal partenze passerà da 24.840 metri quadrati a 36.370 metri quadrati, ed più di altri 10mila metri quadrati di aree saranno ristrutturati. Una notizia positiva che, abbinata all'aumento di capitale della società che gestisce l'aeroporto, lascia intravedere un luminoso futuro per il Catullo.

Non tutti, però, sono di questo avviso. «È arduo comprendere come si possa parlare di riqualificazione ed ampliamento se con 68 milioni di lavori si passa da 40 a 46 banchi di accettazione e da 13 a 19 cancelli di imbarco, creando con questo intervento le prospettive di una castrazione dell'aeroporto Catullo e precludendo anche possibili ulteriori sviluppi», ha commentato il consigliere regionale veronese Stefano Valdegamberi, il quale è convinto che gli investimenti fatti sull'aeroporto di Verona negli ultimi cinque anni siano «lontani anni luce da quelli investiti negli altri aeroporti a vicini, da Venezia a Bergamo, da Bologna a Treviso».
«Vorrei tanto che ci fosse qualcuno in grado di spiegarmi come sia possibile considerare questo progetto come un investimento di rilancio - ha concluso Valdegamberi - Chiunque dotato di normale intelligenza capisce che con un progetto del genere non si va da nessuna parte e non sarà certo possibile affrontare la crescita prevista nel medio-lungo termine. Sono questi gli investimenti che renderanno competitivo il nostro aeroporto? Non credo proprio».

E nonostante la differenza di schieramento politico, anche il veronese Giorgio Pasetto, presidente di Area Liberal, concorda con Valdegamberi: «Il Catullo ha rinunciato alla sua ambizione naturale di scalo leader del Nordest: il suo traffico passeggeri è diventato inferiore a quello dell'aeroporto di Treviso, ha il record nazionale di lentezza (oltre 10 anni) nel recuperare il numero di passeggeri pre-crisi del 2007 ed è diventato di fatto una succursale del Marco Polo di Venezia. Se la risposta sono i 68 milioni di euro per 6 nuovi banchi accettazione, la classe politica veronese è inadeguata e si dovrebbe dimettere. Cosa andrebbe invece fatto? Indire una gara internazionale seria, affidarsi a studi tecnici, magari coinvolgendo le migliori professionalità e i migliori progettisti del territorio, ma soprattutto elaborare una strategia».

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