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Adrian «evento fallimentare», Estate teatrale «orfana», il Pd: «Sistema spettacoli in stallo»

Dure accuse al sindaco Sboarina e alla maggioranza sul tema cultura e spettacoli a Verona da parte dei consiglieri Dem La Paglia, Vallani e Salemi. La replica: «Basta fake news»

«Il flop di "Adrian" e l'Estate teatrale veronese orfana del direttore artistico e tenuta in piedi a titolo gratuito dal dottor Savorelli: sono questi due simboli di un sistema spettacoli in cui chiaramente qualcosa non sta funzionando. Parliamo di un sistema (teatro, lirica e concerti) che nel 2017 a Verona ha avuto un volume di affari di oltre 350 milioni di euro, con oltre 61 mila spettacoli (numero di spettacoli più alto dopo Venezia), 8.685.199 ingressi (prima in Veneto) e una spesa da parte del pubblico di quasi 300 milioni, la più alta del Veneto. Con questi numeri è assurdo che il Comune cada su eventi fallimentari, come'è stato "Adrian", e lasci senza guida artistica una manifestazione storica come l'Estate teatrale veronese». Parole molto dure quelle impiegate dalla consigliera regionale del Pd Orietta Salemi, durante una conferenza stampa con la quale, insieme ai consiglieri comunali La Paglia e Vallani, sono stati richiesti all'amministrazione comunale un cambio di passo deciso e azioni concrete su alcune delle situazioni, giudicate «di stallo» e che oggi «frenano il sistema degli spettacoli a Verona».

Su tutte quella del cosiddetto «fallimento di Adrian» che, a detta degli esponenti Pd, «nulla avrebbe portato né lasciato a Verona, se non il disagio per le attività dello spettacolo». Nel mirino delle critiche da parte dei Dem non vi è tanto l'artista Adriano Celentano, «quanto piuttosto un Sindaco che - ha spiegato il consigliere comunale Vallani - non ha saputo fare bene i conti: alla fine solo 157 mila euro per avere l’unico teatro comunale "sotto sequestro" da ottobre a marzo, lo sfratto temporaneo di quattro rassegne, un cartellone pronto da ricollocare».

Spettacoli a Verona, Pd: "Sistema in stallo. Molti i perché senza risposta"

I consiglieri Pd hanno quindi ricordato le dichiarazioni trionfalistiche del sindaco a ottobre, quando Federico Sboarina aveva parlato di «una proposta prestigiosa e di grande impatto mediatico per la città» che avrebbe garantito la «rivitalizzazione del quartiere di Veronetta». «Oggi dunque, - ha quindi chiesto provocatoriamente la consigliera Elisa La Paglia - quali sono le ricadute in termini di visibilità nazionale su Verona? Quali interventi di adeguamento tecnologico sono previsti per il Teatro? I ricavi effettivi sono già incassati a bilancio 2019?». Domande alle quali si aggiungono i questi posti ancora una volta da Orietta Salemi, questa volta in relazione alla gestione dell’Estate teatrale veronese: «A oggi - ha spiegato Salemi - la rassegna è orfana del Direttore artistico: se non ci fosse la disponibilità del dott. Savorelli, in quiescenza dal 2014, che tesse a titolo gratuito per il Comune il prezioso ordito del cartellone degli spettacoli, il Festival del Teatro Romano, e non solo, non avrebbe vita. Se si considerano la qualità del sistema spettacoli veronese e l'indotto che questo genera, è da incoscienti, se non da sprovveduti, rinunciare a gestire con la più accurata oculatezza questo patrimonio».

La replica alle critiche non si è fatta attendere molto ed è arrivata per bocca dei consiglieri di maggioranza Nicolò Sesso, Gianmarco Padovani, Leonardo Ferrari e Daniele Perbellini: «È ora di smetterla con le fake news. Nessuno è stato sfrattato, - spiegano in una nota congiunta gli esponenti della maggioranza del sindaco Sboarina - nessuno sconto a Celentano, ma l'applicazione della tariffa intera del Camploy (quella che nessuna compagnia veronese paga pratricamente mai), nessuna stagione teatrale è senza direttore artistico. Basta arrampicarsi sugli specchi. Quale Amministrazione avrebbe detto no ad un progetto artistico di Adriano Celentano? Si trattava di un progetto innovativo che ben si accoppiava con le caratteristiche del quartiere di Veronetta. Cosa sia successo nel frattempo lo sanno i produttori, non certo il Comune che non ha avuto alcun ruolo nella produzione dello spettacolo».

«Il Comune ha fatto solo il proprio mestiere, - proseguono ancora i consiglieri della maggioranaza - affittando il teatro comunale e ricollocando gratuitamente le compagnie veronesi in spazi altrettanto adeguati. Il compito dell’amministrazione è quello di sfruttare tutte le opportunità che si presentano. È facile puntare il dito a posteriori. Quanto all'Estate teatrale veronese, non c'è nulla fuori posto. Il direttore artistico Giampaolo Savorelli è attualemnte in carica e come prevede il bando avrà la funzione di affiancamento del nuovo, che verrà nominato appena la commissione avrà ultimato la selezione. E visto che Verona avrà un direttore artistico multisettoriale - hanno quindi concluso i consiglieri Nicolò Sesso, Gianmarco Padovani, Leonardo Ferrari e Daniele Perbellini - è proprio questa la migliore garanzia contro la paventata "colonizzazione" di Venezia. Ma il Pd non riesce a fare due ragionamenti».

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