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Addizionale Irpef per completare la Pedemontana. La polemica s'infiamma

La decisione del presidente Zaia ha fatto infuriare gli oppositori, ma c'è anche chi la difende, come Confcooperative Veneto: "Non è possibile lasciare l'opera a metà"

Alla fine la Pedemontana Veneta riguarderà tutti i veneti. La strada a pedaggio tra le province di Vicenza e Treviso sarà pagata anche con l'addizionale Irpef che sarà reintrodotta dal 2018, come deciso dal presidente regionale Luca Zaia. Il ripristino della tassa riguarderà i redditi superiori ai 28 mila euro e ha infiammato la politica.

"Nonostante le promesse elettorali di due anni fa di non mettere le mani nelle tasche dei veneti, il governatore Zaia resuscita l'addizionale Irpef: oltre che incapace di tener fede alla parola data agli elettori, si conferma assolutamente inadeguato nel gestire investimenti per le grandi opere pubbliche", è stato il commento del leader di Fare! e sindaco di Verona Flavio Tosi.

Negativamente sorpresa la senatrice PD Laura Puppato, che già quando era capogruppo in consiglio regionale aveva criticato le modalità di realizzazione della Pedemontana. "Avevano ampiamente previsto che i veneti avrebbero pagato l'opera due volte, una con la fiscalità generale e una con i pedaggi, la cui esenzione per i residenti è stata solo uno specchietto per le allodole andato subito in frantumi. Quello che veramente non potevamo prevedere era che l'avremmo pagata tre volte, anche con l'incremento Irpef. Vorrei poter parlare solo di incompetenza e incapacità, ma purtroppo questo buco nasce dal voler favorire certi interessi con un'opera faraonica e che ha moltiplicato in maniera esponenziale i costi e che segna come un fil rouge le esperienze fallimentari delle giunte Galan e Zaia". E sempre dal PD, la deputata Alessia Rotta chiede a Zaia di non fare il furbo, scaricando le colpe sul governo centrale. "Sull’opera il Governo ha mantenuto gli impegni, mettendo sul piatto oltre 600 milioni. La Pedemontana è indubbiamente un'opera importante, ma non si capisce perché tutti i veneti debbano pagare i miliardi che costerà in più a causa di una gestione assolutamente incompetente da parte di questa giunta regionale".

"Zaia si comporti da autonomista e riconosca che dopo i 680 milioni già ricevuti dallo Stato, non spetta né ai veneti né agli italiani pagare ulteriori risorse per coprire un suo errore - aggiungono i consiglieri regionali Guarda, Zanoni, Azzalin e Zottis - Zaia riconosca il fallimento dei project financing in Veneto e il proprio flop politico e amministrativo nella capacità di gestione delle grandi opere. Il dietrofront sulla Pedemontana, un vero e proprio imbroglio nei confronti dei veneti, certifica il fallimento di una classe dirigente che scarica sul pubblico gli errori del privato".

Gli errori sul progetto sono sottilineati anche dal Movimento 5 Stelle. "Pare che fossero tutti sbagliati anche i flussi di traffico, che sembrano essere stati fatti ad arte per figurare come finanziabile un progetto che non lo è - ha sottolinea il consigliere regionale Manuel Brusco - il problema è che i project financing, ora quelli di Zaia e prima quelli di Galan, sembrano fatti solo per realizzare opere pubbliche senza i controlli previsti dal codice degli appalti e dilapidare enormi risorse pubbliche. La superstrada doveva costare inizialmente 750 milioni e non prevedeva alcun pedaggio. Adesso il costo dell'opera supera i 3 miliardi e i cittadini dovranno pagare anche pedaggi tra i più cari d'Europa".

Tra le poche voci in difesa della decisione presa dal presidente Zaia c'è Confcooperative Veneto. "Ne stiamo valutando con attenzione la portata - si legge in una nota di Confcooperative - Al primo approccio, siamo favorevolmente colpiti dall'impostazione del provvedimento e ci sembra ragionevole. La costruzione dell’operazione, per quanto sappiamo, tutela le famiglie con i redditi più bassi, e incide poco sulle famiglie con reddito medio. È quindi prevista una gradualità. Le persone con disabilità e le loro famiglie, inoltre, sono esenti. Lo sforzo si concentra quindi sulle persone con reddito medio alto che, oggettivamente, possono rinunciare con meno problemi ad una percentuale tutto sommato esigua del loro reddito. Siamo tutti consapevoli che il tema della Pedemontana è rilevante per l'economia del nostro territorio: allo stato attuale, non completare l’opera sarebbe ridicolo e ci metterebbe sullo stesso piano della Salerno-Reggio Calabria. Vogliamo che la Pedemontana funzioni e che colleghi il Veneto all’Europa. Non è possibile pensare di fermarsi a metà".

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