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Mancano medici? La soluzione proposta dalla Lega è eliminare il numero chiuso per l'accesso all'università

«Il vero valore di un giovane lo si deve vedere sul campo», afferma il presidente Luca Zaia favorevole all'eliminazione del numero chiuso per l'accesso alla facoltà di medicina

«Lo dico da anni, esattamente dal novembre 2013: il numero chiuso a medicina non è certo il metodo migliore per investire sulla professione dei nuovi medici. Tutti i ragazzi che vogliono iscriversi hanno il diritto di conoscere la facoltà di Medicina e di frequentarla. E la selezione va fatta durante lo studio, come accadeva in passato». Lo dice il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, per ribadire il suo "no" al numero chiuso a Medicina, alla luce anche dei dati diffusi relativamente ai test di ammissione di quest’anno dell’Università di Padova dove, a fronte di 3.119 iscritti, sono disponibili 428 posti.

«Tra gli oltre 2.500 aspiranti che verranno esclusi - prosegue il governatore Zaia - potrebbero esserci futuri medici coi fiocchi, che però non hanno potuto mettere in mostra le loro attitudini perché "bocciati" da un test dove si fanno domande che magari nulla hanno a che fare con la medicina. Il vero valore di un giovane - sottolinea il presidente del Veneto - lo si deve vedere sul campo. Per questo è fondamentale garantire l’accesso a tutti e poi aprire la selezione, rigorosa ed equa sulla base di parametri di valutazione uguali per tutti. Molti dei nostri grandi clinici di oggi - conclude il presidente della Regione Luca Zaia - non sono certo partiti da un quiz, ma dando prova delle loro capacità sul campo, prima accademico, e poi sanitario».

Anche il coordinatore della Lega in Veneto Alberto Stefani assieme al responsabile regionale del dipartimento giovani Edoardo Bonato, in una nota congiunta, si dicono favorevoli all'abolizione del numero chiuso per l'accesso corso di laurea in Medicina: «In Veneto mancano ben 1.150 medici. Una carenza pesante che grava sul sistema sanitario della nostra regione. La Lega ha una soluzione concreta per risolvere questo problema: cancellare il numero chiuso a Medicina. Una proposta che emula il modello francese dove si accede senza test di ingresso al primo anno di facoltà. Così tutti i ragazzi e le ragazze che fanno domanda avranno libero accesso e la selezione sarà fisiologica in base ai voti del secondo anno. Il costo per lo Stato - chiariscono Alberto Stefani ed Edoardo Bonato - sarebbe a zero e verrebbero premiati il merito e lo studio, non la fortuna. Ovviamente adegueremo parallelamente le borse di specializzazione, anch’esse ad oggi insufficienti. Un aiuto reale e tangibile, non solo per i nostri giovani, ma soprattutto per la sanità del Veneto», concludono Alberto Stefani ed Edoardo Bonato.

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