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Da Negrar arriva l'alternativa ai farmaci anticoagulanti

Una nuova terapia per i pazienti con fibrillazione atriale che non possono assumere tali medicine viene eseguita all'ospedale Sacro Cuore-Don Calabria dai dottori Giulio Molon, Guido Canali, Laura Lanzoni

Dall’ospedale Sacro Cuore-Don Calabria di Negrar una nuova terapia per i pazienti con fibrillazione atriale, che non possono assumere farmaci anticoagulanti.

Si tratta di un intervento di chiusura dell’auricola sinistra che è la parte del cuore situata nell’atrio sinistro, dove si formano il 90% dei coauguli di sangue, provocati dal malfunzionamento del muscolo cardiaco in alcuni pazienti affetti da ipertensione, diabete e insufficienza cardiaca. Coaguli che possono provocare conseguenze importanti, come l’ictus cerebrale. Ad eseguirlo per la prima volta a Verona l’Unità operativa di Cardiologia del nosocomio calabriano diretta dal professor Enrico Barbieri.

Nella nuova sala di Emodinamica e Elettrofisiologia da poco inaugurata hanno operato un’équipe formata dal dottor Giulio Molon e dal dottor Guido Canali, coadiuvati dalla dottoressa Laura Lanzoni. Una tecnica complessa di cardiologia interventistica, i cui studi attualmente disponibili indicano un’efficacia pari alla terapia anticoagulante. Essa viene eseguita in anestesia generale, inserendo il dispositivo occlusore – una sorta di “tappo” che impedisce l’afflusso di sangue e quindi la formazione di coaguli nell’auricola sinistra – attraverso una vena inguinale.

Finora i pazienti che si sono sottoposti a questa procedura all’ospedale di Negrar sono tre e presentano un normale decorso post operatorio con la sospensione a 45 giorni dall’intervento della terapia anticoagulante, in quanto il dispositivo occlusore viene ricoperto dal tessuto che riveste l’interno del cuore.  

“Nei pazienti con fibrillazione atriale, soprattutto se anziani con ipertensione arteriosa, diabete ed insufficienza cardiaca – spiega il dottor Giulio Molon, responsabile della Elettrofisiologia e Cardiostimolazione dell’Unità operativa di Cardiologia – si possono formare all’interno del cuore dei coaguli di sangue che provocano embolie a distanza, particolarmente l’ictus cerebrale". Per evitarlo si ricorre alla somministrazione di anticoagulanti orali (Coumadin o Sintrom), che impedendo la creazione dei coaguli nel cuore prevengono le trombo-embolie. “Ci sono pazienti però che avendo già avuto emorragie importanti oppure perché sono a rischio di averne, non possono assumere questi farmaci in quanto potrebbero favorire proprio le emorragie – spiega il dottor Molon –. L’alternativa è ricorrere alla chiusura dell’auricola sinistra che è la parte del cuore, situata nell’atrio sinistro, dove si forma più del 90% dei coaguli”.  

La procedura si esegue per via transcatetere in anestesia generale e sotto controllo ecocardiografico trans esofageo. “Con la puntura di una vena dell’inguine – spiega il dottor Molon - attraverso il sistema venoso si arriva nell’atrio destro e quindi, mediante puntura transettale, cioè praticando un piccolo foro a livello del setto interatriale, il dispositivo occlusore viene posizionato nell’auricola sinistra”.

“Gli studi attualmente disponibili sulla chiusura dell’auricola sinistra indicano un’efficacia non inferiore alla terapia anticoagulante – conclude il dottor Molon –. I pazienti abbattono il rischio di ictus ischemico e contemporaneamente non rischiano importanti emorragie come quelle cerebrali o gastrointestinali legate all’uso dei farmaci”.

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