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Arrivano i saldi estivi, ecco come sfruttarli al meglio

Scattano le svendite stagionali, ecco una piccola guida per non lasciarsi trascinare nel vortice delle mille offerte, vere o presunte, e per ottenere il meglio dagli sconti dei negozi.

Domani anche a Verona scatterano i saldi estivi, e i negozi si stanno già preparando ai primi assalti alla merce scontata. La scelta di molti consumatori di tagliare le spese e i feroci controlli della Guardia di finanza alla ricerca di finte occasioni e truffe, ha catalizzato moltissimo l'attenzione su queste svendite estive. Da una parte gli esercenti sperano in quest'occasione per aumentare le loro vendite, dall'altra gli acquirenti confidano di riuscire a togliersi qualche soddisfazione nonostante il periodo di forte crisi. In quest'ottica da sempre è il settore dell'abbigliamento quello nell'occhio del ciclone dei saldi stagionali, vediamo quindi qualche semplice regola per sfruttare al meglio questo periodo favorevole agli acquisti.

  • La scelta dell'acquisto. Non fare acquisti, se non indispensabili, prima dell'avvio dei saldi. Nei giorni pre-saldi sarebbe opportuno fare un giro per i negozi e individuare i prodotti che potrebbero interessare, segnando i prezzi a cui vengono venduti, per poi verificare che nel periodo dei saldi il prezzo sia realmente calato;
  • Il confronto dei prezzi. Non fermarsi al primo negozio che pratica sconti, ma visitarne diversi e confrontare i prezzi esposti e la qualità della merce di riferimento (dopo non si potrà rivendicare il cambio di un prodotto perché il negozio a cento metri più in là vende lo stesso ad un prezzo dimezzato);
  • Attenzione agli sconti. Non lasciarsi ingannare da sconti che superano il 50% del costo iniziale. Nessuno regala niente. Difficilmente un commerciante ha ricarichi superiori al 50% a meno che non si tratti di un artigiano che produca da sé e che nella determinazione del prezzo ha margini e logiche più ampie; 
  • Per eccesso e per difetto. Ricordarsi che prezzi tipo "49,90" euro vogliono dire "50,00" e non "49,00";
  • Forme di pagamenti. Le forme di pagamento non differiscono da quelle abituali, perche' siamo in presenza di transazioni commerciali e il prezzo di acquisto non modifica le regole. Quindi diffidare da chi impone il pagamento in contanti pur avendo esposta la segnalazione della convenzione con un istituto di carte di credito o bancomat. Si può chiedere di usufruire di questa forma di pagamento, e in caso di diniego segnalarlo all'istituto di credito, che potrebbe anche annullare la convenzione con quel commerciante;
  • Controllare i prodotti. Guardare le etichette che riportano la composizione dei tessuti: i prodotti naturali costano di più, quelli sintetici meno. La percentuale di composizione può variare notevolmente e incidere sul costo finale;
  • Nel dubbio chiedete conferma. I capi d'abbigliamento riportano l'etichetta con le modalità di lavaggio e conviene sempre chiedere conferma al commerciante di ciò che è indicato: la sua esperienza può servire a prevenire spiacevoli sorprese dopo che si è portato il capo d'abbigliamento in lavanderia; 
  • Essere pignoli. Di un capo verificare se è di pura lana vergine o di lana. La seconda lana può essere riciclata, la prima no. Di un capo di cotone chiedere la provenienza: i prodotti provenienti dai Paesi asiatici possono essere trattati con pesticidi o antimuffe che al contatto con la pelle possono provocare allergie; 
  • Occhio agli stock. diffidare dei capi d'abbigliamento disponibili in tutte le taglie e/o colori: è molto probabile che non sia merce a saldo, ma immessa sul mercato solo per l'occasione e quindi con un finto prezzo scontato;
  • Dopo l'acquisto. Diffidare dei negozi che espongono cartelli tipo "la merce venduta non si cambia": esistono regole precise del commercio che impongono il cambio della merce non corrispondente a quanto propagandato o perché difettosa. Il fatto di essere in saldo, non significa che queste regole non siano valide. Ricordarsi che non esiste il diritto di recesso negli acquisti fatti in un esercizio commerciale: per cui se si è sbagliata la taglia o si è semplicemente cambiato idea, è solo la disponibilità del commerciante che può ovviare al problema, ma non c'è un diritto del consumatore.

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