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Verona, il dossier Grandi opere pungola Agsm e Comune: "Ca' del Bue? Nessuna alternativa"

Se di “ostruzionismo” non si può ancora parlare sembra chiaro che l’interesse della Regione sull’impianto stia scemando. Nessun tecnico o persona informata dei fatti è sceso da Venezia per discutere del dilemma nella commissione Ambiente

All’indomani del dossier sulle opere incompiute a Verona e provincia riprendono a pieno ritmo le discussioni sul futuro del termovalorizzatore di Ca’ del Bue. Rimane in stallo la posizione di Agsm e Comune che, dopo la sentenza del Tar del Lazio per arrivare ai finanziamenti statali Cip6 per far ripartire i nuovi forni a griglia, si appella al Consiglio di Stato. Senza quei soldi riaccendere l’impianto non sarebbe “conveniente” e la multiutility non ha le cospicue risorse per sostenere l’intera gestione. La questione si fa spinosa perché c’è un rimbalzo di responsabilità: la Regione Veneto, inizialmente possibilista e poi apparentemente contraria a Ca’ del Bue, dichiara che tutto è in capo ad Agsm e Comune. Quest’ultimi invece chiedono a Venezia dati certi sul Piano regionale rifiuti, a valutare esattamente le condizioni per far ripartire l’inceneritore. E intanto pare che Urbaser, l’azienda spagnola che ha investito circa 150 milioni per la riapertura, stia valutando l’ipotesi di chiedere i danni sul mancato guadagno.

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La decisione della Regione è attesa, ma saranno tempi lunghi. Si parla di autunno: ovvero quando il Piano regionale dei rifiuti, che prevede, oltre a Ca’ del Bue, anche le centrali di Schio, Padova e Venezia, approderà in commissione a Venezia e successivamente in Consiglio regionale. Ma se di “ostruzionismo” non si può ancora parlare, sembra chiaro che l’interesse della Regione sull’impianto stia scemando. Nessun tecnico o persona informata dei fatti è sceso da Venezia per discutere del dilemma nella commissione Ambiente convocata dal Movimento 5 Stelle, Pd e Sel in Comune. L’assessore regionale di competenza, Maurizio Conte, avrebbe negato la sua presenza per altri impegni istituzionali. La linea Agsm-Comune è altrettanto chiara: non esiste una soluzione alternativa all’inceneritore, tantomeno l’aumento di raccolta differenziata. Spiega il direttore generale di Agsm, Giampietro Cigolini all’Arena che

«qualsiasi altra soluzione porrebbe Agsm in condizioni di rischio. Noi andiamo siamo in attesa di dati certi, dalla Regione. Uno c'è già ed è che i Cip 6, che erano un diritto acquisito, non ci sono più e per questo andiamo avanti con il ricorso al Consiglio di Stato. Altro punto fermo per noi è che la tariffa a carico dei cittadini non aumenti rispetto ai 140 euro a tonnellata che servono per lo smaltimento». Al momento la soglia di rifiuti annui da conferire a Ca' del Bue è di 150mila tonnellate l'anno (erano 190mila, ma la soglia è stata da poco abbassata). Quanti andrebbero bene all'Agsm? «La Regione ci dica la quantità e noi, poi, valuteremo l'economicità dell'impianto con le modifiche che vogliamo apportare», assicura Cigolini. Paternoster (presidente di Agsm) e Toffali (assessore comunale alle Aziende partecipate) annuiscono, in commissione.

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