A Verona prende corpo il Verona Winter Jazz Festival: dal 26 gennaio al 2 marzo a teatro
Il 26 gennaio 2014 alle 21 al Teatro Ristori di Verona (tel. 045-693.0001 www.teatroristori.org) Richard Galliano apre il Verona Jazz Winter Festival, realizzato in collaborazione con il Comune di Verona. “I remember Astor” è il titolo del concerto, dedicato alla musica del grande Astor Piazzolla; oltre a Galliano al bandoneon, ci saranno Bertrand Cervera primo violino, Paul Rouger violino, Jean Paul Minali Bella viola, Eric Levionnois violoncello, Sylvain Le Provost contrabbasso.
Il celebre Verona Jazz Festival, che nei decenni nella stagione estiva ha accolto nei magnifici teatri all’aperto di Verona le grandi star del jazz mondiale, si presenta adesso in due sale teatrali cittadine, nella stagione invernale: il Ristori, dalla splendida acustica, ormai ben conosciuta, e il Teatro Camploy. Il Ristori presenta grandi nomi internazionali come Richard Galliano, Brad Mehldau, e la giovane rising star americana Cécile McLorin Salvant. Il Camploy dà voce ai giovani talenti italiani, e sono Enrico Zanisi, Giovanni Guidi, il veronese Mauro Ottolini.
Per aprire il Verona Jazz Winter Festival il Ristori ha invitato un musicista jazz come Richard Galliano, che ha trasformato la fisarmonica, chiedendogli di “parlarci” di un altro grande innovatore, Astor Piazzolla. Quando sembrava che la fisarmonica non avrebbe mai dovuto incontrare solisti di grande spicco e fosse uno strumento con cui sarebbe stato impossibile swingare, è apparso Richard Galliano a imporre la stessa dignità riservata a tromba e sassofono, che sono gli strumenti guida della musica jazz. Ed ecco il nuevo tango di uno dei grandi autori del Novecento, Astor Piazzolla, interpretato dall’amico Richard Galliano (nato da genitori italiani), suo erede, che con l’argentino ha lungamente collaborato. Nell’incontro tra i due (Parigi,1983) Astor, che era di origini pugliesi, l’ascolta e osserva: "Perbacco, suoni come un argentino. Anzi no, come un italiano". Galliano incide in esclusiva per la Deutsche Grammophon; il suo cd bachiano ha registrato le migliori vendite del 2010.
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Secondo appuntamento il 3 febbraio al Teatro Ristori, con la voce di Cécile McLorin Salvant, assieme al trio composto da Aaron Diehl piano, Paul Sikivie contrabbasso, Rodney Green batteria.
Cécile si è rivelata nel 2010 a Washington dove i giurati del Thelonious Monk Jazz Competition (nomi come Patti Austin, Dee Dee Bridgewater, Kurt Elling, Al Jarreau, Dianne Reeves), fra i massimi concorsi, le hanno assegnato il Primo Premio. “Se qualcuno possa essere considerato l’erede delle Big Three - Billie Holiday, Sarah Vaughan, Ella Fitzgerald - è questa virtuosa di 23 anni” (S. Holden, New York Times, 3.2.2013). In Italia si è ascoltata solo quest’anno a Umbria Jazz, guest artist con Winton Marsalis; ritorna alla fine dell’anno a Orvieto, per Umbria Jazz Winter; e poi al Ristori, unica data italiana, nell’ambito di una tournée europea.
Nata a Miami da un dottore haitiano e da una docente francese della Guadalupa, Cécile McLorin Salvant ha iniziato con la formazione musicale classica, proseguendo in Francia, dove accresce l’interesse per il jazz e il blues. Il primo cd Cécile viene infatti registrato a Parigi nel 2009 con jazzisti francesi; il secondo, WomanChild, è uscito invece nel 2013 negli Stati Uniti. Tra i musicisti di quest’ultimo album il pianista Aaron Diehl, parte della formazione che ascolteremo al Ristori.
Così lo recensisce la rivista francese Jazz Hot: “Una straordinaria rivelazione del jazz vocale contemporaneo [...] La sua maturità artistica (miracolosa per la sua età) si combina con le sue intuizioni culturali e con il giovane impulso di una cantante che ha da poco passato i venti. Cécile già possiede qualcosa di eccezionale: una compiuta personalità artstica” (Y. Sportis, Jazz Hot primavera, 2013).
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Terzo appuntamento al Ristori è il 2 marzo, con il piano di Brad Mehldau, in formazione classica con Larry Grenadier al contrabbasso e Jeff Ballard alla batteria.
Mehldau ha ricevuto ben quattro nominations ai Grammy Awards. È stato il primo musicista jazz a ricevere la Carnegie Hall Composer Chair – un onore che in precedenza hanno avuto solo John Adams, Thomas Adés, Louis Andriessen, Elliott Carter, Pierre Boulez. In questa Stagione, fittissima di concerti in Stati Uniti e in Europa, tocca in Italia il Ristori e Roma, all’Auditorium Parco della Musica.
Ma è solo qui a Verona che viene in trio. Where do you start è il suo ultimo cd, uscito nel 2012 per la Nonesuch. L’album "indica che Mehldau sta entrando in una nuova formidabile fase della sua carriera” (M. Longley, BBC Music, 2012). “La conversazione musicale fra i tre è una fra le più magiche del jazz di oggi” (Downbeat, che lo ha premiato nel 2004 e nel 2007). Attraverso la formazione del trio Mehldau rende omaggio alla tradizione del jazz e, al tempo stesso, sperimenta la sua personale visione musicale.
La sua musica è stata scelta per la colonna sonora di film come Eyes wide shut, il film di Kubrick con Tom Cruise e Nicole Kidman, e in The Million Dollar Hotel, di Wenders, fra gli altri.
AL CAMPLOY
Il primo concerto al Teatro Camploy è il 7 febbraio, con il veronese Mauro Ottolini e il suo ensemble Sousaphonix, presentando il concept album Bix Factor . Ottolini, premiato con il Top Jazz 2012, ha creato con il suo ensemble questo album dedicato alla musica degli anni Venti e Trenta. Record di vendite per Egea Records, e colonna sonora di un racconto fantastico che ha come protagonisti personaggi dell’epoca che rivivono in musicisti di oggi.
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Il secondo concerto al Teatro Camploy è il 17 febbraio, con l’ Enrico Zanisi Trio (Enrico Zanisi piano, Joe Rehmer contrabbasso, Alessandro Paternesi batteria).
Premiato al Top Jazz 2012 come Miglior Nuovo Talento, ventitre anni, Zanisi ha pubblicato nel 2012 Life Variations, suo secondo cd. “I pezzi da lui scritti – dove blues, bebop, swing e classica coesistono – sono veramente composizioni a tutto tondo. […] Mostrano un pianista in ascesa, conscio del suo passato classico, ma dedicato al suo futuro nel jazz.” (J. Ross, Downbeat).
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Terzo e ultimo appuntamento al Camploy è il 24 febbraio con il Giovanni Guidi Trio (Giovanni Guidi piano, Thomas Morgan contrabbasso, João Lobo batteria).
“Il jazz italiano ha oggi un altro peso nel panorama internazionale rispetto al passato. E i giovani talenti non si contano. Non ho avuto esitazioni a scritturare Giovanni Guidi dopo averlo visto al lavoro con il Quintetto Tribe di Enrico Rava” (M. Eicher, Presidente ECM, intervistato da G. Videtti, La Repubblica, 15.4.2012)