L'Ordine degli Ingegneri presenta l'esposizione documentaria “Verona in trasformazione (1920 – 1960)”
Verona sulla “carta”, Verona oggi. Palazzo Murari Bra com'era prima delle modifiche nel progetto del 1935 a firma dell’ingegner Paolo Rossi De Paoli e come lo possiamo ammirare ora dalla vicina Chiesa di S. Fermo. È questa la "doppia lettura” che la nuova esposizione documentaria “Verona in trasformazione (1920 – 1960)”, promossa dall'Ordine degli Ingegneri di Verona e dall’Archivio di Stato di Verona, propone al pubblico a partire dal censimento, dallo studio e dalla catalogazione dei 2.320 progetti edilizi provenienti dal fondo dell’Ufficio Distrettuale delle Imposte Dirette di Verona conservato nell'Archivio di Stato di Verona. Documenti che ora vengono esposti in una ragionata selezione che ha voluto mettere in risalto quelli più interessanti per tipologia edilizia e di trasformazione e per rilevanza architettonica. Progetti edilizi residenziali e pubblici che oggi possono integrare parte dell’archivio dell’Edilizia privata del Comune di Verona, di cui, a seguito dei danni causati dalla Seconda Guerra Mondiale, è andato perduto il materiale antecedente il 1945.
La mostra, che apre sabato 23 settembre alle ore 10.00 con un convegno d’inaugurazione, rientra nell’ambito della rassegna culturale Open. Innovisioni e trova collocazione nelle Giornate Europee del Patrimonio. Realizzata grazie alla fattiva collaborazione dell’associazione AGILE, della sezione veronese di Italia Nostra, del Progetto Musa Antiqua e dell’Associazione culturale La Quarta Luna, l’esposizione gode inoltre del patrocinio dell’Ordine degli Architetti di Verona. Allestita fino al 31 ottobre ad ingresso libero, sarà visitabile dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle 18.00.
LA MOSTRA, VERONA E LA SUA STORIA URBANA
La mostra propone dunque un singolare approccio per raccontare Verona e la sua storia urbana. A “parlare” sono infatti i documenti provenienti dagli accertamenti imposte sui fabbricati, parte del fondo del Catasto Italiano proveniente dall’Ufficio Distrettuale delle Imposte Dirette (U.D.I.D.) di Verona. Sono esposti gli elaborati grafici originali di progetti realizzati tra gli anni ’20 e gli anni ’60. Dei 2.320 progetti studiati, sono stati selezionati i più interessanti sia per tipologia edilizia e di trasformazione sia per la rilevanza architettonica.
IL PERCORSO ESPOSITIVO
La mostra propone dunque una sintesi del materiale del fondo analizzato e catalogato, seguendo un doppio binario espositivo: l'uno per aree geografiche specifiche della città, l'altro guardando ad alcuni dei progettisti più attivi del periodo storico in esame non ancora ben documentati.
Dieci le tavole, di cui la prima, sinottica, mette a confronto tutti i progetti oggetto di studio, suddivisi per zona di appartenenza, tipologia edilizia e anno di costruzione. Nelle nove tavole grafiche successive vengono illustrati i progetti edilizi distinti per area geografica, occasione per descrivere lo sviluppo dei quartieri della città: il centro, borgo Trento, borgo Venezia, borgo Roma e Santa Lucia e borgo Milano. Le tavole sono poi intervallate da altrettanti pannelli con le opere più interessanti di alcuni tecnici, ingegneri ed architetti, selezionati: l’architetto Antonio Gregoletto e gli ingegneri Marcello Tommasi, Silvio Brutti e Antonio Tonzig.
La mostra è correlata dagli scatti fotografici dell’architetto Marco Totè, che permetteranno di visualizzare l’edificio nella sua condizione odierna, operando così un interessante confronto con gli elaborati progettuali approvati diversi decenni orsono. In apposite bacheche verranno inoltre esposti alcuni tra i più significativi disegni del fondo archivistico, dando così modo al visitatore di poter prendere visione della documentazione originale.
IL CONVEGNO
Nel convegno di inaugurazione, moderato dall’ing. Angelo Bertolazzi, coordinatore delle mostre Open, interverranno Roberto Mazzei, direttore dell’Archivio di Stato di Verona, l’architetto Vincenzo Pavan che fornirà il contesto storico nel quale inserire la “Verona nel '900 e le sue trasformazioni sul costruito”, quindi l’architetto Davide Rizzi, che presenterà il fondo "accertamento imposte sui fabbricati". A chiudere il curatore della mostra e presidente dell’associazione AGILE, l’architetto Michele de Mori, che illustrerà il lavoro sul fondo e alcuni progetti selezionati.
Angelo Bertolazzi, ingegnere e coordinatore delle mostre Open
«Questa che presentiamo è una mostra che chiude, a ben vedere, una “trilogia” espositiva sulla trasformazione della città di Verona che in questo ultimo anno ha arricchito lo spazio espositivo della sede degli Ingegneri e dell’Archivio di Stato. Dopo la mostra sulla costruzione dei muraglioni dell’Adige e quella con le immagini inedite dello Studio fotografico Oppi sui grandi cantieri della città tra le due guerre, oggi lo sguardo si sofferma sulla documentazione dei progetti edilizi tra il 1920 e il 1960. L’esposizione vuole essere un invito a visitare “dal vivo” questo fondo conservato presso l’Archivio di Stato, proponendo un “assaggio” del materiale documentale presente».
Michele De Mori, architetto e presidente dell'associazione AGILE
«Le novità dell’approccio documentario al materiale del fondo sono essenzialmente due: l’una sul fronte dell’accessibilità alla consultazione offerta dall’Archivio di Stato che ha aperto le porte ad un lavoro di equipe di più associazioni e questo nella direzione di rendere il patrimonio sempre più fruibile per un pubblico ampio. Sul versante propriamente contenutistico, le associazioni hanno messo mano a un fondo che era già stato reso pubblico dalla Soprintendenza di Verona nei primi anni Novanta ma che non aveva ancora trovato un ordine preciso di consultazione. Ora, i progetti edilizi presi in esame sono stati censiti e classificati dando vita ad una tabella facilmente consultabile anche in versione digitale con tutti i dati utili per una ricerca puntuale e veloce: dal nome del proprietario al progettista, all’anno di costruzione, ai dati catastali. Un lavoro che va a beneficio dei cittadini, degli studiosi e degli archivi comunali».