Ingegneri aperti alla città: "Verona in cantiere. Gli scatti fotografici dello Studio Oppi"
È stata presentata nella sede dell’Ordine degli Ingegneri di Verona (Magazzino 1 – Via Santa Teresa 12) la nuova e imperdibile esposizione fotografica su “Verona in cantiere. Gli scatti fotografici dello Studio Oppi”, promossa nell’ambito della rassegna #OPEN6. Ingegneri aperti alla città: “INNOVISIONI. Idee e progetti del tutto nuovi”.
La mostra che verrà inaugurata sabato 13 maggio alle ore 10 con un convegno di apertura e che resterà allestita fino a venerdì 30 giugno 2017 (da lunedì a venerdì con orario 9 -18 e Ingresso libero), svela per la prima volta un ricco patrimonio di immagini originali - assolutamente inedite - firmate dallo Studio fotografico Oppi, dal padre Giovanni Oppi e dal figlio Danilo, che testimoniano la trasformazione urbana di Verona negli anni tra le due guerre.
Nato come progetto espositivo itinerante, l'esposizione è stata realizzata grazie alla fattiva collaborazione con il Comitato Rionale Filippini che, dopo aver ricevuto recentemente il lascito di un ricco patrimonio di immagini dello Studio Oppi con scatti fotografici di aree, fabbricati e cantieri - probabilmente commissionati dalle imprese che negli anni Trenta avevano avuto dal Comune di Verona l’appalto delle opere pubbliche - ha proposto all’Ordine di pensare insieme un percorso per la loro valorizzazione. Una sinergia culturale che ha visto inoltre l’intervento di ricerca e studio dell’associazione AGILE e il sostegno di AMIA Verona, che ne ha permesso la realizzazione.
“VERONA IN CANTIERE”, il cantiere racconta – In mostra, in particolare, si trovano le immagini dei cantieri legati a tutti quegli interventi che fecero della Verona degli anni Trenta una città pienamente "moderna", industriale ed europea: dai grandi lavori nell’area circostante ai Magazzini Generali, ai meno imponenti lavori di ordinaria manutenzione dei sottoservizi e alle reti dei trasporti a piazza Erbe e a Veronetta, dalla scala del territorio nella centrale elettrica di San Giovanni a quella dell’edificio del Palazzo dell’INA a Porta Nuova. In questa varietà di luoghi, le immagini restano quale importante testimonianza della quotidianità di una città che stava rapidamente cambiando.
La città del Novecento è stata infatti caratterizzata da trasformazioni molto rapide e radicali, strettamente collegate al processo di innovazione che in quegli anni investe la società e i suoi spazi urbani, alterandone radicalmente la forma. Cambiamenti piccoli e grandi che hanno segnato la via al nuovo: dalla pianificazione delle infrastrutture, ai trasporti, dall’utilizzo dell’energia alla nascita di importanti impianti industriali.
VERONA TRA LE DUE GUERRE, CITTA’ MODERNA E INDUSTRIALE - Nel caso di Verona questo processo di industrializzazione subì un’accelerazione proprio nel Novecento, in particolare quando cadde il vincolo militare che gravava sulla città e ne impediva l’espansione economica, sociale e quindi urbana. La crescita urbana assunse ritmi e modi incontrollati come in altre città italiane e europee.
Rapidamente sorsero gli importanti impianti industriali che costituiscono la ZAI storica (Cartiere Fedrigoni, Magazzini Generali, Manifattura tabacchi, Mercato Ortofrutticolo), a cui si accompagnò l’espansione dei quartieri periferici di Borgo Roma e Santa Lucia. Le infrastrutture vennero potenziate, con la costruzione della stazione di Porta Nuova (1922), con la diga del Chievo, la centrale elettrica di Tombetta (1923) e di San Giovanni Lupatoto. Nel 1936 vennero ultimati i lavori di lungadige S. Giorgio, mentre nel 1937 si inaugurava il filobus che collegava le stazioni di Porta Nuova e Porta Vescovo, passando per Piazza Erbe e che andava ad affiancare il tram, operativo in città fin dal 1884.
Il rapido progresso comportò così l’apertura di numerosi cantieri cittadini, grandi e piccoli, che modificarono progressivamente l’immagine complessiva della città. La fotografia, attraverso l’immediatezza dell’immagine, testimonia questi cambiamenti, prima, durante e dopo: si fa strumento fondamentale per conoscere la storia e comprendere la realtà urbana che oggi viviamo.
IL PERCORSO ESPOSITIVO – Curata dagli ingegneri Angelo Bertolazzi e Ilaria Segala con la collaborazione dell’architetto Michele De Mori (Associazione Agile), Silvana Xamo (Comitato Rionale Filippini) e Erika Bossum - la mostra ha selezionato ventiquattro immagini originali (su un totale di 103 fotografie) raggruppate in cinque macrosezioni che raccontano i cantieri per la costruzione della Caserma Ettore Crippa, sede del IV Autocentro (1); i lavori per il Palazzo dell’INA a Porta Nuova (2); quelli alla Centrale idroelettrica Sorio Nuova (3); le Sistemazioni stradali in via Sant’Alessio, Regaste Redentore e Interrato dell’Acqua Morta (4) e, a chiudere, l’ordinaria manutenzione ai sottoservizi e alle reti dei trasporti in Piazza Erbe e Centro Storico (5).
Le immagini - cui nell’allestimento curato da Diego Martini e Giulia Lopez (Galleria Fuori le Mura) è dato volutamente massimo risalto - sono accompagnate da pannelli descrittivi che ne spiegano il contesto storico-sociale, l’impianto tecnico e la precisa datazione.
LA PUBBLICAZIONE – Le sezioni della mostra vengono inoltre approfondite nell’omonimo volume “VERONA IN CANTIERE. Gli scatti fotografici dello Studio Oppi” in cui gli autori – Angelo Bertolazzi, Ilaria Segala Erika Bossum, Michele De Mori e Silvana Xamo – fanno seguire ad un saggio iniziale sulle trasformazioni di Verona negli anni Trenta rispetto al contesto europeo, i cinque capitoli che raccolgono le campagne fotografiche riproposte dagli scatti di Oppi.
Il volume sarà in vendita e in prenotazione nella mattinata di inaugurazione.
LO STUDIO OPPI – Sulla “storia” dello Studio fotografico Oppi abbiamo poche notizie. Giovanni Oppi nasce il 12 settembre 1885 e muore il 12 novembre 1942; il figlio, che prosegue la professione di fotografo come il padre, nasce l’8 ottobre 1932 e muore il 22 settembre 1997. Lo studio fotografico apre inizialmente in Piazza Erbe 13 per poi spostarsi in Via Cappello 5.
(foto STUDIO OPPI)