Al Castello Scaligero di Villafranca The Lumineers in concerto il 12 luglio
Si preannuncia un’estate di grandi nomi. La prima conferma lascia pienamente pensare ad un Villafranca Festival di indiscussa qualità musicale, capace di mescolare la grande notorietà a quel talento che sa incantare il pubblico.
Il 12 luglio 2017 il Castello Scaligero si prepara al folk-rock dei The Lumineers, quel sound unico che ha permesso alla band statunitense di scalare le classifiche mondiali conquistando milioni di fan. La rassegna, in collaborazione con il Comune di Villafranca, viene così inaugurata dall’internazionalità dei The Lumineers che a Villafranca andranno a presentare Cleopatra, il loro secondo album pubblicato lo scorso 8 aprile via Universal Music e anticipato dal singolo Ophelia, che ha raggiunto in pochissimo tempo il primo posto nelle classifiche americane ed europee.
Un successo che continua quello conosciuto con il disco omonimo di debutto della band nominato ai Grammy Awards come Best New Artist e Best Americana Album, rimanendo per 46 settimane alla #2 posizione della Billboard 200. È Ho Hey il singolo che ha consacrato il loro talento rimasto per ben 62 settimane in #3 posizione nella Billboard Hot 100, raggiungendo oltre 157 milioni di visualizzazioni su YouTube.
Il loro omonimo disco di debutto è stato nominato ai Grammy Awards come Best New Artist e Best Americana Album, rimanendo per 46 settimane alla #2 posizione della Billboard 200. Ho Hey, il singolo che ha consacrato il loro successo, è rimasto per ben 62 settimane in #3 posizione nella Billboard Hot 100, raggiungendo oltre 142 milioni di visualizzazioni su YouTube.
I biglietti saranno in prevendita dalle ore 11.00 di giovedì 17 novembre.
LA BAND - I The Lumineers nascono nel 2005 dall'incontro tra il chitarrista e cantante Wesley Schultz e il batterista Jeremiah Fraites. Trasferitesi a Denver, in Colorado, incontrano la violoncellista Neyla Pekarek e il duo diventa un trio. Oggi, a quattro anni di distanza dal loro primo disco, la band torna sulla scena musicale con un secondo lavoro, Cleopatra capace di dimostrare come Schultz e Fraites - insieme alla violoncellista e cantante Neyla Pekarek- non abbiano dato la loro fortuna per scontato, né si siano seduti sugli allori.
"Abbiamo utilizzato lo stesso approccio del primo album, registrando demo in una piccola casa che abbiamo affittato vicino a Denver la prima volta", spiega Wesley.
"Wes si occupa di tutti i testi", dice Jeremiah, "e insieme facciamo tutto il resto: la musica, la melodia e la struttura. Non ci sono né regole né ruoli nel nostro processo di scrittura, lavoriamo insieme fino a che non siamo d'accordo che abbiamo qualcosa di fantastico".
"Il disco riflette ciò che ci è successo negli ultimi tre anni", aggiunge Wesley “Abbiamo cercato di creare la migliore versione possibile di ogni canzone […]. C’è voluto un sacco di lavoro per farle funzionare insieme. È stata un'esperienza molto intensa e bella. Abbiamo combattuto molto, versato molte lacrime, ma abbiamo tirato fuori delle cose davvero incredibili, e alla fine siamo stati meglio. Ha trasformato il nostro rapporto".
Cleopatra prende il nome dalla title track e si ispira a una donna della Repubblica della Georgia, una conoscente della migliore amica della moglie di Wesley che lui ha incontrato durante una visita lì. La donna guidava un taxi con una lattina di birra tra le gambe e una sigaretta in bocca. Aveva avuto una vita molto difficile e si struggeva per l’uomo che l’aveva lasciata dopo la morte del padre. "C'era un senso di sfida di lei", annuisce Wesley. "Lei accettava il suo destino, ma non riusciva ancora a comprenderlo".
Cleopatra parla anche di quello che Wesley definisce "the elephant in the room”, il successo della band e il modo in cui a volte può mettere un bersaglio sulla schiena. Le note sincopate del pianoforte in "Ophelia" (“I got a little paycheck/You got big plans/You gotta move/I don’t feel nothin’ at all”), la chitarra in "Angela" (“The strangers in this town/They raise you up just to cut you down”) e il patto faustiano descritto in "My Eyes” (“Oh, the devil’s inside/You open the door/You gave him a ride/Too young to know/Too old to admit/But you couldn’t see how it ends”) descrivono i pericoli che si nascono dietro il conseguimento dei propri sogni, quando tutti conoscono il tuo nome e le tue canzoni.
"Continuiamo a fare la musica che vogliamo", dice Wesley. "Crediamo in questa ed è un vero lavoro d'amore. Vogliamo solo continuare a raggiungere più persone possibili con le nostre canzoni”. Dato il successo di Cleopatra non dovrebbero esserci problemi.