Isabella Ferrari e Iaia Forte in scena al Teatro Nuovo con "Sisters - Come stelle al buio"
La rassegna teatrale "Il Grande Teatro" al Nuovo di Verona prosegue, dal 28 novembre al 3 dicembre con "Sisters - Come stelle nel buio" di Igor Esposito, regia di Valerio Binasco. Una black comedy, tra umorismo nero e sofisticata ironia, che ha per protagoniste due fra le migliori interpreti del cinema e del teatro italiano, Isabella Ferrari eIaia Forte. Lo spettacolo è prodotto da Nuovo Teatro diretto da Marco Balsamo.
Poeta e drammaturgo, Igor Esposito ha scritto diverse opere per il teatro. Tra queste, De Irainterpretato da Licia Maglietta, Toni Servillo, Peppino Mazzotta e Giovanni Ludeno, Radio Argo con cui l’attore e regista Peppino Mazzotta ha vinto il premio dell’Associazione Nazionale Critici di Teatro 2011, Ritratto di coniugi con festamesso in scena da Nicoletta Braschi, Enrico Ianniello e Tony Laudadio, Orphic Suninterpretato e diretto da Tonino Taiuti, Malemare portato in scena da Cristina Donadio e Gladio gladio andato in ondamsu Rai Radio3 nell’interpretazione di Giovanni Ludeno. Sisters «è una commedia – dice l’autore – velata di allegria e malinconia, dai risvolti ironici e grotteschi, dove due sorelle convivono con i ricordi del loro passato fatto di successi ormai tramontati».
«Da qualche tempo – ha dichiarato Binasco in un’intervista al bimestrale Proscenio – mi piace confrontarmi con forme di teatro anche molto “pop”. Questa pièce mi è parsa molto simile a una graphic novel, un fumetto a tinte acide: ha una struttura elementare, come sempre quando si tratta di conflitti esasperati, ma racconta anche rapporti psicologici complessi. Presenta una contraddizione molto seducente. Inoltre, è un testo che richiede ai suoi interpreti, attrici e regista, un intervento forte e coraggioso, molte invenzioni. Come spesso accade nei testi contemporanei che si ispirano a tecniche cinematografiche, si appoggia a forme decisamente convenzionali, che si potrebbero anche dire “di genere”. Se queste forme possono vincolare e irrigidire il linguaggio cinematografico, offrono invece al teatro una piacevole libertà. Si tratta, insomma, di mettere in scena dei sentimenti molto umani e delle situazioni reali, ma orientando il disegno generale verso una estrema artificiosità. È uno stimolo creativo molto piacevole».
In una villa due sorelle vivono nei ricordi di un passato glorioso ormai svanito. Sullo sfondo delle loro esistenze c’è un incidente che si è portato via il padre e il loro futuro. Pur assente dalla commedia la figura del padre è presente nella quotidianità, specialmente per Regina che aveva con lui un rapporto morboso e privilegiato. Assieme a lui, le due sorelle da piccole avevano formato un trio musicale sciolto quando Chiara aveva intrapreso la carriera cinematografica. Gli esiti dell’incidente si fanno sentire: Regina nasconde il suo dolore nell’alcool, mentre Chiara è costretta sulla sedia a rotelle.
Il rapporto di convivenza tra la le due sorelle è combattuto fra la disperazione e la speranza, l’odio e l’amore, il coraggio e la paura. Regina, pur occupandosi di Chiara, non si rende conto che con il suo alcolismo, con il suo squilibrio mentale e con la sua gelosia sfrenata, invece di proteggerla come avrebbe voluto fare, la fa diventare sua prigioniera. Disperata per il fallimento della sua carriera, ritrova un’inutile speranza illudendosi che una televisione locale si stia interessando a lei. Questa speranza scatena un gioco al massacro. Finché, inaspettatamente...
(fonte Comune di Verona)