A 40 anni dalla scomparsa, omaggio a Charlot con il cine-concerto "Suonando Chaplin"
Venerdì 16 febbraio, alle ore 20.30, al Teatro Ristori per la prima volta verrà presentata la formula del cine-concerto, con la proiezione integrale dell’indimenticabile pellicola del 1925, La febbre dell'oro, considerato uno dei più grandi capolavori di Chaplin e dell’arte cinematografica di tutti tempi, con le musiche eseguite dal vivo dall’orchestra sinfonica in sincrono con le immagini.
Venerdì 16 febbraio, il Teatro Ristori di Verona riscopre uno dei capolavori cinematografici del Novecento con il commento sonoro eseguito dall’orchestra sinfonica dal vivo: La febbre dell'oro di Charlie Chaplin, con le sue musiche originali per orchestra, restaurate da Timothy Brock. Il genio di Chaplin si è espresso anche nella musica. Ha sempre scelto e creato le proprie colonne sonore, anche quelle da eseguire dal vivo per i film muti, pur senza saper comporre davvero e suonando a orecchio. E se la sua prima composizione integrale è per Luci della città del 1931, già con La corsa dell’oro di sei anni prima, “scrive” quella traccia fondamentale per la visione del capolavoro, che ancora una volta rilegge la tragedia in modo da far sorridere il pubblico. Il compositore Timothy Brock, restauratore del corpus musicale del grande regista, ha ricostruito con maestria la partitura originale, basandosi su registrazioni inedite eseguite al piano dallo stesso Chaplin. L’esecuzione affidata all’orchestra sinfonica de I Virtuosi Italiani, diretta dallo stesso Brock, ne esalta poi ogni dettaglio.
Direttore dell’esecuzione sarà il direttore americano Timothy Brock, riconosciuto ormai come il massimo esperto al mondo nel campo della musica per film. Assieme alle immagini esilaranti e struggenti al tempo stesso, il commento sonoro originale dal vivo realizzato dall'Orchestra de I VIRTUOSI ITALIANI diretta da Timothy Brock, in una perfetta simbiosi di grande impatto emotivo.
A volte non servono parole per parlare al cuore. Doveva saperlo bene Charlie Chaplin che con i suoi film muti ha incantato intere generazioni di cinefili. Ha mescolato immagini a emozioni più attuali che mai: il disprezzo per la società e la ricerca di un romanticismo perduto.
Nel 1999 la Fondazione Chaplin ha chiesto a Brock di restaurare la partitura originale per “Tempi Moderni”: da quel momento è iniziata una proficua collaborazione tra la famiglia Chaplin e la Cineteca Nazionale di Bologna che ha portato al restauro delle musiche originali di tutti i grandi capolavori di Charlie Chaplin, che Brock ha eseguito praticamente in tutto il mondo.
Chaplin ha sempre ideato e realizzato da solo le proprie opere accentrando su di sé le funzioni di soggettista, sceneggiatore, regista, interprete e di compositore delle musiche. "È grazie alla sua musica che prende per mano lo spettatore", spiega Timothy Brock, direttore e compositore di musiche da film di riconosciuta fama, che vanta una lunga esperienza con le partiture lasciate da Chaplin delle quali ha curato la riedizione e l’orchestrazione di famosi titoli come: Luci della città, La febbre dell’oro e Il circo.
L’opera rivisita il mito americano della frontiera, trovando uno straordinario equilibrio tra comicità, avventura e poesia. In questo caso il tenero e ingenuo omino di Chaplin, animato dal desiderio di sollevarsi dalla sua condizione di emarginato, si getta nella corsa all’oro in compagnia di derelitti, avventurieri e fuggiaschi, sfida il rigido freddo del nord e il rude mondo dei cercatori e dopo cento peripezie diventa milionario e realizza il proprio sogno d’amore. Nella Febbre dell’oro la musica ha un ruolo fondamentale: ne è un esempio il famosissimo balletto che Chaplin improvvisa a tavola con due panini infilzati nelle forchette. Ma tutto il film ha la leggerezza e la perfezione di un balletto.
Il prossimo appuntamento dedicato a Chaplin sarà il 13 e 14 Aprile, in collaborazione con Fondazione Arena, con Tempi Moderni, con il commento sonoro dal vivo eseguita dall’Orchestra Sinfonica dell’Arena.
Il progetto rende omaggio, fra l'altro, a Chaplin nel quarantesimo anniversario della scomparsa.