"Sometimes I cannot smile", la forma del vuoto nelle immagini dalla Groenlandia di Piergiorgio Casotti
Dopo il viaggio fotografico tra i Nativi americani in compagnia di Carlotta Cardana, torna un nuovo importante appuntamento organizzato da Fonderia 20.9 a Verona in via XX settembre 67. Venerdì 18 dicembre a partire dalle 19.30, sarà ospite dell'associazione culturale veronese il fotografo di Reggio Emilia Piergiorgio Casotti che presenterà il suo progetto "Sometimes I cannot smile".
Si tratta di una mostra/installazione all'interno della quale il carattere preconfezionato delle cosiddette "belle fotografie", lascia piuttosto spazio alla complessità di un'esperienza estetica, tesa a restituire allo spettatore l'esplorazione difficile, controversa ed estremamente intima dell'universo giovanile groenlandese, indagato silenziosamente da Piergiorgio Casotti attraverso la sua macchina fotografica.
Un percorso che si dipana lungo i sentieri di esistenze situate costantemente al confine con il vuoto, poste innanzi alla natura annoiata di una terra che, qualche volta, rischia di inghiottire prima del tempo l'ultimo sorriso dei suoi giovani abitanti. I like animals...not many in this town, così scrive sulle pagine a righe di un quaderno, forse il suo diario, una di quelle tante ragazze che, insieme a molti altri Inuit di età tra i 15 e i 25 anni, sono compresi all'interno di quel 20% dei giovani, nati e cresciuti nell'east coast della Groenlandia e che almeno una volta hanno provato a togliersi la vita. La comunità degli Inuit della Groenlandia dell'est conta circa 3000 persone, una piccola società che è stata a rischio di estinzione, la cui scoperta risale alla fine del XIX secolo e che ancora oggi presenta un tasso di suicidi tra i più elevati al Mondo.
La morte qui non può che assumere un carattere estremamente differente rispetto al nostro comune sentire. Morire non costituisce alcun evento eccezionale, tutto è ordinario, si muore così come si nasce, semplicemente ("Life comes easy, life goes easy" sentiamo affermare da una delle tante voci che popolano il documentario "Arctic Spleen" realizzato dallo stesso Casotti). Il vuoto sembra prendere forma, o forse meglio, in queste immagini appare quell'unica forma vuota dove "tutto" accade. È il tempo della quotidianità ordinaria che ricopre le vite di ciascuno come un freddo manto di neve.
Piergiorgio Casotti con le sue immagini esposte nell'ambito di questa mostra, non esattamente delle fotografie, bensì le lastre utilizzate per la realizzazione del relativo libro o addirittura delle "fotocopie", riesce ad aprire squarci visivi all'interno dell'impalpabile quotidianità che caratterizza l'esistenza degli Inuit della Groenlandia. Gli individui come gli animali e persino gli oggetti, in queste immagini sembrano essere quasi colti di sorpresa, sospesi lungo una linearità temporale che non tollera alcun momento privilegiato, sempre in procinto di compiere un'azione che forse non commetteranno mai, o che forse non sono riusciti a compiere fino in fondo e della quale, ormai, non resta altro che qualche traccia sensibile scolpita nella memoria ed inscritta nei loro corpi.
L'inaugurazione della mostra "Sometimes I cannot smile" è prevista per venerdì 18 dicembre a partire dalle ore 19.30 e l'esposizione resterà visibile fino al giorno 9 gennaio 2016.
Durante la serata inaugurale si terrà inoltre anche uno speciale Reading Musicale Live con lo stesso Piergiorgio Casotti, autore delle parole oltre che delle immagini, accompagnato dalle musiche di Luciano Bosi. La prima sessione si svolgerà alle ore 20.00 mentre la seconda alle 20.30.
Biografia
Nato a Reggio Emilia nel 1972 Piergiorgio Casotti si laurea in Economia e statistica all’Università di Parma. Nel 2004 si iscrive al Pratt Institute di New York. Inizialmente dedito alla fotografia di moda si volge poi interamente alla fotografia documentaria. Così ha cominciato a esplorare persone e luoghi. Dal 2010 ha affiancato alla fotografia l'uso del video-documentario. La fotografia è per Casotti uno strumento per indagare allo stesso tempo il mondo e se stesso, stabilendo così un legame indissolubile. Ciò che fotografa ha sempre a che fare con se stesso, con la propria intimità.
Fonderia 20.9
Fonderia 20.9 nasce come associazione culturale nel 2015, con l’obiettivo di creare un punto d’incontro per chi, a Verona, senta l’esigenza di confrontarsi con altri autori su temi quali progettualità, editoria e curatela di un progetto artistico. Al suo interno si trova uno spazio espositivo, un'aggiornata biblioteca e una sala proiezioni. Nella programmazione sono previste mostre, reading, presentazioni di libri ed una serie di attività in collaborazione con realtà diverse nel mondo dell’arte e della fotografia.
INFORMAZIONI
Web: https://www.piercasotti.com - https://www.fonderia209.com
Orari: Mer-Sab 10-13 16-19
Via XX settembre 67, 37129 Verona
Mail: info@fonderia209.com