"Sei personaggi in cerca d’autore" in scena al Teatro Nuovo con Eros Pagni
La rassegna Il Grande Teatro presso il Teatro Nuovo di Verona prosegue (dal 30 gennaio al 4 febbraio) con "Sei personaggi in cerca d’autore" di Luigi Pirandello per la regia di Luca De Fusco. Lo spettacolo è prodotto dal Teatro Stabile di Napoli - Teatro Nazionale e dal Teatro Stabile di Genova.
Era il 1921 quando sei misteriosi personaggi occuparono in modo deciso il palcoscenico del Valle di Roma e sancirono il definitivo consenso di pubblico e critica al teatro di Luigi Pirandello (1867-1936). Non solo in Italia: in Europa (soprattutto in Francia e in Germania) e nelle due Americhe. Un successo preludio al Nobel che gli sarà conferito nel 1934. A quasi cento anni di distanza, Sei personaggi in cerca di autore resta la massima riflessione sulla natura del teatro nella drammaturgia del Novecento. Inaugura la fase pirandelliana del “teatro nel teatro” che proseguirà con altri capolavori tra cui Enrico IV (1922), Ciascuno a modo suo (1924) e Questa sera si recita a soggetto (1930).
In questo allestimento (che ha debuttato al Mercadante di Napoli lo scorso ottobre) c’è un grande muro sul fondo della scena. Il muro è anche un grande schermo cinematografico. All’inizio i sei personaggi, invece di provenire dalla sala come avviene di solito, escono dallo schermo come i protagonisti di Broadway Danny Rose (1984) di Woody Allen. Essi infatti provengono dal cinema. Non è un caso che tutte le obiezioni del capocomico alla irraprensentabilità della storia dei sei personaggi, cadono di colpo se si pensa la loro storia in termini filmici.
«Con la messinscena di Sei personaggi in cerca d’autore – dichiara Luca De Fusco – il mio lavoro di contaminazione tra teatro e cinema iniziato nel 2010 proprio con il Pirandello di Vestire gli ignudi e proseguito con Antonio e Cleopatra e Macbeth di Shakespeare e con l’Orestea di Eschilo, giunge a una sorta di naturale conclusione concettuale. Quell’intuizione, molto apprezzzata da pubblico e critica, sembra adattarsi in modo speciale a Sei personaggi in cerca d’autore. A ben vedere questi sei personaggi che si offrono alla rappresentazione sembrano provenire dal mondo del cinema e chiedere di far sfociare il cinema nel teatro».
Mentre una compagnia prova Il giuoco delle parti, sulla scena appaiono misteriosamente sei personaggi: il Padre, la Madre, la Figliastra, il Figlio, un giovinetto e una bambina. Nascono, spiega il Padre, dalla fantasia di un autore che però non seppe o non volle farli vivere in un’opera d’arte. Tutti e sei smaniano di esprimere il loro dramma e vogliono che gli attori lo recitino. Il loro dramma è questo: la Madre, dopo avere dato alla luce il Figlio, si è innamorata del segretario del Padre. Il Padre si è fatto da parte e dalla nuova unione sono nati tre figli.
Dopo molti anni il Padre, incosapevole, incontra la Figliastra in una casa di appuntamenti: l’incesto è evitato per l’intervento della Madre, sconvolta di trovare la figlia in quel luogo. Il Padre, che prova vergogna, accoglie in casa tutta la famiglia ma si crea una situazione insostenibile. Il Figlio si chiude in un mutismo ostile. La bambina cade nella vasca e il ragazzo che l’ha spiata morire senza intervenire si spara una revolverata. Il capocomico, suo malgrado, è affascinato dalla storia. Ma ecco il secondo dramma dei personaggi: non si riconoscono nella recitazione degli attori: solo loro possono rappresentare o, meglio, vivere, la tragedia che è poi la loro realtà. Una realtà che si ripete nell’eternità dell’arte.
(fonte foto Teatro Nuovo)