Il piacere degli occhi: l'11 novembre la proiezione del film "La chambre bleue" di Mathieu Almalric
Georges Simenon è, senza alcun dubbio, lo scrittore novecentesco più rappresentato sullo schermo. Sono oltre cinquanta i film tratti in tutto il mondo dalle sue opere, mentre le trasposizioni televisive, grazie soprattutto ai cicli dedicati alle inchieste del Commissario Maigret, superano agevolmente quota trecento. D'altronde lo scrittore belga di lingua francese oltre che longevo (era nato a Liegi nel 1903 ed è morto a Losanna, in Svizzera, nel 1989) è stato molto prolifico, alla sua penna infatti si devono oltre cento romanzi.
Tra quelli mai portati prima sullo schermo c'era La chambre bleue (nelle varie edizioni italiane, sia di Mondadori che di Adelphi, sempre tradotto un po' infedelmente La camera azzurra) del 1963. A colmare il vuoto ci ha pensato nel 2014 l'attore e regista francese Mathieu Amalric, che con la moglie Stephanie Cléau, ne ha tratto una sceneggiatura, aggiornata ai tempi nostri, che poi ha diretto e interpretato, con la consorte al suo fianco anche come coprotagonista. Il film sarà presentato venerdì 11 novembre, alle 21.00, al cinema Alcione, in lingua originale con i sottotitoli in italiano, nell'ambito della rassegna France Première, prima iniziativa del nuovo contenitore di proposte cinematografiche del Verona Film Festival, Il piacere degli occhi.
Il lavoro della coppia Amalric-Cléau non si è limitato a portare al presente la vicenda, ma ha modificato la struttura narrativa. Se l'originale partiva con un processo ai due protagonisti per innestarvi poi la ricostruzione dei fatti, Amarlic-Cléau preferiscono puntare su una costruzione a mosaico, in cui le tessere del racconto si vanno a comporre progressivamente come un puzzle che non rispetta la successione cronologica degli eventi. Il risultato è affascinante perché questo caleidoscopio riesce a riproporre sullo schermo l'ambiguità di fondo della scrittura di Simenon, di cui vengono ripresi anche la descrizione puntigliosa della passione carnale degli "amanti frenetici" (avrebbe dovuto essere questo il titolo del libro) e l'attenzione per i dettagli, dai colori (su tutti, ovviamente, il blu, presente sulle pareti sia della camera degli incontri clandestini , sia dell'aula di giustizia) agli insetti.
Presentato con successo nella sezione Un cértain regard del Festival di Cannes 2014, La chambre bleue è un noir sentimentale, elegante, sensuale, secco e spietato, che si innesta a pieno titolo nella tradizione del grande cinema francese. Se da un lato, infatti, l'attenzione per i peccati di provincia e la presenza di un investigatore cupo e ossessivo richiama Claude Chabrol (non a caso il più simenoniano dei registi transalpini), dall'altro l'analisi attenta della passione amorosa che rasenta i confini dell'ossessione evoca indubitabilmente François Truffaut. E a partire da questi presupposti, Amelric e Cléau hanno confezionato un piccolo imperdibile gioiello.
A precedere la proiezione della Chambre Bleue ci sarà un appetitoso aperitivo, ossia un mediometraggio molto divertente, Inupiluk di Sébastien Betbeder. Si tratta di un piccolo film molto vivace sulle avventure di un paio di eschimesi nella Ville Lumière, accompagnati da una improbabile coppia di guide, che ovviamente non sanno una parola di inuit, l'unica lingua parlata dai due visitatori. Risate garantite, prima di calarsi nella atmosfere più cupo dell'ultimo film non televisivo tratto da Simenon.
Con la collaborazione del Cinema Alcione e il supporto di Alliance Française, Associazione Universitaria Francofona, Ufficio Scolastico Regionale.
Informazioni
Tel. 0458005348
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