Perfoming Art a Palazzo Maffei: "Me time - Una stanza tutta per sé"
Le arti più che mai oggi s’intrecciano nello spazio museale, che diventa luogo di riscoperta di legami e connessioni tra i linguaggi creativi e sede di contaminazioni, per offrire nuove modalità di fruizione delle collezioni e suggestioni e chiavi di lettura sempre diverse. Così anche danza e musica, arti performative, entrano con il progetto "Me time – Una stanza tutta per sé", liberamente ispirato all’omonimo libro di Virginia Woolf, anche a Palazzo Maffei Casa Museo, a Verona, la nuova e sorprendente realtà museale che espone, su progetto museografico di Gabriella Belli, parte della straordinaria ed eclettica raccolta d’arte del collezionista Luigi Carlon – oltre 500 opere dall’archeologia greco-romana alla contemporaneità – nell’edificio seicentesco, sapientemente restaurato, che con la sua facciata barocca connota l’antica Piazza delle Erbe nella città di Giulietta.
Una proposta al femminile fortemente voluta dalla direttrice di Palazzo Maffei Vanessa Carlon, prodotta dal Teatro Stabile di Verona, affidata a due giovani talenti del settore, già note e affermate a livello internazionale: la coreografa e danzatrice Camilla Monga e, per i “paesaggi sonori”, la violista e compositrice Federica Furlani. "Me time – Una stanza tutta per sé" - 10 appuntamenti nei fine settimana dal 7 maggio al 5 giugno - è una riflessione sul valore positivo della solitudine in ambito creativo ed artistico. Musica e danza immergono lo spettatore in un’atmosfera sonora e visiva che lo conduce a muoversi tra le stanze del secondo piano di Palazzo Maffei Casa Museo come in un paesaggio, arrivando a percepire in senso personale continui cambiamenti che si avvicendano a seconda delle diverse sonorità.
L’ascolto della musica tramite il sistema Silent Play – apposite cuffie consegnate con il rispetto delle normative Anti Covid - alimenta un contatto esclusivo con ciascun visitatore all'interno di ogni stanza. «Sono rimasta affascinata dalla riflessione proposta da queste due eccellenti e giovani artiste – spiega Vanessa Carlon - che attraverso gesti e suoni rivelano un modo diverso di relazionarsi con empatia all’ambiente e alla bellezza, ma anche la necessità di trovare il tempo e lo spazio per guardare ai mutamenti che avvengono fuori e dentro noi. Una analisi in perfetta sintonia con le “meditazioni” che si avvicendano nel percorso espositivo al secondo piano di Palazzo Maffei grazie alle opere esposte, che ci fanno riflettere sulla realtà e sull’universo, sul tempo e sulla materia».