L’orchestra dei Cameristi della Scala al Teatro Ristori di Verona per la assegna Concertistica
Terzo appuntamento al Teatro Ristori della rassegna Concertistica, domenica 28 novembre alle ore 20 con l’orchestra dei Cameristi della Scala, fondata nel 1982, che vanta un repertorio comprensivo dei più importanti capolavori di orchestra da camera del Settecento e una speciale attenzione alle musiche poco frequentate dell’Ottocento italiano. È un concerto con due anime: la prima rappresentata dalle melodie ricche di pathos scritte tra la fine dell'800 e l'inizio del '900, accomunabili per l'adesione spirituale a una civiltà del passato dove regna sovrana quella forma poetica e musicale - la serenata - che è veicolo privilegiato di un rapporto amoroso; la seconda, dedicata ai settecento anni dalla morte del Sommo Poeta, dalla prima esecuzione a Verona del brano “Dante di fronte al verde prato del Limbo” del poliedrico compositore contemporaneo Gabriel Prokofiev, nipote del grande Sergey, che si inserisce in quel percorso di rinnovamento degli stili musicali classici attraverso la contaminazione con linguaggi moderni.
La Suite per archi op. 40 di Eduard Grieg fu composta nel 1884 e vuole essere un omaggio allo scrittore e uomo di teatro Ludvig Holberg, vissuto tra il 1684 e il 1754 e ritenuto personaggio centrale della letteratura danese del suo tempo, tanto da essere definito il Molière del Nord. Grieg ebbe stima per questo autore che era nato nella sua stessa città e per il suo teatro dalle venature ironiche, satiriche e popolaresche e nella Suite ha voluto disegnare, come un prezioso medaglione, cinque momenti musicali nello stile settecentesco, quasi a rievocare in sintesi il clima sorico dell'epoca di Holberg.
L'Adagio con variazioni per violoncello e orchestra è un pezzo giovanile di Ottorino Respighi e originariamente è il tempo lento di un Concerto per violoncello in tre movimenti scritto nel 1902. L'Adagio è dedicato al violoncellista Antonio Certani, amico del compositore e bolognese anche lui. Il tema si ispira ad un canto popolare romagnolo dalla calda linea melodica e secondo una scrittura strumentale rapsodica, lontana dai virtuosismi di una certa scuola ottocentesca. La frase musicale in si maggiore si esprime in maniera affettuosamente cordiale, con i legni in controcanto come un "continuo" in pizzicato. Si passa quindi da un tempo "Poco meno adagio" ad un vigoroso e fortissimo su accordi e note doppie. Il discorso orchestrale si allarga e il violoncello sviluppa il tema su eleganti terzine arpeggiate. Nel "Quasi recitativo" il solista dialoga insieme all'orchestra con gli a solo del corno inglese sino a riproporre la tonalità principale nel "Lento a fantasia". Ritorna il tema dell'Adagio iniziale e il pezzo si conclude felicemente, tra le brillanti figurazioni dell'arpa.
L’Ottocento musicale è stato profondamente caratterizzato dallo sviluppo del virtuosismo strumentale e dalla nascita dei primi grandi “divi” capaci con le loro performance di entusiasmare le folle di tutta Europa e non solo. L’antesignano più illustre di questo fenomeno è stato certamente Niccolò Paganini il cui virtuosismo trascendentale è stato assunto a modello nel Romanticismo non solo dai violinisti. Camillo Sivori fu suo allievo e collaboratore in tanti frangenti. In questo programma potremo ascoltare una funambolica fantasia tratta dai principali temi da “Il Trovatore” di Giuseppe Verdi.
Gli "Intermezzi Goldoniani" di Marco Enrico Bossi, presentati a Bologna nel 1905 sotto la direzione di Arturo Toscanini e dedicati a Wilhelm Weber, fanno riferimento alle suggestioni letterarie legate alla civiltà veneziana del '700. L'opera consiste in una suite di danze in sei movimenti che seguono la tradizione barocca rivisitata, ma molto efficace, di grande e raro virtuosismo strumentale. Il legame con il titolo è piuttosto transitorio, poiché la forma dell'intermezzo è probabilmente solo un residuo della tradizione teatrale settecentesca (collegamento a Pergolesi è ovvio), che vedeva l'emergere prepotente e l'affermarsi delle forme comiche, non dissimile da quanto avveniva per il teatro al tempo di Carlo Goldoni.
Il brano “Dante di fronte al verde prato del Limbo” scritto dal poliedrico compositore Gabriel Prokofiev, nipote del celebre Sergei, può essere paragonato alla guida di Virgilio durante il viaggio surreale nell'abisso dantesco. DJ e produttore, Prokoviev si è lasciato ispirare dal potere della musica classica e da generi più contemporanei come hip-hop, grime ed elettronica. La musica, creata in questa prospettiva multiforme, completa il rapporto alchemico tra il flauto di Mercelli e l'orchestra, per una lettura che sicuramente saprà affascinare e conquistare il pubblico.
Informazioni e contatti
Per maggiori informazioni sulla stagione 2021/2022 del Teatro Ristori e per gli orari di biglietteria: www.teatroristori.org
In ottemperanza al Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana del 23 luglio 2021, dal 6 agosto 2021 l’accesso in Teatro avviene su esibizione di Certificazione verde Covid-19 - Green Pass (fatta eccezione per i minori 12 anni).